L’Allarme in Italia viene lanciato dal WWF dalle pagine del Gazzettino.it il 2 settembre: “Ambiente, tonnellate di petrolio a largo della Siria: la fuoriuscita di carburante ha già coperto 800 km² e va verso Cipro e la Turchia.”
Finalmente questa volta il progetto ARGOMARINE (“Automatic oil-spill recognition and geopositioning integrated in a marine monitoring network”), finanziato dalla Ue, che ricordiamo ha come scopo quello di sviluppare una rete per monitorare e proteggere le rotte di navigazione molto trafficate e per istituire un sistema di gestione dati per l’uso pubblico, fa la sua comparsa.
Oltre alla messa in campo del REMPEC, di cui ci siamo occupati a febbraio c.a. in un articolo su un altro disastro, questa volta in Israele, che ha attivato la Mediterranean Operational Network for the Global Ocean Observing System (MONGOOS) (CMCC, Orbitaleos e Orion), membro dell’Unità di Assistenza del Mediterraneo.
Oltre alla messa in campo MED MFC è guidato dalla Fondazione CMCC – Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC, IT) con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS, IT) e del Centro Ellenico per la Ricerca Marina (HCMR, GR), e con il supporto, in qualità di subappaltatore, di CINECA (IT).
Il Mediterranean – Monitoring Forecasting Center (MED MFC) mira a fornire informazioni regolari e sistematiche sullo stato fisico dell’oceano e degli ecosistemi marini per il Mar Mediterraneo. Il sistema si basa su un modello oceanico numerico, che assimila dati in situ E satellitari. Uno degli scopi principali di MED MFC è quello di essere un centro esperto per analisi e previsioni oceaniche nel Mar Mediterraneo. Raccoglie competenze e conoscenze nel campo delle dinamiche regionali del Mar Mediterraneo (dalle onde alle correnti passando per la biogeochimica), è un’interfaccia con le reti locali di raccolta dati e migliora i collegamenti tecnici con altre componenti del CMEMS. Inoltre, gli obiettivi di MED MFC includono la pianificazione e l’implementazione efficiente degli aggiornamenti dei sistemi, la qualità dei prodotti e il supporto alla produzione dell’Ocean State Report (OSR) e degli Ocean Monitoring Indicators (OMI).
Il CMCC, come vedremo in seguito, presenta uno studio:” Fuoriuscita di petrolio in Siria: come si sta muovendo””.

Certo è che ancora non è dato a sapere dove siano operativi gli Auv (foto a sinistra), i veicoli sottomarini autonomi creati dal Nato Undersea Research Centre (Nurc) che ha base a La Spezia, che, grazie a ‘nasi’ e ‘orecchie’ elettronici potrà dare l’allarme per sversamenti improvvisi di idrocarburi in mare e accertare invasioni di barche e gommoni in aree marine protette. Progetto finanziato dall’Ue con 3,3 milioni di euro in cui troviamo nove partner coinvolti, per l’Italia, il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e il CNR.
Uno dei problemi che assume una notevole importanza in questi contesti è la corretta informazione circa le dimensioni e le dinamiche del disastro. Da un lato, sempre più spesso, quando vengono sfiorate le Signorie del Petrolio, c’è una comune tendenza a ridimensionare, in tutto e per tutto, le dimensioni fisiche dei disastri, oltre che la divulgazione delle informazioni.
Nel presente caso troviamo, leggiamo e ci viene mostrata dalle pagine della CNN, una immagine a colori della Planet Labs Inc., del 24 agosto 2021 non completamente esaustiva, anche se significativa del disastro in atto.

Dall’altra, l’indicazione fornita di uno sversamento di 800 chilometri quadrati è semplicemente e largamente sottodimensionata, almeno secondo i dati da noi elaborati e che di seguito saranno mostrati.
Ma per essere molto chiari: quanti sono 800 kmq? L’immagine che segue (rettangolo giallo) ne mostra le dimensioni.

