Nel dicembre 2015, nella relazione annuale ARPAB di contrasto alla corruzione, si riportano 4 nostre segnalazioni su presunti illeciti in atti ARPAB, ma ci soffermiamo su due:

Il responsabile anti-corruzione di allora, conferma implicitamente nel rapporto allegato, che l’affidamento alla Ecoresearch di Bolzano non era stato fatto a norma ed infatti il subentrate direttore Iannicelli lo annullava in autotutela nel 2016, invece l’ATR con gravi pendenze già all’epoca della nostra segnalazione, ed il disastro ambientale già finito sulla stampa nazionale, in seguito si vedeva revocata dal Comune di Napoli il bando sulla bonifica dell’amianto e pochi giorni fa, ai danni dei Pellini (ATR), la magistratura ha sequestrato beni in tutta Italia, da Bolzano a Salerno, per circa 200 milioni di euro, il tutto dopo aver comunque manutenuto in Basilicata la rete di monitoraggio delle falde in Val Basento. Pensiamo che nel 2017 siano maturi i tempi per pretendere da Arpab chiarezza sulla vicenda, con spiegazioni esaustive ed ufficiali: mentre alcuni sbattevano ai Pellini la porta in faccia, perchè in Val Basento l’ATR ha lavorato tranquillamente? Il piano anti-corruzione ha funzionato in Basilicata contro un’azienda condannata per disastro ambientale? Perchè il responsabile del piano anticorruzione dell’Arpab dell’epoca, non ha riportato nella relazione informazioni dettagliate anche sulla liceità  delle altre segnalazioni, ATR  inclusa ? Negli anni successivi queste segnalazioni pendenti che evoluzione hanno avuto?

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.