Ci sono delle accelerazioni nella storia umana, fasi di calma alternate a frenetici cambiamenti, come in Basilicata sembra accadere ormai negli ultimi tempi. Di colpo decenni di malaffare e costumi corrotti vengono al pettine gettando la Regione nella sfiducia più nera. Gli oppositori di oggi si comportano come le maggioranze di ieri, le maggioranze di ieri fanno opposizione ai loro scempi pregressi: tutte le casacche politiche dinanzi al petrolio si calano le braghe ed aprono i portafogli elettorali e non.

Si estrae senza veri controlli, si svende senza vere ricadute, si muore senza colpevoli, si gestisce la cosa pubblica in incontri privati, dal 1998 come ad oggi, i tavoli sul petrolio sono riservati a pochi suini in giacca e cravatta.

Dopo aver studiato carte, organizzato incontri, denunciato ed analizzato ogni cosa, finito il momento del pensiero e della produzione cartacea ed orale serve passare all’azione. Perché alcuni mesi fa i pastori sardi hanno bloccato una regione intera arrivando alla politica nazionale per un sacrosanto equo compenso del loro lavoro (parliamo del prezzo del latte ovino) ed i lucani invece non sono neanche l’ombra della protesta sarda nonostante in gioco ci sia la loro vita, la nostra autodeterminazione. I sardi hanno bloccato le strade nonostante la criminalizzazione del blocco stradale operata dal ministro Salvini con la connivenza dei 5 Stelle, i sardi hanno consapevolmente violato la legge per una legge superiore, quella del dignitoso salario previsto dalla nostra Costituzione. I lucani invece votano il primo che passa basta predicare la novità, si svendono la famiglia per nulla e non riescono neanche a paralizzare una strada nonostante la colonizzazione militare dei gangli vitali della regione: acqua, petrolio, vento, paesaggio, salute, suoli … tutto è lottizzato ma i lucani si sentono a posto partecipando ai Fridays for Future, come se la guerra contro le multinazionali e le ecomafie si vincesse solo comprando a chilometro zero o diminuendo i gas serra. Lasciamo i Fridays for Future ai ragazzi, gli adulti cosa fanno? Nascondono i loro fallimenti dietro i ragazzi, avanti le nuove generazioni, a loro i debiti, ai colpevoli una tranquilla pensione. Perchè non scendono in piazza gli adulti, senza usare i giovani per far numero, senza usarli per coprire la loro codardia cronica, perchè la rivolta di Scanzano non si ripete sullo scempio petrolifero? All’epoca manifestare era semplice: i carnefici divennero i co-organizzatori della rivolta, soldi non ne erano ancora stati distribuiti e quindi tutti alla carica! L’eccezione che conferma la regola del ricatto occupazionale e dell’omertà di convenienza.

L’unica arma democratica è la protesta pacifica ma ferma ed eclatante, occorre paralizzare la regione, l’unico modo per farsi sentire, bloccare il traffico stradale di una Regione già bloccata in un angolo ma usata per gli affari di pochi, traffici che non possono fare a meno delle strade, almeno quelle ci tengono ancora tutti sullo stesso livello.

Ricordo la finta solidarietà dell’Assessore Gianni Rosa quando bloccai il flusso di camion dal COVA nel 2013: invitato al blocco non venne ma sui giornali scattò la solidarietà di circostanza, un coro di finta solidarietà partita anche da giornalisti ed associazioni e la storia dell’ipocrisia lucana si ripete ancora in un loop infinito. Abbiamo studiato, abbiamo capito, abbiamo reagito nei media e nei tavoli istituzionali ma adesso tocca rischiare su strada e nelle piazze.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.