La Basilicata ha tra i migliori sistemi di monitoraggio ambientale d’Italia per questo l’Assoarpa, il cartello delle arpa nazionali, ha nominato Edmondo Iannicelli ( da sempre manager sanitario ), vicedirettore di Assoarpa nazionale! Complimenti vivissimi anche da Cova Contro che a dire la verità auspicava per il manager campano il soglio pontificio, a fronte di un Iannicelli che più volte ha mostrato grande spirito di sacrificio delegando a destra e a manca ogni genere di funzione in Arpab, facendo una riforma in Arpab che ha portato tante assunzioni interinali ma non la ricerca di più sostanze. Encomiabile e sobrio Iannicelli che a bordo del suo SUV raggiunge i convegni del PD durante le campagne elettorali mentre l’Arpab non è in grado ancora neanche di ricercare i fitofarmaci usati sulle fragole del Metapontino, un grande uomo Iannicelli che ha sempre preso premi di produttività a fronte di un Arpab che funziona male come prima.

Onore all’Assoarpa, di chiara e spedita trazione politica, che mette da parte ogni meritocrazia o feedback dei cittadini per autoproclamare i propri membri ai vertici di un cartello di cui non comprendiamo ancora l’utilità se non quella di costituire una nuova corporazione di burocrati, i quali mai hanno risposto alle nostre pec, un’Assoarpa che sembra camera di compensazione tra politica e tecnici ad essa vicini, con i cittadini ovviamente fuori dalla porta ad aspettare confronti e tavoli.

Iannicelli meritava di più del resto il talento che ha nell’ignorare e nel fuggire dal confronto con le associazioni che carte alla mano lo criticano è effettivamente impareggiabile: addirittura un non proprio convincente Ministro Costa ha accettato una volta l’incontro con le associazioni lucane ma Iannicelli mai! Strano questo teatro: il ministro Costa viene e va dalla Basilicata, annuncia ed annulla confronti, oppure li svolge su tematiche “a richiesta” come gli incendi boschivi in Val d’Agri o l’eolico nel Vulture-Melfese, in piena campagna elettorale per giunta; Iannicelli invece si è fatto riconfermare l’incarico in Arpab da una giunta acefala e totalitaria sempre senza concorso perchè i cavalli di razza meritano solo la nomina, la meritocrazia lasciamola ai figli di nessuno.

Auspichiamo che i dipendenti Arpab prima o poi riconoscano pubblicamente il valore di Iannicelli e del suo staff, e palesino in pubblico quanto sia bello e gratificante lavorare oggi in Arpab, spiegando che le dimissioni dell’ultimo anno da parte di ex direttori e funzionari o le richieste di pensionamento, o le vertenze sindacali, o le malattie frequenti, siano in realtà soltanto casi isolati di maldicenze.

Aspettiamo a questo punto che a Marcello Pittella venga dato il premio come miglior ambientalista dell’anno compatibilmente alla sua tessera con i Radicali, e a Pietrantuono magari il nobel per la pace, visto tutto il suo impegno esclusivamente orale a collaborare con le associazioni lucane per il progresso comune sia sempre rimasto fuori dalle conferenze di servizi perchè lì dentro le associazioni non porterebbero la pace mentre le compagnie petrolifere, per lavorare, hanno bisogno di una comunità in pace, di contestatori che si mettano prima o poi anche l’anima in pace.

Iannicelli saprà indicare la via in Assoarpa, soprattutto in materia di LEPTA ( i livelli minimi che tutte le arpa dovrebbero garantire ) chi meglio di Arpab pubblica i dati raccolti, chi meglio di Arpab compila rapporti di prova privi di coordinate di prelievo, o unità di misura sbagliate o omette parere e limiti di legge in chiaro? Quale arpa italiana ha mai denunciato in questi anni furti di documenti prima del cambio del direttore, senza risolvere il caso e soprattutto con i carabinieri del NOE che lavoravano nella “stanza affianco” al luogo dello scasso? Quale arpa italiana ha pagato per decenni l’affitto delle proprie sedi ad imprenditori condannati per reati ambientali? E ci sarebbero centinaia di meriti da elencare per Iannicelli ma ci fermiamo qui, consci che in questa Italia uno bravo come lui può aspirare a fare anche il ministro dell’ambiente, o perchè no, il futuro presidente dell’ISPRA.