Recentemente abbiamo notato una pesante politicizzazione dell’azione dell’Arpab volta più che al contrasto dei reati ambientali alla tutela turistica dell’economia locale provata dal COVID. Prima di dire che le coste ed i mare lucani sono salubri, limpidi e balneabili Arpab dovrebbe colmare deficit storici che ad oggi ancora permangono. Così mossi dalla voglia di mettere alla prova la propaganda di Arpab abbiamo prelevato in data 10 agosto un campione di acqua non ogni 600 metri o a 100 metri dalla costa (vi invitiamo cari lettori a provare a comprendere i punti esatti dei prelievi Arpab-ndr) ma a pochi metri dalla riva, a Fiumicello, lì dove i bambini fanno il bagno, gli stessi bambini che nei giorni scorsi hanno accusato febbre e gastroenteriti. Il campione appena prelevato appariva già sospetto, con una leggere torbidità che preannunciava una probabile positività al controllo microbiologico.

il campione prelevato dal laboratorio in data 10 agosto a Fiumicello
coordinate prelievo come da segnaposto: 39°59’49.1″N 15°41’57.7″E

Ci siamo rivolti ad un laboratorio extraregionale accreditato Accredia che si è occupato anche del prelievo, ed i risultati ci dicono che a Fiumicello il 10 agosto alle ore 16.25 (alcuni turisti ci segnalavano maggiore torbidità nelle ore pomeridiane):

  • i coliformi erano a 150 UFC, limite a 100 (parametro non ricercato da Arpab insieme all’ossigeno disciolto);
  • escherichia coli sotto soglia, 350 su 500, ma gli enterococchi risultavano a 900 a fronte di un limite di 200, infatti il laboratorio attesta la non conformità alle direttive sulla balneabilità.

Cosa dimostrano queste analisi? Che Cova Contro è più veloce ed accreditata di Arpab, il cittadino segnala e noi entro 48 ore avevamo organizzato prelievi e fondi, individuando il punto da studiare sulla base della segnalazione, rivolgendoci a strutture accreditate, quindi con standard qualitativi certificati che Arpab non ha, nonchè realtà private prive di condizionamenti politici o interni. Arpab pretende che la propria versione dei fatti sia dogma nonostante non abbia alcun accreditamento di qualità, nessun audit esterno e produca pareri privi di scientificità perchè privi di revisioni scientifiche, produce pareri tecnici, non scientifici, con quello che ha che tra personale ed attrezzatura è poco rispetto ai problemi cronici lucani. La vicenda, come altre, riporta alla luce la mancanza di un servizio di segnalazione di intervento ambientale, attrezzato e competente, al quale chiunque telefonicamente o con un’APP, possa segnalare l’anomalia ambientale di turno visto che noi di Cova Contro non riusciamo a gestire tutte le segnalazioni che ci arrivano men che meno Arpab vuole far squadra con noi.

