Domani 6 dicembre presso l’Aula Magna dell’UNIBAS ennesimo salotto scientifico di relatori amici del petrolio. Nell’università che sopravvive grazie alle royalties petrolifere, docenti unibas che ancora non pubblicano testi, convenzioni e termini economici dei loro accordi con le compagnie petrolifere, parlano di un fenomeno, la sismicità, che potrebbe essere uno dei talloni di Achille di tutto l’affare petrolifero lucano.
Ci sarà Doglioni dell’Ingv ma anche ex docente UNIBAS, e che ad oggi non ha ancora pubblicato il dettaglio economico della precedente consulenza del suo istituto ad ENI ( anni 2013-2015 ), negatoci integralmente l’accesso allo studio derivatone, come negatoci anche l’accesso ai pareri di Eni e dei legali dell’INGV con le opposizioni alla divulgazione del medesimo. C’è il Prof. Prosser, da sempre alfiere della collaborazione, o meglio sudditanza, nei programmi congiunti UNIBAS-SHELL-ENI-KAZAKISTAN; c’è Tony Stabile ricercatore del CNR che per primo pubblicò gli effetti micro-sismici della reiniezione petrolifera a Costa Molina 2, studio condiviso anche dallo stesso Doglioni, ma criticato dal gruppo INGV che prestò la consulenza ad ENI sulla medesima area. La collocazione della faglia di Stabile venne criticata da INGV prima, Eni poi ed anche dal Prof. Boschi che addirittura, caso unico più che raro, chiese il blocco della reiniezione petrolifera a Montemurro! Intanto nelle varie autorizzazioni AIA e determine regionali, anche di recente fattura, il parere di Boschi come tutte le altre pubblicazioni in materia di sismicità, subsidenza ed inquinamento dei corpi idrici sotterranei sono sistematicamente ignorati dalla Regione Basilicata, come analogamente non esiste al di fuori di ENI, un vero controllo costante, esteso e terzo degli impatti sismici delle estrazioni petrolifere lucane, infatti anche l’ultimo accordo quadro tra Regione, ENI e Ministero dello Sviluppo Economico pare ancora fermo alla stadio cartaceo.
Quali sono gli interessi secondari, manifesti o meno, dei vari relatori? Precari o di ruolo si è ben capito che il conflitto d’interessi, diretto od indiretto, prossimo o di ritorno, interessa tutti, precari o strutturati, perchè se è vero che il ricercatore precario ricerca stabilità, anche il dirigente strutturato ricerca incarichi sempre meglio retribuiti, o nuove consulenze, o nuovi business.
Nel panel dell’evento compare anche il sempre verde Angelo Masi, che già anni fa auspicava la spesa delle royalties per l’adeguamento sismico degli edifici valligiani! Praticamente da questi scienziati che domani parleranno non è mai uscita dalla bocca la parola: precauzione, perchè per loro, nel dubbio, le attività petrolifere possono continuare e continua così la perorazione sbagliata di una scienza, quella della terra, non contraddistinta da autonomi percorsi teorici od etici, ma sempre a servizio del compromesso verso l’industria e la politica, praticamente una scienza di servizio e non di giustizia sociale.
Fa riflettere la presenza di tutti questi studiosi americani nell’evento: a naso mi riporta alla memoria l‘interesse della NATO per la sismicità in Val d’Agri, interesse militare, sul quale non abbiamo mai avuto nè riposta dalla NATO nè appoggio dagli eurodeputati nel chiederne le motivazioni. Il mancato invito alla cittadinanza, la mancata calendarizzazione di un dibattito col pubblico, l’assenza di un contraddittorio conferma la natura politico-lobbistica di questi eventi.