Alcuni cittadini materani e membri del Comitato No Inceneritore – Matera (NIM) mi hanno segnalato l’ennesima fake news istituzionale.
Un assessore del Comune di Matera si direbbe entusiasta di aver richiesto l’inserimento della popolazione materana nel progetto epidemiologico EPIBAS, gestito dalla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica, compagine nel cui comitato scientifico vi sarebbero il condannato ed amico del sistema, Attilio Martorano ( che di scientifico non ha nulla se non la ricerca sistematica della poltrona ) e la Dott.sa Cifarelli altra “tecnica” del sistema Basilicata, piddina di ferro ( ex responsabile della sezione del PD di Montescaglioso ), “bubbichiana”, da sempre responsabile del poco noto progetto X-Life. La seconda è una scienziata quindi, il primo un tecnico fallimentare dell’epoca De Filippo, ma in comune hanno da sempre il totale appiattimento alla politica del PD, anzi la Dott.sa Cifarelli con risultati e dinamiche ad oggi di dubbia utilità.
Quali risultati si possono attendere da indagini scientifiche politicizzate e condotte da persone in evidente incompatibilità e conflitto d’interesse? Per di più calate in un contesto già deplorevole di suo, ossia la Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica per la quale possiamo dire che:
- il controllo della Regione Basilicata è totale, basta andare a visionare statuto e diagramma del progetto epidemiologico EPIBAS ( ove i dati raccolti saranno divulgati nei modi e nei tempi voluti dalla giunta regionale );
- la prevenzione primaria ed il monitoraggio sanitario degli impatti ambientali non possono essere prerogativa di compagini a bassissima trasparenza come le fondazioni;
- il direttore amministrativo della fondazione ( avvocato proveniente dai GAL e già destinatario in passato di fondi UE per le work experience ) non solo non ha competenze in materia ambientale e sanitaria ma ricopre contemporaneamente la carica anche di responsabile per la trasparenza della fondazione;
- nel comitato scientifico della fondazione vi sono personaggi che già ricoprono altri incarichi, anche in altre fondazioni regionali, e comunque afferenti ad ambienti dipendenti anche dai finanziamenti regionali, come la rettrice dell’Unibas o il direttore del CNR di Tito;
- su 5 componenti del comitato scientifico, due non pubblicano i CV, i tre che lo fanno non riportano le condanne avute o le consulenze con i privati;
- il presidente della fondazione, la Dott.sa Amodio, da psicologa, dovrebbe coordinare le indagini sugli impatti sanitari dell’inquinamento ( forse il suo unico titolo a favore ma non presente nel CV sarebbe stata la sua trascorsa storia sentimentale col presidente Pittella, come appreso in ambito ospedaliero – ndr ). Al netto di tutto la sua pagina personale sul sito della Cattolica è vuota, da sempre;
- “…Altro pezzo da novanta nella fondazione è il prof. Renato Lauro, ex rettore dell’Università di Tor Vergata, toccato dall’indagine su Angelo Balducci e la cricca degli appalti della protezione civile, con il soprannome dello “zio”;
- “…La fondazione Basilicata Ricerca Biomedica avrà la durata di 15 anni rinnovabili e non ha fini di lucro. Ha sede sia presso la Regione, che presso il Crob e presso tutte le altre aziende sanitarie regionali. Ma non basta perché altre sedi potranno essere istituite in Italia e all’estero. Non ha fini di lucro, sarà vero, ma gli altri fini non sono chiari perché vaghi: la fondazione vuole effettuare indagini socio-sanitarie sulle patologie emergenti, sulle malattie rare e su quelle causate dall’inquinamento. La fondazione può contrarre mutui a breve e lungo termine, acquistare immobili nonostante abbia sede dappertutto, manutenere e consolidare beni anche non di proprietà, stipulare convenzioni con enti privati, creare o partecipare a nuovi organismi ad essa affini, erogare premi e borse di studio, avviare iniziative editoriali...”
- per il presidente ed i membri del cda della fondazione nessun cv pubblico, nè dichiarazioni altre di esenzione da conflitti d’interesse;
- oltre a qualche convegno e riunione sino ad oggi la fondazione ha ricevuto 100mila euro da mamma Regione nel 2015, per rendicontare le sole operazioni bancarie di 154 euro il primo anno, e poi spenderne 55 mila fino al 2016 per sole indennità e spese di gestione;
- il revisore contabile della fondazione, coincidenza, viene da Corleto Perticara ed è componente di una famiglia da sempre coinvolta nel movimento terra dell’indotto petrolifero.
Una fitta trama di interessi ed aderenze in questa fondazione che dovrebbe realizzare l’EPIBAS: zero trasparenza, conflitti d’interesse, centinaia di migliaia di euro spesi senza produrre un referto o un’analisi, o uno studio, con il solito silenzio degli ordini professionali a fare da cornice ormai scontata. Ma l’assessore di Matera alla luce di ciò perchè si entusiasma tanto?