I limiti della legge sulla balneabilità. Troppo pochi i parametri ricercati da Arpab, la quale come al solito interpreta ed applica in maniera restrittiva e sintetica le norme, infatti nessuno le vieterebbe di ricercare i coliformi, la salmonella e l’ossigeno disciolto, come la stessa Arpab indicava tanti anni fa su una vecchia pagina del sito web agenziale. Arpab in più si limita alla balneabilità ma da sempre non svolge il monitoraggio marino costiero e fluviale, nonchè ecologico, previsto dalle direttive UE, il vero esame ambientale, che presuppone la ricerca di decine di parametri, dall’azoto alla clorofilla, dall’indice trofico agli ortofosfati, Arpab di fatto fa un compitino per i mesi estivi e a singhiozzo fa il resto quando non lo omette. Nel 2019 per esempio vennero rilevati diversi pesticidi alla foce dell’Agri ma come spesso accade trovata la positività quell’esame non è stato più ripetuto e se svolto non pubblicato, perchè? E non dimentichiamoci che la direttiva sulla balneabilità è vecchia di decenni, ignora gli aggiornamenti scientifici per esempio su microplastiche o residui di farmaci (xenobiotici) presenti nelle nostre acque, vetustà voluta da classi politiche che pensano di celare in questo modo i difetti di una nazione, l’Italia, che da un lato è sotto infrazione europea per la cattiva o inesistente depurazione ma dall’altro si vanta delle bandiere blu e verdi. Ad oggi se il legislatore regionale volesse, si potrebbe fare una fotografia completa e credibile dello stato dei luoghi, basterebbe investire qualche migliaio di euro verso laboratori esterni visto che Arpab ancora diversi parametri non può ricercarli; del resto se nell’acqua finiscono i batteri fecali, si presuppone dalla locale rete fognaria-depurativa, con essi finiscono in acqua tutti gli xenobiotici possibili: molecole farmaceutiche, antibiotici, virus, microplastiche, nutrienti, tensioattivi, fosfati, metalli, oli e grassi etc etc. Non dimentichiamo che lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato uno studio sui rischi legati al Sars Cov 2 presente in quei circuiti idrici integrati mal funzionanti. Ovviamente i sedimenti restano fuori da ogni prescrizione analitica di legge, si giudica la qualità delle acque senza studiare i fondali. Le analisi pubbliche non tengono conto di altre variabili importanti: la modellistica di dispersione degli inquinanti provenienti da depuratori, barche, navi, scarichi abusivi, la presenza di corpi idrici artificiali (canali, idrovore per esempio) i cui tempi di rilascio a mare non sono neanche pubblici men che meno ricevono una depurazione. Basta mantenersi a 250 o 500 mt dalla foce di chicchessia per stare tranquilli? Le correnti marine, le condizioni meteoclimatiche complessive, la capacità diluente della massa idrica, e poi nel caso di Maratea la presenza di uno scarico sottomarino, tratto terminale del locale depuratore, sono di fatto aspetti non pregnanti dei prelievi pubblici, che guarda caso, nel tempo si sono spesso tenuti lontani dai giorni di Ferragosto a riprova che i controlli ambientali sono forse subordinati all’economia turistica? Infatti sul sito Arpab i dati di agosto ad oggi non ci sono.

schermata acquisita il 20 agosto ore 10:22, i dati di Arpab sono fermi a luglio

Le proposte per Maratea. Come al solito la rete depurativa lucana non è all’altezza dei flussi estivi servirebbero depuratori migliori o con reale capacità depurativa proporzionale alle presenze estive. Creare un secondo depuratore dedicato al flusso estivo o migliorare quello esistente aggiungendo dispositivi mobili di depurazione temporanea ricalcando l’idea di intervento adottata all’Itrec di Rotondella, remotizzare ulteriormente lo scarico esistente allontanandolo ancora di più dalla costa, ad una profondità maggiore, o separandolo con una ulteriore condotta, sdoppiando il punto di immissione scarichi in acqua, ovviamente quest’ultimo rimedio di urgenza sarebbe volto a migliorare solo la diluizione e non a risolvere il problema alla radice. Sicuramente urgono più controlli, più dettagliati e più puntuali soprattutto a Ferragosto ammesso che la salute venga davvero prima dell’economia.

Arpab ha rifiutato il prelievo incrociato con Cova Contro, da noi proposto, adducendo motivazioni incompresibili ed incoerenti. Arpab ad oggi sul sito web non ha ancora pubblicato i dati di agosto a differenza di altre arpa italiane che i dati li hanno online da tempo.

Segnalate, i cittadini sono le migliori sentinelle. In un sistema di controllo ambientale a pesante influenza politica la variabile realmente terza sono le persone, i turisti, i consumatori, la cosiddetta citizen science. Siete voi lettori che con le vostre segnalazioni contribuite attivamente alla ricostruzione della verità. Segnalateci tutte le anomalie che credete, compatibilmente alle nostre forze cercheremo di rispondervi e supportarvi intanto a stagione balneare in corso sarebbe utile raccogliere quante più testimonianze possibili su malesseri e problemi vari secondo Voi collegati alla qualità delle acque di balneazione. Punto a favore è il costo abbordabile di queste analisi che si aggirano sui 60 euro a campione prelievo escluso. Trovate in fondo alla home page i nostri contatti.

Le promesse ed i proclami della politica locale. Aver trovato queste non conformità a Maratea ci fa dedurre che probabilmente il problema era presente credibilmente anche nelle 24 ore precedenti e che sia continuato anche dopo, purtroppo la pioggia successiva ci ha impedito un secondo prelievo che avevamo già programmato. Alla luce di queste analisi come e dove collochiamo le rassicurazioni dell’assessore regionale all’ambiente che l’anno scorso dichiarava risolti i problemi fognari di Maratea? Nel 2017 Acquedotto Lucano annunciava investimenti e lavori su Maratea e relativo depuratore…se questi sono i risultati che ci restituisce l’acqua di Fiumicello allora qualcuno dovrebbe svolgere una seria valutazione sulla bontà di questi investimenti.