Cova Contro nasce nel 2013 come organizzazione di volontariato per avviare un dibattito sulla stagione petrolifera lucana, capirne il fenomeno e sensibilizzare sulla questione energetica a 360 gradi, studiando impatti e dinamiche socio-economiche connesse. Nel tempo abbiamo allargato gli obiettivi statutari arrivando ad occuparci di reati ambientali, contrasto alle ecomafie ed alla corruzione nella P.A., sosteniamo la Convenzione di Aarhus, tuteliamo i consumatori ed i beni comuni. Da sostenitori della partecipazione dal basso attraverso la citizen science ed il giornalismo partecipato, dal 2016 al 2021 ci siamo iscritti al registro europeo della trasparenza, oggi siamo membri del network internazionale ECSA. Collaboriamo da anni con decine di realtà nazionali ed estere nel campo del giornalismo di inchiesta e della ricerca scientifica, aiutiamo ogni anni decine di tesisti, freelance e ricercatori universitari, e non, nel raccogliere dati ambientali, sostenerli nella loro raccolta dati sul campo, incontrare fonti, conoscere le dinamiche interne della Basilicata. Abbiamo oltre 300 sostenitori finanziari censiti, sostituendo con questa formula le iscrizioni che abbiamo bloccato da tanti anni per ragioni economiche e contenere gli ingenti costi assicurativi ai quali dobbiamo far fronte per difenderci nei tribunali e tutelare il nostro patrimonio di sensori ed attrezzatura. Siamo citati in numerosi articoli scientifici, ricerche universitarie, articoli di stampa nazionale ed estera, atti parlamentari nazionali e regionali, report di indagine di enti locali e non. Rientriamo nel gruppo selezionato da Patagonia per il suo Action Works, ed abbiamo vinto più finanziamenti anche dalla Lush.
La storia più antica. Fino al 2015 il nostro sito di informazione si chiamava Punto eBasta, indirizzo URL – analizebasilicata.altervista.org poi confluito in un sito professionale, quello attuale, trasferendone tutti i dati, grazie alla collaborazione di Strab.it. Inizialmente ci occupavamo solo di problematiche lucane in seguito la nostra crescita economica e di visibilità ci ha permesso di creare nuove relazioni, contatti e metodiche di indagine sviluppando una rete di sentinelle, molte anonime, che ci permettono di acquisire immagini e dati su svariate problematiche. Nel 2015 partimmo con un gruppo facebook, “Analizziamo la Basilicata“, postando le immagini dei fanghi neri alla foce del fiume Cavone, e chiedendo fondi per finanziare le analisi. Da quell’esperienza, vincente, partimmo con richieste costanti, pubblicando foto, video e fatture, usando i social per raccogliere fondi e rendicontarli. Dal citizen sensing siamo poi passati ad una attività di raccolta informazioni sul campo, ed analisi dei dati, aiutando le vittime (privati ed enti pubblici) a studiare fenomeni ambientali anche molto complessi, siamo diventati consulenti anche di quelle municipalità che per anni abbiamo denunciato nelle procure, sostenuto le vittime dell’inquinamento indotto, dando loro una mano a trovare avvocati e tecnici di parte. Abbiamo avviato anche un “prototipo di start up” nell’ambito dell’intelligence ambientale, il progetto SCIAMANO, attualmente l’idea con maggiori possibilità di sviluppo tra le tante che abbiamo in cantiere. Lo scopo a lungo termine è anche quello di creare una fonte di informazione indipendente, imparziale e, perché no, irriverente su cui i cittadini possano, sempre in modo critico, fare affidamento. Un database gratuito di dati per la storia ambientale e le sue propaggini.
Cova Contro.org (ex Punto eBasta) è un quotidiano? No, il sito non rappresenta una testata giornalistica, né una “stampa” o uno “stampato”, così come definiti dall’art. 1, L. 8 febbraio 1948, n. 47 e non è pertanto sottoposto all’obbligo di registrazione di cui al successivo art. 5 (v. Cass. pen., sez. III, sent. 10 maggio 2012, n. 23230).
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