Con grande ritardo ho visto la recente puntata di Petrolio sulla Basilicata. E’ da tempo che noi di Cova Contro anteponiamo l’etica alla visibilità, e non abbiamo problemi a criticare anche duramente il lavoro della stampa nazionale quando lo stesso si rileva superficiale e fuorviante, come in questo caso. Noi non ci accontentiamo, e non avvalliamo il principio de:”…l‘importante è parlarne e darvi spazio…” no, per noi c’è un metodo che si accompagna ad un etica, che è quella di non spremere più la Basilicata, che sia petrolio o che si tratti di notizie incomplete volte solo a riempire un palinsesto. Noi di Cova Contro siamo stati citati e racchiusi in due secondi di immagini da Petrolio, quando invece abbiamo pubblicato in questi anni centinaia di articoli, scoop, dati inediti ed inchieste, il tutto poi per vedere sempre il solito copione superficiale e di parte, nonostante il tempo, i consigli ed il materiale indicato alla redazione del programma RAI.
Achille Palma, dirigente Arpab, amico del PD e di Iula ( infatti la moglie defunta di Palma lavorava per Iula, quindi indotto ENI – ndr ) nonchè presidente dell’ordine dei chimici che contro il nostro lavoro si è scagliato per sole ragioni politiche, viene intervistato sul campo senza che nè giornalista, nè eventuali attivisti del posto lo mettessero in difficoltà con domande del tipo: “…controllate nel 2017 l’acqua di falda? E nel decennio prima avete fatto un punto zero? … “. Della contaminazioni degli alimenti non ne parla nessuno e soprattutto nessuno smentisce la colossale bugia detta da Achille Palma a Petrolio, ossia che, idrocaburi nell’acqua del Pertusillo non ne sono stati trovati. Addirittura anche Bolognetti, che poco tempo fa sferzava la popolazione valligiana rinfacciandole la mancata protesta di piazza contro il petrolio, mostra a sua volta un piglio innocuo a differenza delle sue vecchie sceneggiate teatrali usando il condizionale…il petrolio secondo lui sarebbe potuto finire nel Pertusillo, sarebbe stato un rischio per il Pertusillo, dice il piddino-radicale Bolognetti. Il petrolio ( e affini ) è finito nel Pertusillo e ci finisce da anni, occorrerebbe solo tipizzarlo per comprenderne l’esatta origine, e che fine ha fatto il Bolognetti che denunciava, con Albina Colella e Di Bello tali anomalie? Si rimangia tutto e dinanzi le telecamere nazionali mostra toni non più allarmistici a ragion veduta?
Il conduttore di Petrolio ovviamente chiede informazioni sulla sicurezza del COVA, all’ospite di ENI, senza metterlo mai davvero in grossa difficoltà, infatti viene da chiedermi perchè nel programma ci si è dimenticati di approfondire la questione dei doppi fondi, o del piano antisversamento di idrocarburi, o della direttiva Seveso? Chi controlla le migliori tecnologie disponibili non lo hanno detto? Chi ha sorvolato sugli esiti negativi delle ispezioni AIA? Perchè l’Unmig, quindi il ministero, durante le sue ispezioni e le attività di polizia mineraria in questi anni non se n’è accorto di tutte queste perdite e mancanze costruttive? Quale controllore ha taciuto? Ovvio che il conduttore non sa che ad autocontrollarsi in molte di queste domande è solo ENI stessa, piccolo aspetto ignorato dal programma. Di re-iniezione non se ne è parlato, gravissimo, dimostrazione che la fretta o la superficialità fa fare brutti lavori, di contaminazioni sugli alimenti non se ne parla, di conflitti d’interesse ancor meno, di infiltrazioni criminale nell’indotto neanche, e non si parla degnamente neanche dell’inchiesta della DDA di Potenza che porta via circa 10 secondi su oltre 40 minuti di servizio.
Per fortuna Bianchi del CNR, sottolinea numerosi aspetti importanti che noi di Cova Contro denunciamo da anni, a partire dalle emissioni fuggitive e non convogliate, per le quali servirebbe un idoneo sistema all’infrarosso per documentarle in tempo reale. Nessuno parla dell’urgenza di avviare analisi tossicologiche sulla popolazione, e quando si parla delle royalties non viene detto che esse vengono calcolate sui volumi autocalcolati dalle compagnie stesse, quindi ennesimo conflitto d’interesse ignorato.
Ma la cosa che mi ha dato più fastidio è stato vedere gli amministratori locali passare per paladini e vittime. Cicala parla dei soldi mal spesi da parte della Regione, ma dei soldi spesi in concerti e show a Viggiano, di quelli non ne parla, ma invece di pagare artisti nazionali ed internazionali perchè con quei soldi Cicala non installa ulteriori centraline di controllo dell’aria all’avanguardia, piezometri ben collocati, campionatori automatici per gli scarichi e finanzia analisi tossicologiche sulla popolazione residente? Non è giusto riciclare l’immagine dei conniventi amministratori locali che da complici, e neo promossi all’EGRIB, passano per vittime.
E come al solito con ENI va a braccetto Tabarelli: sembra lo stesso copione visto a Piazza Pulita nel 2016 a scandalo Petrolgate fresco fresco – in studio a La7 andò un Di Trani, sindaco di Pisticci, che passò per paladino delle vittime, e puntualmente in studio oltre i politici ed i giornalisti poco informati, c’era sempre Tabarelli, il lobbista di Nomisma Energia a cui nessun giornalista chiede quanti soldi prenda da ENI la sua agenzia di lobbing.
