La Basilicata sembra la Repubblica di Weimar, con un fermento di fatti, problemi, avanguardie da prefigurare o una rinascita sociale o la sconfitta dello Stato di diritto.

ENI, che da anni compra pagine e pagine sui quotidiani anche locali per il piacere degli editori ( sarebbe bello sapere quali altre regalie ricevono ) che non pubblicano i loro introiti fossili, avvia il suo giornale, con il solito mix  di personalità nazionali ed “indigene” come avrebbe detto la Guidi. Non cambierà  nulla se non per chi denuncia, adesso ci sarà un’altra bocca da sfamare ed altra disinformazione da seguire. Ormai Eni è un cane con 6 zampe e svariate teste, un’idra, che di mitologico ha soltanto la carenza di trasparenza e l’indifferenza verso il pubblico confronto.

il parere del Prof. Boschi

INGV per bocca del presidente Doglioni, ex ma poco compianto docente UNIBAS, ha stretto un accordo con i petrolieri di Assomineraria per 15 anni, meno male che dovevano finire le collaborazioni esterne con i petrolieri! Ma ENI non si ferma e firma la convenzione anche con il CNR per rilanciare e finanziare la ricerca anche in campo ambientale, guarda caso forse occorre mettere a tacere anche il Prof. Bianchi e lo staff della VIS?

Sindaci come quelli di Policoro, che tra passato e presente, prima invitano ad una sottovalutazione del pericolo sanitario dei trialometani nell’acqua potabile, dopo ignorando il materiale scientifico scomodo pubblicato dall’ISS o negli USA, parlano della associazioni definendole “squadristi dell’ignoranza”. Sindaci – medici che all’occorrenza cambiano parere tanto i voti forse si prendono con la lista dei pazienti e non per la coerenza o la validità delle proprie idee.

E poi ci sono i tecnici locali, gli addetti ai prelievi, alle analisi ed ai pareri dei vari enti di controllo ambientale e sanitario, la cui posizione è secondo me ben sintetizzata dal Dott. Maurizio Stigliano, che a novembre nel video allegato si autodefiniva: “tecnico a servizio dei politici”, non della legge o della scienza, o della propria coscienza, no della politica, a conferma di quello che ormai denunciamo da anni. Da sentire, incluso il passaggio sull’inquinamento della acque costiere, bandiere blu a parte:

E poi le bandiere blu date anche a Bernalda Metaponto e a Nova Siri, con una svalutazione ulteriore del marketing turistico ormai affossato dalla gemmazione di bandiere di tutti i colori, vele varie e bollini di qualità. In una regione ove Pisticci paese non ha un depuratore ma ha la bandiera verde, con gli altri depuratori comunali di ignota efficienza, i fiumi che attraversano aree industriali e scarichi zootecnici, mentre a Metaponto rimane ferma la caratterizzazione della spiaggia che due anni fa risultava contaminata da vanadio, stagno e mercurio e con radionuclidi fuori range naturale, ed in aggiunta il recente sequestro dello scarico a mare dell’Itrec di Rotondella. In vista di Matera 2019 le già poco credibili bandiere blu riescono a diventare ancor meno credibili auto-delegittimandosi.

La truffa sembra ormai la sezione aurea del buon governo, così come l’aver trattato con la mafia era ed è visto come l’unico scellerato compromesso per l’esercizio del potere da parte dei soliti potentati. In Sicilia lo stato tratta con la mafia, in Basilicata tratta con gli inquinatori seriali che lavorano con le mafie o con metodica mafiosa, condotta condivisa dalle istituzioni locali, ma il problema che rimane è davvero il solo danno d’immagine?

 

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.