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Una nota e libera associazione culturale del Metapontino, mi ha spedito indignata l’invito qui allegato. Soliti partecipanti, soliti contesti, solite modalità: giornalisti amici del potere a moderare, studiosi in cerca di soldi e visibilità seduti ad un tavolo di presidenza ad insegnare o a pontificare chissà su cosa, politici, e la multinazionale che si sostituisce alla Stato a suggellare l’evento, nella speranza che prima o poi gli studiosi tornino a parlare di etica.

Mesi fa un archeologo tedesco, che ha lavorato e studiato in Basilicata, oggi direttore del Museo di Paestum, ha dato parere negativo sull’inceneritore programmato da Renzi e De Luca ad 8 km dall’area archeologica campana, invece in Basilicata neanche su Google si trovano tracce concrete di resistenza da parte di archeologi o soprintendenza vuoi ai progetti petroliferi, o agli impianti di trattamento rifiuti, o all’eolico selvaggio o allo Sblocca Italia.

Mi chiedo questi archeologici cosa abbiano da dire, cosa abbiano da insegnare e soprattutto se il reperto per loro di più ostica ricerca sia la dignità. Fiducioso mi aspetto una loro evoluzione dal mercenariato al mecenatismo ma in vista di Matera2019 immaginare una loro progressione etica è forse un atto di ingenuità.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.