Nel mese di dicembre tra il 17 ed il 19, ci è stata segnalata un’anomala colorazione dell’acqua presso un canale di bonifica che attraversa l’abitato di Metaponto, unitamente ad un forte olezzo. Contestualmente presso il borgo un cittadino ci inviava una foto relativa all’acqua di rubinetto anch’essa con anomala colorazione. Sempre nel medesimo giorno ci venivano segnalati lavori in corso da parte di Acquedotto Lucano nella medesima zona.

Siamo riusciti ad analizzare solo l’acqua del canale, con punto di prelievo posto a poca distanza da una locale azienda di trasformazione di prodotti agricoli che per giunta pare utilizzi acqua ad uso irriguo per lavorazioni alimentari e che scarichi su suolo nella zona. L’analisi dell’acqua del canale rileva che:
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- l’escherichia coli, classico indicatore fognario/fecale, è a 10000 ufc a fronte di un limite di 5000 (limite usato per gli scarichi ma qui trattasi di acque superficiali quindi il limite usato è al rialzo rispetto alle esigenze ambientali del caso-ndr);
- l’azoto nitrico è a 21 mg/l a fronte di un limite (per gli scarichi) di 20;
- tracce di ammoniaca.
L’acqua è stata analizzata per 5 parametri, pochi, ma bastevoli per indicare la cattiva qualità della stessa la quale defluisce a mare senza alcuna depurazione essendo proveniente da un canale di bonifica diventato fogna. Nel 2017 l’ASM segnalava un allarme sanitario per la non conformità delle acque del canale “3A11” in agro di Policoro che presentava:
- solidi sospesi totali TDS a 3800 mg/l a fronte di un limite di 25;
- tensioattivi totali a 1,1 mg/l ( limite 0,5)
- fosforo totale a 3,4 (limite 2)
- rame 0,13 (limite 0,1)
- manganese 22 ( limite 0,2)
- ferro 100 (limite 2)
- alluminio 82 (1)
- BOD a 370 (20)
- COD a 800 (100).
Queste ultime analisi vennero commissionate nel 2017 dal Consorzio di Bonifica e denunciate dall’ASM anche alla procura materana. Metalli come ferro ed alluminio, o parametri chimici come la richiesta di ossigeno erano decine/centinaia di volte la soglia di legge per gli scarichi al suolo, quindi se a queste acque si decidesse di applicare gli standard di qualità per le acque fluviali (infatti gli enti controllori ed i loro laboratori continuano impropriamente ad applicare le norme sugli scarichi che andrebbero applicate solo al flusso di scarico e non alle acque che lo recepiscono, un trucco da tempo usato in Basilicata con il silenzio dell’ordine dei chimici, forse per sminuire la gravità delle contaminazioni – ndr) i tenori sarebbero spaventosi infatti avremmo alcuni metalli pesanti nell’ordine di decine e centinaia di migliaia di microgrammi per litro. Praticamente i nostri canali, o almeno alcuni di essi, sono delle fogne civili, agricole ed industriali non depurate che finiscono tal quale in mare: anzi alcuni di essi sono oggetto di captazione anche ad uso irriguo. Da notare che la quasi totalità delle foci dei canali a mare non sono segnalate da alcuna cartellonistica di divieto di balneazione, a conferma dell’estemporaneità delle bandiere blu o verdi. Arpab ad oggi non ha ancora pubblicato un solo rapporto relativo alla qualità chimica delle acque superficiali afferenti ai canali di bonifica, men che meno sui sedimenti.

Ad oggi non ci è ancora chiaro come funzioni il sistema di comunicazione e di preallarme in concomitanza coi lavori di manutenzione della rete idrica potabile, infatti mentre AQL lavorava in agro di Metaponto giorno e notte con gli escavatori per una causa non meglio descritta, al borgo l’acqua si colorava di marrone: in caso di intorbidamento delle tubature potabili viene sempre emessa tempestivamente l’ordinanza precauzionale di divieto di utilizzo dell’acqua? Il coordinamento tra igiene sanitaria e manutenzione reti funziona sempre oppure la gente viene sistematicamente anche per poche ore esposta a danni sanitari pur di non emettere ordinanze che danneggerebbero il turismo visto che proprio a ridosso del Natale 2019 alcuni centri abitati materani hanno avuto problemi di approvvigionamento idrico?
Segnaleremo la situazione alle autorità competenti. Eviteremo d’ora in avanti di pubblicare per intero i certificati di analisi e le relative fatture a cause delle numerose ingerenze e vessazioni denunciate da diversi laboratori al fine di garantire loro un lavoro sereno e non perdere la possibilità per noi di ulteriori collaborazioni con gli stessi visto che in questi anni alcune strutture hanno interrotto unilateralmente la collaborazione con noi per le intimidazioni subite finanche da membri del direttivo dell’ordine dei chimici. Pubblicheremo solo le foto con i valori ed i costi sostenuti, gli originali saranno sempre a disposizione dei nostri sostenitori o dei richiedenti che ne formuleranno richiesta palesando almeno la loro identità.