Ad agosto, dietro segnalazione di un valente cittadino valligiano, siamo andati sulla sponda sinistra dell’invaso del Pertusillo, agro di Grumento Nova, alle coordinate riportate in didascalia sotto. Il fenomeno era stato segnalato già nel 2016/17, nello stesso punto, ma allora come oggi questi fenomeni sembrano invisibili o risibili per le autorità locali. Privi di spiegazioni sulle cause, analisi dettagliate e censimento che elenchi questi fenomeni oramai molto diffusi nello spazio e nel tempo.

Le analisi da noi svolte, parziali, hanno restituito un quadro che almeno questa volta non presenta alcuno sforamento secondo legge ma c’è da considerare che: l’affioramento era esposto alla luce diretta del sole per diverse ore al giorno, era un periodo di siccità, ed appariva una sedimentazione. Ovviamente non abbiamo potuto per ragioni economiche analizzare e ricercare anche eventuali sostanze volatili, e fare uno studio in doppio separando parte liquida da solida tuttavia all’epoca Arpab l’abbiamo avvisata senza ricevere alcun riscontro.

le nostre analisi

Rispetto alla tabella dell’Arpa Umbria sotto riportata, che ci sembra un buon prospetto di sintesi e comparazione sulla qualità dei suoli coltivati e dei sedimenti lacustri possiamo dire che:

comparando le nostre analisi alla tabella di Arpa Umbria non emerge alcuna anomalia purtroppo sia le nostre analisi che quelle di Arpa Umbria ignorano decine di composti

Il silenzio perenne della Regione e di Arpab. Da decenni la Regione ed Arpab non censiscono queste anomalie, nè indagano sulle cause del fenomeno. Calvello, Grumento, Montemurro, Ferrandina, Pisticci, Metaponto, San Mauro Forte, queste sono le aree ove solo noi di Cova Contro abbiamo denunciato ed analizzato una serie importante di affioramenti anomali dal suolo in questi anni. Quasi sempre acque rosse ed iridescenti, raramente grigio/nerastre e lattiginose ancora più raramente argentee o biancastre/giallastre. Arpab non ha ancora svolto una classificazione ecologica degli invasi/laghi nonostante la legge lo chieda dal 2008 ma in maniera ancora più stringente dal 2010 (classificazione LTLeco), manca la radiografia costante degli ecosistemi per capire quali specie abbiamo perso, quali rischiamo di perdere e come l’habitat peggiora. Purtroppo Arpab non ci risponde più, da tempo neanche alle richieste di accesso agli atti, idem ad alcuni legali che tutelano le vittime dell’inquinamento indotto. Il cortocircuito voluto si è fatto insostenibile, perfino i sindaci che nel tempo avevano chiesto tavoli e confronto pubblico su questi fenomeni sono spariti, l’inquinamento è diventato parte del paesaggio, una convivenza forse giudicata accettabile dallo status quo, ovvero da politica, imprenditoria e stampa. Dobbiamo continuare a documentare per essere pronti a testimoniare in ogni sede quella storia ambientale che il sistema Basilicata rigetta e vuole negare, un sistema di potere miope che usa l’inquinamento per elemosinare qualcosa in più alle aziende, per poi dimenticarsene e far finta di nulla ad elemosina ottenuta.

foto prelievo agosto 2021, Grumento sullo sfondo col punto di innesto dell’Agri nell’invaso, coordinate: 40.293852, 15.923400

lo stesso punto da noi analizzato nell’agosto di quest’anno, fotografato nel 2017 – fonte: https://www.facebook.com/photo/?fbid=1195259987217923&set=pb.100002017996291.-2207520000