Il 5 dicembre è stata battuta la notizia della scomparsa della piattaforma mineraria “Ivana D”, collocata nel Nord dell’Adriatico a pochi chilometri dalla costa croata. Era impiegata per lo sfruttamento di idrocarburi e gas dall’Eni me era diventata di proprietà della croata INA (Industrija Nafte) una compagnia petrolifera statale croata. La comunicazione della scomparsa è stata fornita dal Ministero del Mare, del Traffico e delle Infrastrutture croato che ha reso noto di aver perso “il contatto visivo” con la struttura che si trovava al largo di Pola.

L’avaria era stata registrata nelle ore pomeridiane di sabato 5 dicembre, causata ufficialmente dalle violente raffiche di vento che lo scorso fine settimana hanno colpito l’area;  si trattava di una struttura autonoma gestita da remoto. Il Ministero ha reso noto che durante il maltempo sono state avviate tutte le procedure di sicurezza e che l’incidente non ha avuto conseguenze per l’ambiente.

In un articolo dell’11 dicembre del  quotidiano “Il Piccolo”, a firma di Andrea Marsanich, si legge che: “…confermato il ritrovamento a meno 43 metri; ci hanno messo poco a trovarla adagiata in fondo al mare, proprio nello stesso punto in cui sabato scorso la piattaforma metanifera Ivana D era scomparsa, piegata inesorabilmente da uno scirocco con raffiche ben oltre i 100 chilometri orari e onde alte fino a 6 (sei) metri…

Alcune domande, oltre “l’avaria registrata”, sorgono spontanee: è possibile ricostruire il traffico di mezzi o natanti presenti nell’area prima del “collasso strutturale”? Esistono referti sullo stato di conservazione della piattaforma prima del crollo? Chi deve garantire l’integrità strutturale delle piattaforme offshore e come?

Per rispondere a queste domande ci viene in aiuto chi ha operato nel campo dell’intelligence geospaziale attraverso l’impiego di dati prodotti dal telerilevamento satellitare. In particolare quelli messi a disposizione (open source) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) del programma Copernicus – missione Sentinel; dati satellitari che forniscono una serie di prodotti e servizi a supporto di studi scientifici e gestione delle emergenze. Tali dati sono prodotti da sensori attivi (SAR – Radar ad Apertura Sintetica) e passivi (multispettrali).  Le aree tematiche in cui si inseriscono i servizi legati al programma Copernicus sono sei: territorio, mare, atmosfera, cambiamento climatico, gestione emergenze e sicurezza. La missione Sentinel-1 è costituita da una costellazione di due satelliti, equipaggiati con sola strumentazione radar, il satellite Sentinel-1A è stato lanciato il 3 aprile 2014, mentre l’1-B il 25 aprile 2016.

In sintesi, i dati provenienti dal telerilevamento, in questo caso quelli di Sentinel-1, possono fornirci informazioni esaustive per comprendere:

1 – quando è avvenuta la scomparsa della piattaforma e con quali condizioni meteo? (velocità e direzione del vento, altezza delle onde…etc);

2 – quanti natanti/imbarcazioni/sottomarini emersi erano presenti nelle strette vicinanze della piattaforma?;

3 – è possibile verifica la presenza di eventuali forme di inquinamento? (oil spill detection).

Le nostre domande. Domanda 1 – Quante sono le piattaforme petrolifere nel mare Adriatico e dove stanno?

Fig. 1 – Stralcio della localizzazione delle piattaforme petrolifere nel mar Adriatico – colore rosso sono le piattaforme italiane in colore giallo quelle croate, 98 strutture sono italiane, 17 quelle croate http://www.piazzadellafiera.it/foto/tradizionali/piattaforme.html

La Ivana D, come riportato dalle autorità croate, nel giugno del 2018 era stata oggetto di una ispezione sottomarina (ROV – Remotely Operated Vehicle) conclusasi con il rilascio di un “certificato di sicurezza per il lavoro”.

Domanda 2 – Chi e da dove ha perso il contatto visivo?

Figura 2 – Estratto dalla Tabella 3 Piattaforme (www.va.miniambiente.it)

Esistono sei piattaforme Ivana  e alcune si trovano molto vicine, come si vedrà in seguito. La piattaforma Ivana A  è l’unica che risulta essere presidiata; la distanza tra esse è di circa 5 Km.

Domanda 3 – Quali erano le condizioni meteo il giorno della scomparsa all’ora del passaggio del satellite?

Fig. 3 – Immagine acquisita dal sito  https://view.eumetsat.int/productviewer?v=default
Fig.4 – andamento venti da Meteo.it

Dati della Stazione multi-parametrica del CNR – Boa E1 (44.143258 °N – 12.571069 °E) SMAR-CNR-METEO-E1.

