Ad agosto, dietro segnalazione di un valente cittadino valligiano, siamo andati sulla sponda sinistra dell’invaso del Pertusillo, agro di Grumento Nova, alle coordinate riportate in didascalia sotto. Il fenomeno era stato segnalato già nel 2016/17, nello stesso punto, ma allora come oggi questi fenomeni sembrano invisibili o risibili per le autorità locali. Privi di spiegazioni sulle cause, analisi dettagliate e censimento che elenchi questi fenomeni oramai molto diffusi nello spazio e nel tempo.
Le analisi da noi svolte, parziali, hanno restituito un quadro che almeno questa volta non presenta alcuno sforamento secondo legge ma c’è da considerare che: l’affioramento era esposto alla luce diretta del sole per diverse ore al giorno, era un periodo di siccità, ed appariva una sedimentazione. Ovviamente non abbiamo potuto per ragioni economiche analizzare e ricercare anche eventuali sostanze volatili, e fare uno studio in doppio separando parte liquida da solida tuttavia all’epoca Arpab l’abbiamo avvisata senza ricevere alcun riscontro.

Rispetto alla tabella dell’Arpa Umbria sotto riportata, che ci sembra un buon prospetto di sintesi e comparazione sulla qualità dei suoli coltivati e dei sedimenti lacustri possiamo dire che:
- nel campione prelevato ad agosto nel Pertusillo non emergono contaminazioni secondo il T.U. ambientale che valuta i suoli visto che per i sedimenti non esistono ancora limiti di legge;
- usando la tabella di Arpa Umbria emerge come diverse sostanze da noi ricercate non abbiano neanche un valore di riferimento, come il vanadio ed il cobalto. Quest’ultimo sarebbe tra i più abbondanti nel campione grumentino e fa il paio con il cobalto ritrovato in elevate quantità nella macchia rossa affiorante proprio sotto Tempa Rossa, fenomeno per il quale ad aprile la Regione aveva promesso una risposta immediata non ancora arrivata. La somiglianza tra i fanghi di Tempa Rossa e quelli del Pertusillo è evidente per colorazione e consistenza;
- purtroppo non abbiamo potuto misurare ferro, alluminio, manganese ed IPA ma speriamo possa farlo l’Arpab o il locale Osservatorio della Val d’Agri.

Il silenzio perenne della Regione e di Arpab. Da decenni la Regione ed Arpab non censiscono queste anomalie, nè indagano sulle cause del fenomeno. Calvello, Grumento, Montemurro, Ferrandina, Pisticci, Metaponto, San Mauro Forte, queste sono le aree ove solo noi di Cova Contro abbiamo denunciato ed analizzato una serie importante di affioramenti anomali dal suolo in questi anni. Quasi sempre acque rosse ed iridescenti, raramente grigio/nerastre e lattiginose ancora più raramente argentee o biancastre/giallastre. Arpab non ha ancora svolto una classificazione ecologica degli invasi/laghi nonostante la legge lo chieda dal 2008 ma in maniera ancora più stringente dal 2010 (classificazione LTLeco), manca la radiografia costante degli ecosistemi per capire quali specie abbiamo perso, quali rischiamo di perdere e come l’habitat peggiora. Purtroppo Arpab non ci risponde più, da tempo neanche alle richieste di accesso agli atti, idem ad alcuni legali che tutelano le vittime dell’inquinamento indotto. Il cortocircuito voluto si è fatto insostenibile, perfino i sindaci che nel tempo avevano chiesto tavoli e confronto pubblico su questi fenomeni sono spariti, l’inquinamento è diventato parte del paesaggio, una convivenza forse giudicata accettabile dallo status quo, ovvero da politica, imprenditoria e stampa. Dobbiamo continuare a documentare per essere pronti a testimoniare in ogni sede quella storia ambientale che il sistema Basilicata rigetta e vuole negare, un sistema di potere miope che usa l’inquinamento per elemosinare qualcosa in più alle aziende, per poi dimenticarsene e far finta di nulla ad elemosina ottenuta.



