Il 18 giugno durante una ricognizione a Montemurro, abbiamo notato la rimozione del decreto di sequestro al pozzo Costa Molina 2. Informati i carabinieri di Montemurro, ci è stato risposto che è stato il NOE stesso a provvedere alla rimozione dell’avviso vista l’autorizzazione che ENI ha per modificare i suoi impianti.

La domanda che abbiamo girato alla Procura di Potenza è:

  • è plausibile lasciare all’indagato la possibilità di accedere a luoghi/impianti che potrebbero rappresentare una prova all’interno del procedimento giudiziario?
  • chi ci garantisce che ENI non modifichi elementi fondamentali per l’accertamento della verità?
  • è così difficile avere un quadro di come le acque di reiniezione si sono spostate sottoterra?
  • è stata fatta un’analisi incrociata tra le polle studiate dalla Prof.ssa Colella, le sorgenti analizzate da Cova Contro e le acque re-iniettate o custodite presso le vasche del COVA?

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.