I fatti giudiziari e non degli ultimi mesi confermano un andazzo allarmante diventato prassi: l’Arpab non fa prevenzione ambientale e si attiva solo a comando della politica o della magistratura ad emergenza avviata.
Sull’Itrec hanno dimenticato di controllare tutti i pozzi/sorgenti fuori dal perimetro Sogin-ENEA o di ricercare gli inquinanti chimici in alcuni piezometri interni dove ricercavano solo la radioattività, e si sono dovute attivare le associazioni mesi or sono per palesare il mancato controllo degli inquinanti chimici a mare, intanto nessuno controlla nel dettaglio fauna ittica stanziale ed alimenti locali ( la convenzione ASM – Istituto Zooprofilattico non è ancora partita ). Intanto il sindaco di Policoro si vanta delle analisi dell’acqua di mare negative ma non dicono che sono fatte a scarico fermo e sequestrato! Perchè non hanno ricercato trielina e cromo esavalente nei sedimenti e nella fauna locale?
Al COVA di Viggiano la VIS è lettera morta e la pagina web di Arpab sull’epidemiologia ambientale è bianca mentre tra pochi mesi Tempa Rossa dovrebbe entrare in funzione. Sull’acqua potabile si ricercano molte meno sostanze di quelle previste per legge e la filiera di preallarme non funziona. Sul Basento si sono sversati migliaia di metri cubi di fanghi tossici ma manca ancora una caratterizzazione dei sedimenti di tutta l’asta fluviale da Salandra alla foce del Basento, idem per gli altri fiumi.
Sulla Sider come su Fenice ed Italcementi non esistono costanti biomonitoraggi estesi ad alimenti e persone, sul cementificio Costantinopoli di Barile si sa qualcosa della ricerca del solo inquinamento acustico, e per diverse discariche non esiste neanche un dato sulla qualità delle falde. Praticamente Arpab è il laboratorio analisi del PD, conferma fotografica ne è anche la costante partecipazione dei suoi dirigenti ai convegni elettorali del PD lucano. Un danno erariale continuo con impatti sanitari ignoti che paghiamo oltre 13 milioni di euro l’anno, con il connivente silenzio dei vari ordini professionali in essa incardinati.
F.to Giorgio Santoriello – Gian Paolo Farina