
Anche a Genzano di Lucania, analogamente a quanto verificatosi a Palazzo San Gervasio, le analisi organizzate dal basso da Cova Contro hanno purtroppo avuto esito positivo. Abbiamo campionato del suolo nei pressi della fornace della Scianatico Laterizi, campione posto sottovento a poche centinaia di metri dal camino dello stabilimento in un terreno apparentemente poco lavorato o smosso. Le analisi parlano chiaro: oltre alla contaminazione da idrocarburi pesanti ( 69 mg/kg a fronte di un limite di legge per le aree verdi di 50 ), sono stati rinvenuti in tracce consistenti, in aperta e sperduta campagna: cobalto, cadmio, cromo VI, stagno, zinco e vanadio. Alcuni di essi di quasi certa origine antropica, altri invece potrebbero anche derivare da residui-caratteristiche di concimi o fitofarmaci, ad eccezione dell’origine naturale tutta da documentare e che meriterebbe uno studio ampio e consolidato ma che per quanto ci è dato sapere non esisterebbe almeno per l’area in questione. Il giorno del campionamento, il 19 gennaio c.a., l’area di prelievo era sottovento rispetto alla fornace e difatti l’olezzo era marcato e nauseante.

In aggiunta abbiamo prelevato diversi campioni d’acqua sia dalla sorgente Capo d’Acqua, già interessata da ordinanza nel 2013, che dalla fontanina della locale villa comunale. Mentre nei campioni provenienti dalla villa non vi erano sforamenti di legge, ma solo tracce consistenti di trialometani ( possibili cancerogeni ) sino a 21,2 mcg/l , a Capo d’Acqua i problemi sarebbero più gravi almeno nell’immediato: coliformi totali a 71 UFC con un limite di 1 per le acque potabili; pseudomonas aeruginosa a 21 UFC a fronte di un limite inferiore ad 1, quindi una contaminazione microbiologica compresa tra le 20 e le 70 volte la soglia di legge ( la pseudomonas non dovrebbe proprio comparire ).

Abbiamo tempestivamente informato il Comune di Genzano ed altre autorità perchè oltre all’inquinamento chimico, il cattivo stato della rete, le cattive prassi di disinfezione e la mancanza di monitoraggi seri e costanti potrebbe già da tempo aver esposto la popolazione a rischi sanitari volutamente non calcolati. Da quanto tempo l’ordinanza su Capo d’Acqua non è affissa e fatta osservare? Dal 2013 ad oggi chi e come ha monitorato lo stato di potabilità delle fonti? Come reagirebbe la cittadinanza se sapesse quanti trialometani ingurgita o applica sulla propria pelle ogni giorno? Come mai proprio gli idrocarburi sono sempre sotto la soglia di rilevabilità nelle analisi di conformità dei mattoni prodotti a Genzano e noi li ritroviamo nei suoli attigui? I trialometani sono possibili cancerogeni, assimilabili anche per inalazione e cute, la pseudomonas può causare gravi infezioni a diversi tessuti ed ha marcate resistenze agli antibiotici. La politica regionale chiacchiera e mentre non sanno o non vogliono riformare l’Arpab, la gente viene esposta agli effetti della “mala gestio”. Proponiamo ai genzanesi non solo di proseguire ed estendere le analisi da noi svolte, ma di ricercare anche le diossine ed i PCB sempre nei pressi della fornace, con un occhio anche alla discarica: attività i quali impatti sono sicuramente estesi e meritevoli di caratterizzazione e probabilmente anche di bonifica.
https://covacontro.org/la-procura-di-firenze-parla-di-traffico-di-rifiuti-speciali-a-genzano-ma-per-il-sindaco-erano-suggestioni/