Naturali o no bisgonerebbe monitorarne andamenti ed effetti sinergici
Nel mese di luglio abbiamo campionato l’acqua di un pozzo idro-potabile distante poche centinaia di metri a valle del pozzo ENI – “DEMMA 1”.

Le analisi hanno evidenziato valori di arsenico, cancerogeno certo, a 5,6 mcg/l fronte di un limite di legge di 10 per la potabilità delle acque, bario a 60,5 mcg/l, boro a 239 ( limite 1 mg/l), sodio 129 mg/L, silicio 11,8 mg/l e stronzio a 707 mcg/l.
Bario, stronzio e silicio non sono vincolati per legge in Italia, e possono in base al loro stato/forma, avere determinate tossicità, tossicità ignota se considerati assieme.
Secondo legge l’acqua è ottima, anzi con caratteristiche da acqua minerale probabilmente, il punto è che le acque minerali non sempre equivalgono a salubrità certa ma su questo aspetto ci ritorneremo in futuro. Limitando il discorso al rapporto di prova in questione, abbiamo inviato mezzo pec al Comune di Salandra una serie di osservazioni al fine di coinvolgere anche Arpab ed Istituto Superiore di Sanità per capire se:
- Esiste un potenziale effetto sinergico con relativo impatto sanitario alla luce della presenza di suddetti metalli/metalloidi a fronte di un uso costante della medesima acqua anche a scopo potabile oltre che sanitario?
- Bario, stronzio e silicio perché non sono normati per legge? Dinanzi questi valori cosa bisogna fare?
- L’esposizione prolungata nel tempo ad acque con tale livello di arsenico esclude certamente il danno sanitario o il bio-accumulo da arsenico soprattutto per le fasce deboli?
- Negli USA, l’EPA ha fissato in 1,5 mg/l il limite dello stronzio per l’acqua potabile. Le autorità italiane concordano o no con questo limite?
- Visto che bario e lo stronzio sono presenti in diverse forme ed isotopi stabili, con caratteristiche diverse, può l’autorità pubblica accertarne l’esatta tipologia e natura di entrambi?
Il Comune di Salandra dovrebbe altresì attivarsi per effettuare un piano di monitoraggio specifico per l’arsenico, lo stronzio, il bario, il boro ed il silicio per comprenderne andamenti stagionali e diffusione sotterranea.