Nelle ultime settimane, sulla stampa nazionale e locale, sono apparsi titoloni che preannunciavano bufere sul TAR Basilicata, nonchè alla ribalta sono finiti gli arresti del pm siracusano incline a fare affari col consulente legale di ENI, per non parlare di altri scandali che hanno lambito la Basilicata o le sonore bocciature di nostrani ex-procuratori da parte del CSM.

A luglio 2017 la nostra associazione ha inviato al CSM una breve relazione ove indicava una serie di criticità nel lavoro della magistratura lucana, dalla DDA a quella amministrativa. Ad oggi nessuna risposta. Quali garanzie ha il cittadino sulla buona condotta dei magistrati? Chi ci dice che parenti o affini dei magistrati non vengano assunti o favoriti da aziende da loro stessi indagate? Dove sono le situazioni patrimoniali dei giudici? Quali e quanti sotterfugi hanno magistrati compiacenti per rallentare, demolire o screditare le indagini? Chi nega oggettivamente ed oltre ogni plausibile dubbio che multinazionali operanti in Basilicata non abbiano da tempo comprato o influenzato l’esito di importanti processi o ricorsi al TAR? Quante volte il TAR Basilicata si è con scarsa competenza ambientale pronunciato contro ENI,TOTAL, SHELL, FENICE o altre aziende “strategiche”? Quante volte i ricorsi sono stati scritti ed argomentati male perchè una volontà clandestina li battezzava perdenti in partenza? Come funziona il mercato dei CTU-CTP? Quante incompatibilità o conflitti d’interesse sono sottaciuti? Chi maneggia le intercettazioni telefoniche sui big della politica lucana?

Magistratura indipendente si, ma autocratica ed eterodiretta no: come per i pubblici dirigenti ed i politici, gradiremmo anche per i giudici avere anche solo un formale rendiconto annuale di patrimonio ed interessi. Sapere quanti togati e membri delle forze dell’ordine hanno attecchito in Basilicata per lunghi periodi di tempo, oltre i principi della rotazione, se e come è cambiata la loro situazione economica, se ricorrono a prestanome per le loro eventuali logiche economiche private, quanti conflitti d’interesse sono sottaciuti e con quali frequenze si verificano puntualmente incompatibilità, tutti dati che nessun report ministeriale ci comunica dettagliatamente. Zero trasparenza in Italia, a partire proprio dalla magistratura e dalle forze dell’ordine.