Vi sono analisi accreditate, commissionate all’associazione “Liberiamo la Basilicata” del Tenente Di Bello, da parte di cittadini-comitati pugliesi, e che risalgono ad oltre un mese fa, e nonostante il loro carico “pericoloso” di informazioni, nessuno ne scrive. Non è certo se le istituzioni pugliesi ne siano state informate, pare tuttavia che siano state notificate alla locale magistratura ma come mai la stessa nel frattempo non ha proceduto ad eventuali sequestri preventivi?

Le analisi non sono nostre, quindi nè le pubblichiamo nè le riproduciamo parzialmente, ma il succo del discorso parla di: prelievi avvenuti il 28/29 maggio scorso presso un fontanino pubblico di Bari, uno di Leverano, ed uno di Casamassima, pare tutti allacciati alla rete potabile, quindi di probabile provenienza lucana, quindi Pertusillo. I valori di idrocarburi pesanti rilevati sono di: 258, 87 e 98 mcg/l rispettivamente. In aggiunta agli idrocarburi vi sono non conformità estese per i coliformi totali, e tenori da approfondire di bario, molibdeno e stronzio. Ovviamente politica ed enti tecnici non hanno mai pensato ad oggi di dare ad una nazione petrolizzata come la nostra dei limiti di legge chiari ed aggiornati per gli idrocarburi totali nell’acqua potabile, i quali in linea di principio non dovrebbero esserci.
Quindi il gioco di Emiliano sarebbe: decarbonizzare l’ILVA aumentando le estrazioni di gas in Basilicata, non fare la dovuta pulizia e luce su Acquedotto Pugliese, e nascondendo magari la verità sulle analisi dei loro potabilizzatori, e rimandare il tutto a settembre a stagione turistica finita? Speriamo che la magistratura locale non si attivi, come per EXPO, a processione/stagione terminata. A conferma dei nostri dubbi vi è lo stato di congelamento operativo della delibera pugliese n.567 dell’aprile scorso, di fatto ferma al palo, nonostante all’appello di ENI manchino almeno 150 tonnellate di greggio disperso dal COVA di Viggiano, ovviamente contati in auto-controllo.