Tra delibere revocate, bandi cancellati e documenti rubati ed irreperibili.
di Giorgio Santoriello
Iannicelli è uomo della politica, di nomina politica e leggendo tra le righe del suo CV, anche di carriera politica, infatti è stato sindaco di Ispani, ( oggi lo è la moglie ), e pare che nell’ultimo decennio il Comune di Ispani sia stato sempre duopolio delle rispettive famiglie ( vedi Giornale del Cilento e Il Mattino ).
La somma di tutto questo? Competenze ambientali prossime allo zero e politica padrona della scienza. Scosso dall’eredità Schiassi ( che nel fare ricorso al suo licenziamento potrebbe anche tornare ) Iannicelli arriva all’Arpab e mette i puntini sulle “i”, mettendo nero sul bianco i danni. Una vera conta dei morti, scritta per non “occultare il cadavere”, quello dell’Arpab.
La conta dei danni è paurosa, e stranamente da quando è arrivato Iannicelli, nessun giornale in questi mesi ne ha scritto dettagliatamente: servono 80 persone per fare analisi e per far rispettare le AIA, quindi l’Arpab fino ad oggi ha lavorato sotto-organico senza che né Ministero, né Ispra, né l’Europa, né la magistratura, né gli ordini professionali, né i dipendenti, né i sindacati dicessero pubblicamente qualcosa di lontanamente simile. Fondata nel 1997, abbiamo dovuto aspettare il 2016 per avere un’autodenuncia di incapacità a svolgere il lavoro assegnato, intanto la gente potrebbe aver pagato sulla propria pelle questa macro-omissione.
L’Arpab ammette nel 2016 ( Del. 21 ) di aver lavorato con 80 persone in meno (tecnici) e milioni di euro di strumentazione mancante, praticamente la più grossa omissione pianificata della storia regionale, 19 anni di lavoro molto amministrativo ma poco ambientale. Nella Del. 25 Arpab si ricorda dell’impatto sanitario delle attività industriali e caccia dal cilindro 500mila euro per la sorveglianza sanitaria, senza avere progetti e persone, per affermare in premessa anche il falso (manipolando lo studio dell’ISS da noi pubblicato in anteprima) per dire che non ci sono problemi di mortalità in Val d’Agri ma solo eccessi di ospedalizzazione. Ed ecco che i 15 mila euro preventivati nella Del. 21 diventano 18, e Iannicelli annuncia collaborazioni urbi et orbi con Iss, Izs ed altri enti non precisati, fondazioni incluse, come la Brb. Nella Del. 41 Iannicelli dice che bisogna notificare subito al Noe eventuali impossibilità nell’espletamento dei controlli, poi questa delibera viene stranamente revocata dalla n. 42 ma sostanzialmente viene ri-deliberato con la n. 44. Con la Del. 7 invece si bandiva il “concorso”, in realtà pre-selezione di successiva nomina politica, per il direttore scientifico di Arpab ( che finora ha lavorato senza), ma l’avviso viene revocato 20 giorni dopo. Con la Del. 52 ripropongono l’avviso per il direttore scientifico che secondo la riforma di Pittella, sarà nominato dal direttore Arpab, quindi un nominato dalla politica ne nominerà un altro a sua volta.
Il NOE Basilicata non ha neanche il tetto di proprietà. Il Noe è in comodato d’uso gratuito presso Arpab, diciamo in sub-affitto, più o meno 5 carabinieri, per cui Arpab anticipa 11mila euro di utenze e tasse annue: nella regione più petrolizzata d’Italia i Noe non hanno diritto neanche a dei locali di proprietà statale, anzi qualcuno all’Arpab ha rubato anche i documenti nonostante i Noe stessero al piano di sotto. In un unico stabile vi sono Arpab-Noe e Rai, vale a dire tutto sotto controllo in un unico edificio?