Inutile, la RAI sul petrolio non carbura, troppi goal sbagliati a porta vuota, i cittadini più attivi sui territori non vedono mai lo studio perchè in studio ci vanno sempre gli stessi, ed i servizi fatti in situ palesano un marginale studio delle carte, non studiano gli interessi e la storia delle fonti, ed i rapporti di forza tra i poteri locali, e così ci si trova ad intervistare amici del PD come Bolognetti ed amministratori vicini al PD che magari lavorano pure nel settore petrolifero, come il caso di Paolo Varalla che compare nella puntata con la giacca di un’azienda che lavora con ENI mentre parla anche lui da paladino della giustizia.
Secondo il conduttore, il modello norvegese è virtuoso !? Alla luce di quali analisi ambientali parla il conduttore di Petrolio? La Rai conosce gli impatti ambientali marini del petrolio norvegese? Eni influenza la Rai, e basta la sudditanza psicologica della sola pubblicità per ricattare e modificare tagli editoriali. Si parla di soldi e non di inquinanti, si parla di opinioni e moralismi e non di limiti oggettivi della magistratura e delle leggi ambientali. Viva la Rai, prima risorsa di ENI più che degli italiani, Report a parte s’intende e per fortuna.
Addirittura Tabarelli usa il sindaco di Pisticci per sottolineare l’importanza del locale aeroporto nato grazie ad ENI decenni or sono, e per il conduttore di Petrolio, le osservazioni di Tabarelli sono “autorevoli”. Meglio parlare di mafia capitale in RAI, con annesso documentario, ed ignorare del tutto le intercettazioni sul petrolgate lucano che nè da RAI nè dal Fattoquotidiano hanno mai avuto lo spazio e l’approfondimento che meritavano.
Eni per bocca di Rizzi, in studio, si vanta del turismo lucano, dell’incremento degli iscritti UNIBAS, senza alcun nesso o dato terzo che lo attesti chiaramente, mentre Bolognetti dice che si è corso il rischio di inquinare il Pertusillo … allora chiedo a Bolognetti, dove sono finite le 400 tonnellate in sei mesi di perdita? Secondo lui da dove vengono gli idrocarburi disciolti che noi di Cova Contro abbiamo trovato tra febbraio e maggio 2017 ? Perchè ad oggi non è stato elaborato un modello serio sulla dispersione del greggio, magari simulando il tutto con dei traccianti atossici?
Dice Palma che nei sedimenti troviamo qualcosina da sempre? Palma può parlare così perchè protetto dalla politica? Perchè non dice della mancata tipizzazione degli idrocarburi, perchè non parla della loro origine, e mente sull’esito delle analisi delle acque, e poi stranamente non rimarca il fatto che per magia ad oggi i valori sui sedimenti si sono sempre fermati ai 50 mg/kg previsti dalla legge? Rizzi di Eni dice che fortunamente nelle acque non è finito il petrolio, quindi le parole di Bolognetti coincidono con quelle del dirigente ENI? Questo sciacallaggio sulle spalle della Basilicata può proseguire anche grazie a mamma Rai che non fa in studio i dovuti contraddittori.
Paolo Varalla, ex giovane idealista di destra, tutto fuoco e furia, parla da amministratore o da dipendente dell’indotto petrolifero, dicendo che:”… non è la multinazionale che prova a risparmiare il problema, ma la mancanza dei controlli pubblici, di un contrappeso...” veramente nella corruzione il problema è di due parti e non di una, e poi l’altro problema sono proprio i politici che mangiano col petrolio durante i loro mandati fregandosi di eventuali incompatibilità.
E nonostante l’intervista al Dott. Teti della Corte dei Conti, si tralasciano due aspetti fondamentali: la situazione di dipendenza economica di molti comuni che senza le royalties andrebbero in dissesto finanziario, e la spesa corrente selvaggia alimentata dal petrolio. Rizzi di ENI, dice che in Basilicata sono aumentati i ristoranti, le presenze turistiche e che il problema di ENI è comunicare di più e meglio??? Perchè non partono dal comunicare i profili perforativi dei loro pozzi, o le schede dei loro polimeri, o i regimi manutentivi delle condotte, o i profili geologici del pozzo Costa Molina 2?
Ridicolo sottolineare la mancanza del piano della viabilità regionale o della situazione dell’aeroporto di Grumento per non parlare dopo della mancanza del piano regionale di tutela dell’acqua, o dell’aria, o degli studi sulla interferenza sismica delle attività petrolifere.
Caro conduttore di Petrolio, Pittella, che ha preso un quarto dei voti disponibili, non rappresenta la nostra comunità come dici tu, e parla ormai a titolo solo della sua famiglia e della sua corrente di partito, quindi perchè invitate solo istituzioni, lobbisti e multinazionali che tutto sommato sono la stessa cosa a determinati tavoli e non invitate in studio gli attivisti che voi stessi citate per pochi secondi? A questo punto c’è da chiedersi perchè Eni si sia sentita sicura nell’affrontare il confronto in studio col conduttore. Quanto e cosa è stato tagliato dalle interviste di Petrolio, visto che una delle intervistate ci ha confidato pesanti tagli su aspetti sostanziali? Gabanelli no, Petrolio si secondo ENI, a pensar male si commette peccato ma…