Leo Amato ha avuto paura. Nonostante il suo vivace scambio di battute durante l’ultima conferenza stampa di Pittella sia finito anche sul Fattoquotidiano.it, Amato invece che difendere le sue prerogative e proseguire nello scontro da lui avviato con le sue stimolanti domande alla fine ha abbassato la testa.

Per carità un giornalista non cerca la rissa, ma dinanzi le minacce, più o meno maldestramente velate dovrebbe per lo meno cacciare un pò di orgoglio, invece Amato “nell’articolo del giorno dopo” ha censurato ogni riflessione personale sull’infelice battuta del presidente ( da rivedere il video in questione dal minuto 98 in poi ).
Tutto “penna e distintivo Amato”, un’altra occasione persa per il giornalismo lucano, anzi per l’uomo che dinanzi al tronfio torace di Pittella ha abbassato la cresta, mostrandosi pavido. Molto più coraggio invece nell’articolo di Mariolina Notargiacomo che ha tolto a Pittella il titolo di gladiatore dato anni fa da Lucia Serino, direttrice di Leo Amato, a dimostrazione che in Basilicata il passaggio da libera stampa ad ufficio stampa è impercettibile.
Noi intanto, da lettori critici, aspettiamo di sapere quanto spendono di pubblicità sulla stampa lucana: ENI, TOTAL, AUXILIUM e IULA. Cosa ne pensa il silente presidente dell’ordine dei giornalisti lucani?