Nel 2014 la Presidenza del Consiglio declassifica alcuni carteggi relativamente alla presunta collaborazione di membri dei servizi di sicurezza italiani che con esponenti della criminalità avevano, secondo le dichiarazioni del defunto pentito, Francesco Fonti, trafficato e smaltito illecitamente rifiuti tossici e radioattivi.
Lo studio di queste carte è lungo e complesso, nonchè minato da diverse variabili, qui proponiamo solo alcuni limitatissimi passaggi che alla luce degli attuali problemi di inquinamento della falda nell’area della Trisaia, attualizzano più che mai le nostre “croniche” richieste inoltrate alle autorità in questi anni, su tutte l’investimento delle compensazioni ambientali per svolgere un censimento/indagine aerea e non solo, di eventuali manufatti o masse, o rifiuti, interrati nella zona e che potrebbero, come per l’impianto Magnox, diventare un domani sorgenti storiche di contaminazione, usando il gergo discutibile usato recentemente dalle autorità che per individuare le sorgenti storiche impiegano anni mentre gli inquinanti vengono già rilevati nell’ambiente.
Il Sismi, ossia l’ex servizio segreto militare oggi AISE, collaborò ( non sappiamo con quale livello di credibilità visto che il pentito Fonti accusava proprio loro agenti, o contatti, di complicità nei traffici di rifiuti ) con la magistratura dell’epoca, fornendo le coordinate ed i tabulati nautici ed assicurativi di 157 imbarcazioni affondate nelle acque territoriali, imbarcazioni delle quali non era noto al Servizio il carico, anche se viene accennato per un solo caso un container con tracce di radioattività, senza null’altro specificare. A queste si aggiungono altre 41 unità non direttamente indagate dal Servizio, per un totale di 198 affondamenti nel solo biennio 1995-96 relativamente ad imbarcazioni non a vela ed idonee al carico.
Ed in questo carteggio che il pentito Fonti parlava anche di Basilicata e di Itrec di Trisaia, all’epoca “Centro Enea di Trisaia”. Fonti in diverse occasioni e luoghi diceva di essere stato avvicinato dall’agente “Pino”, del SISDE, la cui identità non è mai stata ad oggi ufficialmente confermata, come del resto molti altri aspetti che emergono dall’analisi del carteggio ove sembra che molti approfondimenti sulle dichiarazioni di Fonti non sarebbero stati svolti nei modi dovuti. Francesco Fonti prima di morire ha riportato in un libro la delusione e la mancanza di fiducia che aveva avuto verso quello Stato che si era fatto depositario delle sue dichiarazioni. Ma su questo aspetto tantissimo c’è ancora da scrivere. Nei documenti de-secretati si legge: “… in aderenza delle disposizioni all’epoca vigenti … viene dato atto della distruzione di un fascicolo, composto di tre atti, intestato – Centro nucleare della Trisaia di Rotondella -“
perchè e chi ha distrutto documentazione inerente le attività del Centro Enea? La commissione d’inchiesta che riporta tali dati a seguito di loro approfondimenti, cosa ha fatto dopo aver ottenuto questo dato? Il legale responsabile della custodia di tali documenti denunciò all’epoca la distruzione di questi atti? Qualcuno è a conoscenza del contenuto di questi atti? Quanti altri documenti utili alla ricostruzione dei fatti sono stati distrutti? Cosa significa “ in aderenza delle disposizioni all’epoca vigenti “? Gireremo queste domande anche al neo Presidente Ispra, Alessandro Bratti, che fino a pochi mesi fa dirigeva l’ultima commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e che da poche settimane si trova alla guida dell’ISPRA, ossia il massimo ente ambientale italiano che dovrebbe prima o poi scandagliare i nostri mari ed il nostro territorio alla ricerca delle navi e dei rifiuti perduti, politica permettendo.
Scritto da Giorgio Santoriello ed Andrea Spartaco