Andiamo per ordine. Quali informazioni abbiamo circa l’incidente e dove si sta dirigendo lo sversamento?
Lo sversamento è presumibilmente avvenuto lunedì 23 agosto alle ore 13 (UTC+3); si è verificata una perdita da uno dei serbatoi di carburante della centrale termica di Baniyas a causa di crepe e usura che hanno portato alla fuoriuscita di carburante in mare. Secondo le autorità siriane, il serbatoio danneggiato conteneva 12.000 m3 di carburante, di cui una quantità ancora da confermare è stata pompata in serbatoi vicini. Una parte del carburante è stata contenuta mentre il resto è andato in mare.
Ciò che suona molto strano è che non abbiamo (noi) trovato articoli che ponessero l’attenzione a ciò che era accaduto qualche mese prima, sempre nella stessa città, ma questa volta ad una raffineria. Esattamente alla fine di aprile, il ministero del petrolio siriano ha dichiarato che un incendio è scoppiato in una petroliera sulla sua costa dopo quello che si è detto essere un sospetto attacco di droni. I media statali siriani hanno riferito il giorno dopo che non si trattava di un attacco di droni, ma piuttosto che la petroliera ha preso fuoco. Il 9 Maggio, c’è stato un incendio in una raffineria dopo una presunta perdita di petrolio. Raffineria che continua a sversare petrolio in mare come è documentato nell’immagine che segue.
Cova Contro, come da consuetudine, effettua una analisi diacronica e sincronica dell’area, attraverso una analisi e verifica delle informazioni provenienti dai vettori satellitari del Progetto Europeo Copernicus e scopre che:
Lo sversamento è effettivamente avvenuto il 23 agosto, ma nei giorni precedenti, esattamente il 19 agosto, dobbiamo segnalare altri importanti sversamenti, oltre a monitorare l’evoluzione direzionale e le reali dimensioni che lo sversamento di carburante assume nei giorni a seguire l’evento. I dati SAR (Radar ad Aperura Sintetica) dei satelliti Sentinel- 1 e 2 del Progetto Copernicus, sono stati elaborati con il software open source SNAP dell’Agenzia Spaziale Europea.
19 agosto 2021. L’immagine che segue mostra che da una raffineria della città di Baniyas e dalla foce di un fiume, che si trovano a nord della città, fuoriescono in mare evidenti sversamenti di idrocarburi, di una lunghezza di circa 15 km (particolare A).

23 agosto 2021
Mosaicatura di due immagini acquisite in sequenza. Non risultano evidenti chiazze di idrocarburi nell’area.

24 agosto 2021
Le immagini che seguono sono state realizzate dai Satelliti Sentinel-1A e Sentinel-1B nello stesso giorno e negli orari di seguito indicati. In poche parole possiamo apprezzare l’espandersi dello sversamento di carburante. Come verrà presentato nelle immagini che seguiranno, dopo undici ore di sversamento in mare, si passerà da una estensione di 20 a 90 chilometri quadrati.

24 agosto 2021
Le immagini che seguono documentano con specificità alcuni particolari dei dati sopra riportati negli orari indicati.
L’ellisse in rosso evidenzia la presenza degli stessi sversamenti di idrocarburi mostrati nell’immagine del 19 agosto.
Quindi, da cinque giorni gli sversamenti, con una lunghezza di circa 10 km, continuano ed essere presenti.


25 agosto 2021
L’immagine che segue documenta l’evolversi dello sversamento ed un ingrandimento del particolare. L’area coinvolta passa in un solo giorno da 90 a 170 Kmq.

29 agosto 2021
Mosaicatura di due immagini acquisite in sequenza.
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L’immagine che segue è un ingrandimento del mosaico di cui sopra e risulta essere emblematica. Probabilmente documenta un altro sversamento, che si presume sia iniziato il giorno 26 agosto dalla città di Laodicea, che si trova a 45 km a Nord da Baniyas. Non sembrerebbe, almeno osservando le immagini a nostra disposizione, che ci sia un netto collegamento tra le due chiazze di idrocarburi.
Quindi un altro sversamento di idrocarburi?

30 agosto 2021
L’immagine che segue mostra chiaramente le trasformazioni e le direzioni che hanno assunto le enormi chiazze di idrocarburi. Fermo restando, che la percezione che le due chiazze siano distinte, risulta essere netta. Nella stessa giornata, ma a distanza di dodici ore, c’è il passaggio del satellite S1A.

L’immagine che segue permette di effettuare una parziale comparazione delle dimensioni e posizioni delle chiazze di idrocarburi a distanza di dodici ore del giorno 30 agosto 2021. Quindi, probabilmente la chiazza si avvicina alle coste siriane e turche e non a quelle dell’isola di Cipro.

31 agosto 2021
L’immagine che segue documenta esattamente i movimenti dello sversamento di idrocarburi partito da uno dei serbatoi di carburante della centrale termica di Baniyas – punto B.