Reati erariali, penali ed infinite omissioni. La Del. 69 è l’epitaffio dell’Arpab: i tecnici dirigenti dei laboratori chiedono quasi all’unanimità la manutenzione o i rifornimenti minimi urgenti per non interrompere l’attività con danni patrimoniali certi per l’ente. Già il 24 dicembre la Dott.sa Pilat annuncia la sospensione delle analisi su tutte le matrici, inclusa l’acqua potabile, per la ricerca di Cov (inclusi quelli cancerogeni). A gennaio impossibile campionare l’aria in Val d’Agri sia con le centraline fisse che con quelle mobili. Invece a dicembre si aggiustano in tutta fretta le centraline dell’Itrec, non tutte però, causa dell’urgenza: “l’impellente visita della commissione europea” quindi bisogna mettere qualche toppa. E’ chiaro che la priorità non è mai stata la salute dei cittadini, ma fare una figura decente con l’EURATOM. Intanto gascromatografo e spettometro di massa non funzionavano a pieno e perfetto regime impedendo la ricerca di pericolosi inquinanti, anzi si sottolinea come oltre alla manutenzione straordinaria vi sia l’esigenza anche di quella ordinaria per migliorare la precisione degli stessi ( vuol dire che fino ad oggi già non erano il massimo?! ). Intanto al laboratorio di Matera le bombole di elio erano agli sgoccioli, quindi il carburante per le analisi stava finendo.
I rapporti tra controllori e controllati: dalla Fincast di Castellano alla Futura srl di Rossi. Tacito rinnovo e mediazione, così finisce la guerra degli affiti in Arpab. L’ente continuerà a pagare, fino al dicembre 2016 i fitti delle due sedi di Potenza e Matera, ai soliti imprenditori, entrambi con interessi nella filiera sia dei rifiuti, sia del petrolio, sia dello stoccaggio gas. Con Giovanni Castellano, ( presente nei contratti con Arpab sia con Fincast srl che con Comaco, quest’ultima azienda per altro anche beneficiaria di finanziamenti europei fesr 2007-13 per decine di migliaia d’euro come del resto anche il Gruppo Castellano ) si raggiunge l’accordo per 281mila euro per l’affitto della sede materana intercorso dal luglio 2014 al gennaio 2016. Invece alla Futura srl, che gestisce un deposito di gpl a Viggiano, già sequestrato dalla Guardia di Finanza nel 2012, impianto tra l’altro a rischio di rilevante incidente industriale, vanno 256mila euro per la sede di Potenza. I nuovi contratti d’affitto dovrebbero terminare nel dicembre 2016, sedi nuove permettendo.
E mentre l’Ing. Santarsia, già indagato per smaltimento illecito di rifiuti (vedi Il Fatto Quotidiano) si occuperà di trovare la nuova sede materna di Arpab in vista anche dell’accreditamento dei laboratori (?), a Iannicelli arrivano le prime porte in faccia: l’IZS ho comunicato ad Arpab di non poter collaborare per personale ridotto e carico di lavoro ingente quindi Iannicelli cosa ha fatto? Con la del. 106 sostituisce l’Izs con l’Asm? Praticamente un ente di studio e ricerca accreditato e specializzato rimpiazzato dalla vecchia Usl?!
Iannicelli non ha le competenze tecniche né l’autonomia politica per garantire ai lucani un’Arpab affidabile e seria, appare più un commissario liquidatore, arrivato forse per non fomentare ulteriormente la guerra interna al PD, che forse rischia di esplodere proprio sulle questioni ambientali. Schiassi non ha mai dato giustificazioni per la mancata consegna, né ha mai messo in delibera né ha mai attuato ciò che ha denunciato nella conferenza stampa d’addio, ed il furto dei documenti rimane un mistero per tipologia e tempistica. In altre delibere recenti si fa altresì cenno che anche per i documenti non rubati, vi è una sorta di irreperibilità relativamente ad alcuni atti non specificati, quindi l’Arpab non è più responsabile neanche della custodia dei suoi atti.
Stiamo approntando un dossier su Arpab che invieremo: alla Direzione Nazionale Antimafia, alla Corte dei Conti, alla Procura, all’Anac e a breve in commissione UE.