Poche settimane fa riceviamo la segnalazione della presenza, senza conta, di carcasse di carpe (apparentemente monospecie) e contemporaneamente schiuma superficiale e compatta nei pressi della foce del fiume Bradano. La segnalazione è giunta nel primo pomeriggio del 6 maggio e si presume, stando allo stato di decomposizione, che la moria degli esemplari risalga a circa 2 settimane prima, quindi al 23 aprile circa. Come Cova Contro abbiamo subito informato il Sindaco ed i Carabinieri Forestali chiedendo un riscontro immediato attraverso esami di natura chimica e tossicologica delle acque e delle carcasse.

il Bradano nei primi di maggio 2022

Il riscontro immediato è stabilito dal D.Lgs. 116/08 – DM 30/03/2010 All. E. L’attuale normativa prevede che per ogni acqua destinata all’uso balneare venga redatta una scheda identificativa chiamata “Profilo delle acque di balneazione” dove, tra le altre informazioni vengono indicati nella sezione “identificazione delle cause di inquinamento“, ovvero gli scarichi che possono influenzare la qualità di tale acqua. Ad oggi ci risulta che la Regione Basilicata non osservi questa norma.

Non è la prima volta che si verificano episodi simili di moria pesci, nel Lago del Pertusillo il 9 maggio 2020, nel 2017, nel 2015 e maggio/agosto del 2011. Anche ad aprile del 2020 ci fu una moria di pesci alla foce dell’Agri tra Policoro e Scanzano, oltre la moria di Carassi del 2017 nella diga del Basentello o i pesci spiaggiati a San Basilio, con una concentrazione che aumentava man mano che ci si avvicina alla foce del Cavone. Altri esemplari si sono spiaggiati anche in territorio di Scanzano nel settembre del 2010.

Morie che, a detta delle Autorità, risultano essere in buona sostanza: fenomeno ‘naturale’, dovuto a batteri, infezioni e/o ad alghe, o stress riproduttivo, o pesca di frodo. Mentre attendiamo da anni che siano resi pubblici tutti i referti analitici di queste morie ovvero quelle passate per gli Istituti Zooprofilattici di Foggia e Teramo, ad oggi ci rimane solo un referto completo, quello curato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie nel 2017, per giunta anche incompleto, risulta lecito pensare che tutte queste morie “naturali” non hanno precise spiegazioni a corredo, men che meno un registro ad esse dedicato. Ma come è possibile escludere a priori altre cause? Di norma, essendo evidenti altri presupposti di natura ambientale, fatto salvo casi comprensivi di evidenze scientifiche, si dovrebbe parlare di inquinamento idrico come causa.

Le acque di scarico possono contenere molti materiali organici che per decomporsi assorbono grandi quantità di ossigeno. Per quanto concerne il censimento degli scarichi a mare, la Regione Campania per esempio, sulla carta, appare tra le più attente: questo è quello che si può consultare al seguente link

Si pensi che, nel solo Comune di Maratea, secondo una nota dell’ex assessore Gianni Rosa – ha evidenziato come da rilievi dell’Acquedotto lucano del novembre 2019 risultavano 760 utenze, di cui 617 utenze domestiche, 60 commerciali e 83 altri usi, ancora non ancora correttamente allacciate alla rete fognaria e quindi con potenziali scarichi irregolari. Sempre lo scorso anno l’assessore Rosa sollecitava anche la Capitaneria di Porto a intensificare le verifiche sulle imbarcazioni, potenziali responsabili della presenza in mare di scie di rifiuti, detriti e schiume.

Cosa ci permettono di osservare tutti i dati satellitari consultabili a titolo non oneroso, alla foce del Fiume Bradano e quali strumenti abbiamo per effettuare una attività di monitoraggio e scoperta?

