Il giorno 6 dicembre, come da foto allegata, vi sarà un interessantissimo evento al quale mi sarebbe piaciuto partecipare, ove si discuterà oltre che del contenuto della legge 119/2017 anche della sua applicazione ed implicazioni. Non entro nel merito, anche se con la nostra associazione ci occupiamo anche di impatti e valutazioni sanitarie e proprio il Prof. Montanari ha svolto quello che anche a noi sarebbe piaciuto fare, ossia un’analisi chimica particolare dei vaccini, anche alla luce dell’entrata in vigore del REACH. Perplessità confermate dalle analisi di Montanari.

Se prevenzione deve essere, allora prevenzione primaria sia: il morbillo fa più morti in Italia delle polveri sottili nell’aria o dei contaminanti nel latte materno della Terra dei Fuochi, o degli IPA a Taranto, o dello smog in pianura padana, o delle tossine presenti negli alimenti? Quanti bambini muoiono per l’inquinamento? In Val d’Agri o in Val Basento quanti inquinanti si trascinano di generazione in generazione? E a Bucaletto ove le autorità se ne fregano delle diossine nella catena alimentare? O a Melfi passando per Tito, o in Valle del Sauro o vicino l’Itrec di Rotondella? Quanti pesticidi, fibre plastiche, bisfenoli ed antibiotici ad uso veterinario diamo ai nostri figli? Nonostante la scienza ufficiale appuri ormai l’interconnessione tra salubrità ambientale ed individuale, la nostra prevenzione rimane ancorata a canoni ottocenteschi? Prossimi al Natale, chi si chiede quale sia la qualità dei dolci che i nostri bambini mangiano proprio durante le feste? Quale genitore o governo si interroga sui limiti di legge per esempio delle ocratossine e quindi delle micotossine nei vari grani, limiti tarati sugli adulti i cui alimenti sono indirizzati anche ai bambini? Alla mamma di Caivano, o a quella di Taranto o a quella che porta il figlio vaccinato in una delle tante scuole venete o friulane circondate dai vitigni intensivi del prosecco, cosa le andiamo a raccontare, che col vaccino il bambino è nella legge e nella moderna sicurezza e che tutto finisce lì? La prevenzione è una cosa, l’ignoranza è altro, e per quest’ultima il vaccino ci sarebbe, si chiama informazione imparziale e completa, ed è la medicina che la moderna politica e la scienza vicina ad essa, rigettano.
Abbiamo migliaia di sostanze chimiche in commercio, per molte della quali la reale tossicità non è nota, ma a qualcuno conviene indirizzare il nostro sguardo verso lidi medievali, fatti di paure più che di dati. I vaccini a fronte delle moderne minacce ci tutelano in percentuale da quanti problemi? In una nazione falcidiata da finte leggi ambientali, finti controlli sanitari e conflitti d’interesse il governo dai vaccini quale panacea finanziaria si aspetta? L’emergenza sanitaria e la relativa spesa quanto incide per le patologie previste da copertura vaccinale, rispetto alla medicina ambientale? Nel solo Veneto per la vicenda PFAS quale danno economico si è causato al locale sistema sanitario? Perchè la prevenzione ambientale non ha la stessa attenzione ed importanza di quella vaccinale nonostante la scienza mondiale lo fa ormai da anni? Che faccia “da gluteo” Ricciardi, va addirittura in Alto Adige, presso uno dei sistemi sanitari migliori d’Italia, a dire che i dati sulle vaccinazioni locali sono da terzo mondo, lui, che firma protocolli oscuri con ENI con una mano, mentre con l’altra entra nella Fondazione Biomedica lucana per “studiare” gli impatti sanitari dell’inquinamento in Basilicata, mentre l’assessore alla sanità lucana è membro della Fondazione Glaxo. Ricciardi non è in conflitto d’interesse, è il conflitto di interessi, cerniera autogiudicante tra scienza e politica, che da commissario è diventato presidente di un ente a trasparenza zero: contro questi personaggi dov’è il vaccino?