Dopo il 2016, il fenomeno torna. Il campione di sabbia nera prelevato sulla spiaggia di Metaponto a ridosso del lungomare lato destro, il 20 gennaio ha riportato: cobalto a 23,2 mg/kg (soglia per i terreni ad uso residenziale 20); cromo totale a 221 mg (soglia 150); selenio 4,88 mg (soglia 3), stagno 9,53 (soglia 1), vanadio 145 (90), zinco 248 (150). Il ferro è stato misurato a 98380 mg/kg, metallo privo di soglia, ma con un tenore che possiamo definire “stellare” vista la tipologia di matrice/area. Gli idrocarburi pesanti rilevati a 35 mg/kg, soglia a 50. Lo stagno era oltre soglia già nel 2016.

Quella radioattività svanita dopo il campionamento. Per il laboratorio francese CRIIRAD, che ha analizzato intere catene di radionuclidi, non vi erano nè anomalie nè squilibri nel campione, eccezion fatta per l’alta quantità di ferro presente nella frazione nera, così elevata che è stato molto semplice e netta, la separazione tra la sabbia classica e quella nera. Da notare che l’anomalia radiometrica da noi filmata a gennaio c.a., con picchi di 7 volte la soglia di fondo, non solo ricalcava e superava a tratti i picchi del 2016, ma svaniva già allontanando il geiger di pochissimi centimetri dalla sabbia nera, ed anche nel contenitore di campionamento, nonostante vi fosse molta sabbia nera, anche lì il geiger non dava più anomalie. Abbiamo chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, chiederemo un parere anche ai loro esperti. Per la stessa Criirad ad oggi è difficile formulare ipotesi credibili, visto il corretto funzionamento del nostro geiger.

La vicenda da noi documentata nel 2016, e che scatenò critiche ed offese anche feroci verso il nostro lavoro, è tornata ma non solo. Nel frattempo, nel 2022, la Regione Basilicata ha stanziato oltre 600mila per caratterizzare l’arenile di Metaponto, intervento nato dalla nostra denuncia del 2016, uno dei rarissimi casi di collaborazione con Arpab. Noi lanciammo l’allarme dati alla mano, Arpab confermò, e da lì si attivò la procedura ai sensi dell’art. 242 del T.U. ambientale. L’appalto per la caratterizzazione non è stato ancora aggiudicato, e visti i lunghi tempi di esecuzione emerge un ulteriore stallo:

  • Metaponto a causa della sabbia contaminata ha bloccato i ripascimenti che venivano fatti con sabbia presa dal Basento e presumiamo, mai analizzata prima del ripascimento;
  • il ripascimento quindi potrebbe essere stato fatto con sabbia contaminata all’origine;
  • il Basento potrebbe aver portato nel tempo scarti di depurazione industriale in realtà non depurati ma solo diluiti, il fiume portava a mare, la corrente marina ha spalmato lungo l’arenile;
  • non sappiamo se ci siano più sorgenti contaminati coesistenti ovvero: sabbia ripasciuta contaminata, rifiuti che arrivano dal fiume e che la corrente sedimenta sulla sabbia, la quale è un filtro naturale e quindi trattiene, e se altre tipologie di rifiuti/sedimenti più pesanti, contaminanti, siano stati portati dal fiume in mare, depositati sul fondo marino vengono rispalmati durante le mareggiate. Fenomeno analogo, quello delle maree nere è pluriconfermato, ed in scala ridotta è quello che già successe alla foce del Cavone nel 2015;
  • fino a quando non si faranno le caratterizzazioni quale sabbia sarà utilizzabile su Metaponto? Nel frattempo che si accerta l’inquinamento in maniera estesa non si ripasce e quindi il mare avanza, uno stallo pericoloso nel quale non si protegge l’arenile nè dall’erosione nè dall’inquinamento, perchè dal 2016 il responsabile della contaminazione non è stato trovato eppure non sarebbe difficile farlo, i contaminanti rilevati parlano chiaro: ci sono contaminanti chiaramente correlati al SIN Val Basento ed alle tipologie di rifiuti maggiormente trattate nell’area.

Noi ci siamo messi a disposizione delle autorità per vigilare sulle caratterizzazioni e sui rapporti tra i vari enti coinvolti nella vicenda, speriamo che le istituzioni ci coinvolgano nei tavoli tecnici.