La delibera n.468 del 16 novembre è impietosa: l’Arpab non può migliorare perchè la Regione promette soldi per il rafforzamento (masterplan) che non eroga. 17 meuro bloccati per mesi per una variazione di bilancio approvata in ritardo dalla Giunta Pittella, variazione arrivata due giorni prima della bocciatura della Corte dei Conti alla mancata parificazione del bilancio regionale, praticamente enti sull’orlo di una crisi di nervi.
L’agenzia nella delibera riporta che:
– aumentato il carico di controlli da eseguire ( anche a causa degli impegni presi in commissione d’inchiesta ), l’agenzia si sta rilevando oggi ancora più sottodimensionata rispetto a prima;
– 700mila euro di attrezzature non ammortizzate inventariate a fronte di 9 milioni di euro di attrezzature mancanti;
– l’agenzia non riuscirà in tempo ad assumere le 80 unità previste per portare i controlli a regime;
– il carico lavorativo sui dipendenti è aumentato al punto da accrescere il ricorso a sindacati ed assistenza sanitaria;
insomma l’Arpab è ancora in alto mare e i mesi passano e le industrie continuano a lavorare ed impattare.
I soldi promessi ad Arpab nel masterplan sono certi sulla carta ma non nei tempi e nei modi, stanziamenti eccessivamente dilazionati nel tempo potrebbero compromettere il masterplan visto che l’Arpab giornalmente è chiamata ad analisi routinarie, specialistiche ed iperspecialistiche. L’Arpab continua a non funzionare, anzi va peggio di prima. Purtroppo molti altri enti hanno negato ad Arpab forme di fattiva collaborazione sul campo ed ancora in giunta pensano che un paziente a cuore aperto possa svolgere il suo lavoro abituale. L’Arpab va congelata durante la riforma e le mansioni retribuite ad Arpa/laboratori/enti accreditati esterni coinvolti a rotazione ed in maniera incrociata – siamo il primo caso in Italia di fallimento reiterato e conclamato di un’arpa eppure vogliamo ancora ignorare il dato acquisito continuando così a perdurare nell’errore.
L’Arpab indichi le direttive amministrative e teoriche ( qui il personale non manca, anzi ), ed il lavoro sul campo venga per un biennio retribuito ad enti terzi, laboratori privati accreditati inclusi, permettendo ai cittadini/ associazioni di fungere anche da osservatori terzi-l’Arpab non può lavorare regolarmente mentre deve occuparsi anche della sua riforma interna.
E mentre i mesi passano e le attrezzature mancano ( incluso il personale idoneo a gestirle ) l’Arpab accende comunque un mutuo con la Cassa depositi e prestiti per l’acquisto della sede di Matera mentre per le analisi di diossine e furani si continua a pagare l’ArpaC ( Campania ) rinnovando puntualmente la convenzione: il mutuo per la sede nuova si, il mutuo per acquistare i macchinari idonei alla ricerca delle diossine no, quello meglio in leasing, appoggiandosi perchè no alla stressa arpa che tanto ha lavorato bene nella Terra dei Fuochi.