Come inizialmente citato, il giorno 31 agosto 2021 il CMCC di Lecce presenta un suo studio sulla: Fuoriuscita di petrolio in Siria: come si sta muovendo. Bollettino e video qui.
Non ricercando o investigando sulla probabile causa, sul sito della Fondazione Centro Euro-Meditteraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) possiamo leggere: “dopo essere andato alla deriva verso nord, colpendo la costa della Siria, la marea nera ha raggiunto il capo di Latakia – Laodicea (27-28 agosto) e ha deviato verso ovest. A questo punto gran parte di essa andò alla deriva in mare aperto. Il giorno successivo (29 agosto), gran parte della fuoriuscita di petrolio è stata rilevata mentre si spostava verso Cipro (vedi foto nel rapporto). Nell’immagine in seguito, il poligono blu mostra l’estensione della fuoriuscita di petrolio rilevata dal satellite Copernicus Sentinel-1 alle 15:41 UTC del 29-08-2020. L’area grigia mostra la previsione della fuoriuscita di petrolio prodotta da CMCC utilizzando MEDSLIK-II forzato con correnti Copernicus Marine Service e venti ECMWF”.

3 settembre 2021
L’immagine che segue osserva l’isola di Cipro. Non ci sono evidenti tracce della macchia di idrocarburi registrata nei precedenti giorni. Fermo restando la presenza di probabili oli nel particolare A e, con alta probabilità la presenza di sversamenti di idrocarburi nel particolare B.

4 settembre 2021
Mosaicatura di due immagini acquisite in sequenza. Nelle aree evidenziate, i Profile Plot mostrano chiaramente la presenza di sversamento di oli, con alta probabilità idrocarburi. La chiazza maggiore, ossia quella presente in data 30 agosto 2021, non si è spostata verso le coste dell’isola di Cipro, bensì si è in parte diretta verso le coste siriane e turche e una minima parte, è rimasta poco lontana dalle coste.

5 settembre 2021
Mosaicatura di due immagini acquisite in sequenza. Nelle aree evidenziate, i Profile Plot mostrano chiaramente la presenza di sversamento di oli, con alta probabilità idrocarburi. Nel Profile Plot del particolare A, si può notare che osservando il picco sul grafico, evidenziato in rosso, ritroviamo lo stesso particolare (presenza di una consistente massa metallica, in questo caso, probabilmente una petroliera, situazione non insolita analoga ad un altro da noi studiato precedentemente circa la misteriosa presenza di un sottomarino nelle acque dell’Adriatico). Lo stesso particolare è meglio rappresentato nell’immagine che segue.

6 settembre 2021
Mosaicatura di due immagini acquisite in sequenza. Nelle aree evidenziate, i Profile Plot mostrano chiaramente la presenza di sversamento di oli, con alta probabilità idrocarburi.

Considerazioni
Nelle ultime decadi anche la Comunità Europea ha espresso parere su tali argomenti attraverso l’emanazione della Water Framework Directive nell’ottobre del 2000. L’elemento di novità della nuova direttiva risiede proprio in un approccio integrato tra le varie discipline con l’ambizioso obiettivo di ottenere uno stato quantitativo e qualitativo buono per i corpi idrici europei, già dal 2015. Il raggiungimento di questo scopo necessita della risoluzione di molte questioni quali ad esempio la caratterizzazione dei corpi idrici, classificazione, valutazione dell’impatto antropico, gestione delle pressioni e degli impatti, la pianificazione di campagne di misure per il monitoraggio. L’utilizzo di modelli numerici potrebbe quindi essere di supporto al decisore per molti di questi aspetti, soprattutto nella valutazione dei probabili scenari attesi e per le attività di bonifica dei siti inquinati. Purtroppo non sempre c’è un corretto uso di tali strumenti e delle informazioni che possono essere estratte dai dati satellitari attivi e passivi.
Strabiliante è il nutrito numero di Enti di Ricerca europei e nazionali, che svolgono gli stessi compiti: difesa, salvaguardia e monitoraggio del mar Mediterraneo da qualsiasi forma di inquinamento eppure la ricostruzione dei fatti sovente è lacunosa o censurata. Evidente è la costante scontistica applicata ai danni causati dai petrolieri (produttori e trasportatori).
Gli sversamenti, come è stato documentato e presentato, con un’alta probabilità, sono partiti da punti diversi ed in periodi diversi. Per gli altri innumerevoli sversamenti censiti e non casuali sarebbe possibile identificare i responsabili ed emettere le relative sanzioni del resto anche il traffico navale è tutto tracciato quindi manca ancora un sistema veloce e certo di ricostruzione del reato e punizione del medesimo eppure le tecnologie ci sono, esattamente come quelle che usiamo noi di Cova Contro, palese che manchi la volontà politica. Anche in questo caso siamo passati da un’area oggetto di sversamento di idrocarburi di 800 kmq ad un totale di circa 2.790 kmq. “Se i numeri non governano il mondo, ci insegnano come è governato”, Johann Wolfgang Goethe.