Basta leggere l’albo pretorio dell’Arpab negli ultimi mesi per comprendere il caos che ormai governa l’agenzia, un caos ovviamente premeditato: annullamenti, modifiche, rettifiche, variazioni, sospensioni di delibere già emanate che affollano l’albo con una certa ridondanza.

Mai pubblicato un anagrafe delle presenze del personale, mai pubblicati gli indici di carico del personale: noi non sappiamo chi fa cosa e come, oltre che quando, e soprattutto sotto quale tutela sanitaria ( lavoratori ammalati o con altri problemi che svolgono mansioni a loro vietate ), oppure gente che ormai oberata di lavoro ricorre a ferie, malattie ed altre vie di fuga per evitare il pressing lavorativo. Ma se qualcuno lavora tanto in Arpab, allora gli altri cosa fanno? Non è dato sapere la tabella di marcia giornaliera degli uffici e soprattutto dei tecnici: ogni giorni quanti controlli per le AIA, o la balneazione, o la potabilità, o nelle bonifiche-caratterizzazioni, vengono svolti? E quando svolti, in che modo? Per esempio molti campioni prelevati in provincia di Matera devono essere consegnati entro 24 ore ai laboratori agenziali di Potenza, ma questo avviene sempre secondo norma? Lo stato di manutenzione della strumentazione e relativa operatività, sono stati sempre garantiti nei limiti previsti? Perchè Arpab non pubblica le analisi mano a mano che le stesse vengono stampate? E perchè, come per la balneabilità, quando pubblicate online le analisi, non viene riportata la data di pubblicazione web delle stesse? Queste domande e tante altre da tempo non trovano risposta.

La balneabilità negli anni passati veniva pubblicata il mese successivo, i dati di agosto messi on-line a settembre, ma ancora ad oggi Tecnoparco, come Semataf o Ecobas o il cementificio di Barile, non hanno una loro pagina sul sito Arpab, anzi per le ultime tre non esiste una sola analisi di falda on-line. La pagina: epidemiologia ambientale di Arpab è vuota, bianca, come quella analoga presente sui siti web dei comuni di Viggiano e Corleto Perticara. Le analisi sulle acque minerali mai viste, quelle sugli alimenti idem ( fatte dall’IZS ) e quelle sulla potabilità sempre parziali o pubblicare in abstract nelle relazioni generali.

Appena assunti, subito dimissionari. Con delibera n.279 il Dott. Lo Galbo, assunto come dirigente ad agosto, a 3mila euro al mese, si dimette il 7 settembre. Con la delibera 262 si è licenziata dopo un mese un’altra dirigente, la Dott.sa Denora Marianna. Chissà il motivo che ha spinto due neoassunti a non impiantare neanche le tende in Arpab.

Ancora non chiaro è il lasso di tempo che passa tra l’avvenuta stampa delle analisi e la loro pubblicazioni on-line, anzi non chiaro è il funzionamento dei flussi dei dati, tra laboratori, eventuali server (CMA) e l’ufficio STI che gestisce i flussi dei dati ambientali. Quante volte il cervellone informatico, obsoleto e sottodimensionato chiamato CMA, si è rotto e con quali conseguenze? Chi controlla la tempestività e la chiarezza nonchè completezza delle analisi messe on-line? Se ci sono cittadini ed associazioni che gratuitamente farebbero da valutatori esterni, disinteressati e gratuiti, perchè vengono ignorati?

Una cosa è certa: l’Arpab va peggio di un anno fa, quando Schiassi la lasciò già in fase di affondamento. Con la delibera 281 invece parte il risiko dei dirigenti, tra i quali  intercorsi pensionamenti e dimissioni, costringono Iannicelli ad unificare le competenze, ad interim, e quindi chi era responsabile dell’Ufficio Radioattività prende anche le Risorse Idriche, Suolo e Rifiuti insieme ai Pesticidi, Uffici Aria divisi tra Potenza e Matera, etc…praticamente una mossa di cui sono ignote le ripercussioni operative.

Ma se molti lavorano in emergenza, allora quanti lavorano bene? Quanti sono i procedimenti disciplinari interni avviati? Mentre Legambiente si “auto-osanna” la sua “legge-compromesso” sugli ecoreati tanto piaciuta al lobbista Renzi, in Basilicata si subiscono continue omissioni, truffe e danni alla salute pubblica, questi ultimi reati ampiamente previsti dal codice penale da decenni, ben prima dell’intesa Renzi-Legambiente.

 

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.