Ieri Vincenzo Senzatela, socio di Cittadini Reattivi, ci ha segnalato una pagina Arpab a noi sconosciuta, quella su Costa Molina 2, pagina che ovviamente Arpab ha dimenticato di datare (Arpab da sempre non data la messa online dei dati o la creazione di nuove pagine, vizio che aveva perso in alcune occasioni dopo le nostre rimostranze -ndr).
Nei campioni di falda di febbraio 2020 due piezometri risultano inattivi (uno per portata insufficiente e sarebbe bello capirne il motivo, l’altro perchè risulterebbe divelto, in fondo alla pagina i dati in pdf). I dati riportano che:
- il bario era a 428 mcg/l presso la sorgente a ridosso della S.S.103 in agro di Viggiano;
- il dicloroetilene rilevato da Arpab a 11,2 a fronte di un limite di 0,05 mcg/l, quindi 224 volte la soglia di legge. Abbinato a tracce di dicloro e tricloroetano.
E’ dal 2015 che il dicloroetilene è ospite frequente negli sforamenti Arpab ma al 2020 la Regione Basilicata ancora non rispetta le leggi ambientali e non comunica alla cittadinanza quale sia la sorgente responsabile dell’inquinamento. Ricordiamo che il dicloroetilene/etene 1,1 è un solvente clorurato organoalogenato, è un sospetto cancerogeno, nei topi per inalazione sarebbe responsabile dell’aumento dei carcinomi su più organi. Ha un larghissimo impiego industriale in più settori, anche come ritardante di fiamma, incluso l’ambito petrolifero. Arpab intanto continua tra le varie mancanze, a ricercare poche sostanze rispetto ad Eni ed alle indicazioni presenti in letteratura scientifica: ignora i fenoli, il glicole già contestato dalla procura, i fosfati, i bromuri, i solfuri, gli idrocarburi alifatici, i mercaptani e qualche decina di altri composti, senza parlare dei radionuclidi NORM promessi e mai visti.
Tutte queste analisi denotano che il quadro di degradazione ambientale non è perimetrabile alla sola valle, l’inquinamento da diverso tempo è in montagna e scorre anche nelle sorgenti. L’ultimo CTU della DDA di Potenza disse che a contrada Larossa, Montemurro, non c’erano problemi ambientali, Cova Contro contestò ufficialmente quella perizia incompleta ed omissiva sotto numerosi aspetti, auspicando che la vicenda contrada Larossa venisse debitamente studiata dalla procura potentina con la dovuta dovizia e multidisciplinarietà. Ricordiamo che il dicloroetilene è una di quelle sostanze rinvenute oltre il perimetro del COVA nei piezometri di caratterizzazione installati dopo lo sversamento di petrolio dai serbatoi dell’impianto. Qualcuno cercherà il dicloroetilene anche nei pesci morti tra Agri e Pertusillo nell’ultimo mese?