Fig. 5 – Estratto dei dati meteo – http://e1.bo.ismar.cnr.it/perl/e1_home.pl

Valore medio Temperatura = 12  °C; Velocità media del vento  = 22 m/s; Media Raffiche di vento   =    25 m/s; Direzione media del vento =  180°. Le condizioni meteo era pessime. La stazione ISMAR-CNR-METEO-E1, il giorno della scomparsa, ha registrato della velocità del vento compresa tra 80 e 90 Km/h.

Domanda  4 – Quando scompare la piattaforma IVANA D?

La piattaforma IVANA D, sabato 5 dicembre 2020, durante il passaggio del satellite, ossia alle 17 circa, era ancora al suo posto. Le autorità, come riportato dall’articolo di stampa, parlano di scomparsa avvenuta “nelle ore pomeridiane di sabato 5 dicembre”. Il 9 dicembre 2020 alle ore 06 circa, la piattaforma non risulta più visibile sulle immagini SAR.

Domanda  5 – E’ possibile ipotizzare una collisione con un natante?

Effettivamente quel sabato, il giorno della scomparsa, un corpo continuo (probabilmente un natante/imbarcazione/sommergibile)  e che risponde con forza al segnale SAR, come mostra il grafico, è presente nell’immagine; dista circa 1 km dalla piattaforma IVANA D. Il netto profilo, rappresentato nel profile plot,  rappresenta l’ottima risposta del segnale.

Domanda 6 – E’ possibile vedere quale fosse la direzione e la velocità del vento nell’istante del passaggio del satellite?

Fig. 11 – Elaborato della stima delle componenti e direzione del vento

Dopo le elaborazioni la velocità del vento stimata dall’algoritmo del software SNAP risulta essere di circa 70 km/h.

Domanda 7  – E’ possibile verificare se sono presenti eventuali forme di inquinamento nell’area?


Fig. 12 – Elaborazione del dato SAR relativo al giorno 20201209  – presenza di presunti oil spills

Sempre nell’immagine del giorno 9 dicembre, sono state riscontrate più “anomalie” superficiali, una traccia con un fronte di circa 15 Km che sarà oggetto di ulteriori analisi.

Conclusioni. L’istante esatto in cui la piattaforma IVANA D sia scomparsa, allo stato attuale e con la nostra metodica, non è possibile stabilirlo, dato che potrebbero ricostruire le strutture radar nazionali dei rispettivi paesi, in particolare la Croazia. Richiederemo nuove immagini ed altri dati SAR in merito. L’ipotesi paventata di precedenti cedimenti strutturali, quindi la possibilità che la vulnerabilità della piattaforma fosse stata compromessa precedentemente, potrebbe essere oggetto di studi avanzati di Interferometria Differenziale SAR (A-DinSAR). Verranno richiesti dati anche alle Autorità competenti (Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare) e alla  Società prima proprietaria della piattaforma, ossia ENI. Le condizioni meteo nell’area, sicuramente possono essere state determinanti ma, come è stato descritto e illustrato, c’era anche la presenza di un natante/imbarcazione/sottomarino, sul quale almeno il governo croato dovrebbe dare risposta. Cova Contro proseguirà le indagini perché il mistero si infittisce anche alla luce delle sommarie ricostruzioni della stampa e delle autorità. La vicenda pone un vecchio problema ma sempre attuale: le piattaforme chiuse e non più produttive perché non vengono smontate e smaltite? Perché i governi autorizzano il deturpamento del paesaggio marino privandolo anche di controlli moderni ed in continuo? Quali controlli ambientali vengono svolti a piattaforma chiusa? Chi garantisce che da esse non si rilascino sostanze inquinanti? Dobbiamo aspettare le calamità per smontarle e smaltirle? Chi ci rassicura che i rottami o altri scarti non vengano abbandonati definitivamente sul fondo?

Anche se parliamo di acque croate, perché l’Unione Europea ed i governi, non attuano un monitoraggio satellitare costante delle varie piattafome marine? Anche questo è l’ennesimo regola degli stati UE alla lobby del fossile? C’erano perdite nella zona in questione ma di che tipo?

Sitografia:

https://www.periodicodaily.com/ritrovata-piattaforma-ivana-d-scomparsa-a-43-metri-nelladriatico/ (la modellistica di dispersione dei rottami conferma altro ossia l’oil spill in movimento verso l’italia)

https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2020/12/08/news/la-piattaforma-ivana-d-sparita-dopo-la-violenta-sciroccata-1.39634445

https://www.ilsole24ore.com/art/piattaforma-scompare-adriatico-ritrovata-fondo-43-metri-ADbnKR8?refresh_ce=1