Nel medagliere adesso mettiamo anche la querela di un senatore della Repubblica: Saverio De Bonis, ex 5 stelle, amico dell’eurodeputato Pedicini, calato dall’alto nell’uninominale nonostante la condanna pregressa della Corte dei Conti, condanna di cui la Casaleggio si è accorta con un anno circa di ritardo! De Bonis quello dell’associazione Granosalus, che parla del grano contaminato estero, meritoriamente, ma non pubblica le analisi oggetto delle sue denunce, che faceva a Genzano di Lucania gli incontri pubblici con l’on. Pedicini ma senza poter fare le domande dal pubblico. Quello che è stato eletto al senato senza che gli attivisti sapessero neanche se fosse iscritto o meno al Movimento 5 Stelle prima della candidatura verticistica all’uninonimale, lui con questo curriculum si sente diffamato.

De Bonis mi ha querelato per diffamazione perchè l’ho definito sui social “bugiardo seriale “. Dare del bugiardo ad un politico non è reato in particolar modo quando il politico di turno si professa No Triv e poi diventa parte di un governo Si Triv a tal punto da proporre la cartolarizzazione delle riserve petrolifere lucane, quindi dal no passa alla stima economica delle riserve in vista di un futuro utilizzo! De Bonis lo stesso personaggio che sfilava a Pisticci Scalo al fianco delle associazioni per combattere l’inquinamento a parole, come tutti gli altri politici, invece che usare la sua immunità parlamentare per bloccare le autobotti di reflui si dava allo sport delle interrogazioni ove usava il lavoro di Cova Contro per ergersi a paladino della sua farsa.

Detto questo, negli ultimi 14 giorni in piena emergenza sanitaria ho ricevuto due notifiche giudiziarie per due diversi procedimenti, siamo a 7 querele per diffamazione in corso a mio carico (3 da ignoti in quanto ancora in corso di indagine) mentre aspetto ancora una sentenza per l’aggressione fisica subita nel comune di Policoro nel 2014. Intanto le allusioni alla mia morte da parte dell’ex gestore della Pista Mattei di Pisticci sono da tempo archiviate, in quanto non rappresentavano reato per un giudice di Napoli. Nel frattempo aspetto di sapere cosa la magistratura farà per quei dipendenti ENI che, con auto dell’Eni, mi bloccarono fisicamente su strada pubblica contro la mia volontà nel 2019.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.