Ai fini del monitoraggio del territorio vengono in particolare utilizzate le immagini multispettrali Sentinel-2 (13 bande) caratterizzate da un elevato tempo di rivisitazione (3-5 giorni) e una risoluzione compresa tra i 10 m e i 60 m, e le immagini radar delle missioni Sentinel-1. Purtroppo non abbiamo integrazioni da terra, con droni o altro. Per l’analisi dei dati Sentinel-1 si è impiegato lo script ORM (Oil slicks and Red tide monitoring) e WSR (Water Surface Roughness) (Referenze). Lo script ORM è in grado di rilevare chiazze di petrolio e maree rosse (fioriture algali dannose) in mare. Oltre alle fuoriuscite di petrolio e alle maree oceaniche rosse, lo script può essere utilizzato anche per monitorare la qualità dell’acqua delle zone umide e dei fiumi collegati al mare, rilevando l’inquinamento causato da inquinanti industriali, liquami, densità di alghe e fango. L’aumento dell’inquinamento idrico è indicato da colori giallo brillante, arancione e rosso nella composizione RGB. Lo script WSR è un valido supporto nel monitoraggio marittimo (monitoraggio delle navi, monitoraggio dell’inquinamento da idrocarburi, correnti marine, etc…). Per l’analisi dei dati Sentinel-2 si sono impiegati, in merito alle attività di scoperta, gli script di seguito descritti. Per la ricerca della presenza di plastiche nelle acque, si è impiegato lo script OPDP (Ocean Plastic Detector Prototype) prototipo del rilevatore di plastica oceanica. Per la ricerca della qualità dell’acqua il UWQV (Ulyssys Water Quality Viewer) e per visualizzare dinamicamente le condizioni di clorofilla e sedimenti dei corpi idrici; già impiegato in un precedente lavoro nella rada di Augusta. Lo sperimentale OPDP, dovrebbe mostrare la presenza di plastica nell’acqua su una scala blu scuro/gialla, con il blu scuro che non rappresenta alcuna contaminazione (Referenze).

Risultati. Le immagine contenute nella Fig. A hanno come finalità quella rappresentare il confronto tra immagini della stessa area in forma ottica (a sinistra – Google Earth) e dato SAR (a destra). Il grafico in esso contenuto permette di apprezzare i diversi valori di classificazione assunti da uno specifico pixel in un dato arco temporale (dal 22 aprile al 18 maggio 2022). Tali valori rimangono pressoché costanti nell’arco temporale considerato ad eccezione di quello relativo al giorno 30 aprile 2022. L’immagine dal dato SAR del 30 aprile 2022 – Fig. B, attraverso la lettura del Profile Plot, restituisce una più che modesta presenza di una anomalia alla foce del fiume Bradano.

Fig. A – Sentinel-1 del 18 maggio 2022 –ORM (Oil slicks and Red tide monitoring)
Fig. B – Sentinel-1 del 30 aprile 2022 – WSR (Water Surface Roughness)

Le immagini che seguono, Fig.re C e D, rappresentano rispettivamente l’elaborazione dei dati del satellite ottico Sentinel-2 con gli script OPDP (Fig. C) e UWQV (Fig. D) nel formato animato .gif; arco temporale compreso tra il 9 aprile e 24 maggio 2022.

Fig. C – Sentinel-1 serie temporale dal del 9 aprile al 24 maggio 2022 – OPDP
Fig. D – Sentinel-1 serie temporale dal del 9 aprile al 24 maggio 2022 – UWQV

Segue una descrizione analitica delle anomalie sopra evidenziate.

La foce del Fiume Bradano, un po’ come tutte le foci, sono spesso oggetto di presenza di anomalie, riconducibili a forme di inquinamento o di naturale trasporto di sedimenti nel corpo idrico. L’immagine Sentinel-2 che segue mostra la foce dei Fiumi Bradano, Basento e Cavone; presa del 21 dicembre 2015; l’apporto di materiale anomalo, com’è evidente, è fortemente presente.

Conclusioni. Gli enti locali oppure la fondazione FEE, che rilascia la bandiera blu, non usano i nostri metodi di indagine per controllare l’ambiente e farebbero bene ad impiegarli, vista la carenza di risorse per i controlli a terra. Le immagini sopra riportate restituiscono un quadro, interessante dal punto di vista scientifico, ma poco confortanti dal punto di vista dell’inquinamento: il tratto finale del fiume potrebbe essere esposto ad un mix di: scarichi fognari/agricoli/zootecnici non depurati oltre ad una certa presenza di microplastiche. Sarebbe importante stabilire quali apporti inquinanti provengono dal fiume e quali fenomeni invece potrebbero essere accentuati dall’avanzata del cuneo salino, sicuramente serve un censimento delle sorgenti inquinanti aggiornato ed incrociato, con sorveglianza satellitare e prelievi da terra. Monitoraggio che noi di Cova Contro potremmo fare se dalle istituzioni locali arrivasse un concreto appoggio.

Sotto le foto inviateci il 6 maggio: