Ma in tutto questo marasma generale sulla vicenda trialometani, i carabinieri dei Nas dove sono? In Basilicata sono da sequestrare solo i depuratori o anche i potabilizzatori? Ora le analisi si ammassano, eppure ancora non è chiaro quanto sia vecchio il problema dello sforamento. Fino ad oggi il processo ha interessato solo gli esecutori dei controlli, non i mandanti, e al netto delle vergognose parole dei medici-politici locali che hanno sconfessato l’ordinanza stessa dicendo comunque di usarla per lavarsi ( medici che ignorano la persistenza alveolare di tali composti tossici ) occorre ancora chiarire l’esatta filiera dei controlli: tempi, modalità e responsabilità oltre che risultati, di enti che dicono di coordinarsi ma che non abbiamo capito ancora come lo facciano e con quali risultati!?Ovviamente dei due l’uno: le analisi le sta sbagliando o AQL o Arpab.
Sul sito web di Arpab, la pagina epidemiologia ambientale è vuota da anni, perchè la medicina ambientale in Basilicata non la vuole nessuno per ovvi e criminali motivi, purtroppo confermati dall’atteggiamento di qualche sindaco ed ex-sindaco locale. Ed alla luce di queste discordanze perchè il legislatore regionale non impone la politica del terzo campione? Un campione sigillato che rimanga a disposizione della magistratura? Perchè non è pubblico lo schema idrico di AQL aggiornato a tutte le novità della rete ( traverse e potabilizzatori ) con l’elenco delle sorgenti usate, uno schema che ci spieghi se prima del potabilizzatore di Montalbano riceviamo acqua già sanificata? Perchè non è possibile visitare i laboratori di AQL ed avere un organigramma dei tecnici responsabili con curriculum allegati?
Intanto l’Ente di Irrigazione -EIPLI – ci ha risposto sulla chiazza rossa da noi ripresa nel febbraio 2018 a Monte Cotugno. La risposta è vergognosa nella sua vaghezza, è allegata sotto, parla di analisi non fatte, di chiazza rossa “sparita” ( non diluita ed in seguo diventata acqua potabile ) e di controlli bimestrali Arpab sempre nella norma, ma che noi non vediamo pubblicati da nessuna parte.
Come per l’acqua potabile, il problema trasparenza rimane anche a monte per la salute dei nostri invasi, dai quali, tolto il Pertusillo, non sappiamo davvero nulla, Monte Cotugno incluso. Senza risposta rimane non solo l’origine e la tipologia della chiazza di febbraio ma anche le anomalie rilevate nell’invaso dal satellite. Che ci sia un nesso, anche indiretto, tra la chiazza rossa di febbraio e l’attuale problema? Perchè le autorità pubbliche non usano le moderne tecnologie ( droni e satelliti ) per ulteriori monitoraggi preventivi dei luoghi?