Polizze previste dalla legge. La Regione dice che non esistono

Nel marzo 2004, la Regione Basilicata pubblicò la “Variante al Piano Territoriale Paesistico di Area Vasta del Metapontino per localizzazione Porti Turistici”. Il progetto denominato Costa d’Oro mirava, come riportato dall’articolo 1, “……a perseguire un più alto grado di sviluppo socio-economico….” nonostante per legge fosse previsto il principio dell’intrasformabilità dell’arenile. Ad oggi la Regione Basilicata l’arenile lo ha modificato eccome, ma solo per i porti (tutto in deroga ), invece i lidi rimangono ancora senza un piano alla stregua di ambulanti demaniali. Nel testo venne preventivata la massificazione della nautica di diporto, prefiggendola come futuro turismo nazional-popolare, pronosticando oltre 1600 posti barca per la costa metapontina, distribuiti tra tutte le foci ad eccezione del Sinni e del Cavone.La delibera CIPE n.81 del 3 maggio 2001 destinò anzitempo 600 miliardi di lire per i contratti di programma, e sulla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 18-7-2006 fu pubblicato l’importo pubblico definitivo per il programma Costa d’Oro: 50.769.300 milioni di euro destinati agli Argonauti, a Marinagri ed alla Siritide srl. Previsti 191 posti di lavoro tra alberghi, villaggi, porti, impianti sportivi ed una discoteca, a Nova Siri, da 3.749.000 di euro di cui 2.097.000 di finanziamento pubblico. Un regime d’agevolazione faraonico che in alcuni casi, come per il Villaggio degli Argonauti, prevedeva un contributo percentuale rispetto al massimo concedibile del 98%.A quasi 10 anni dalla stipula dell’Accordo di Programma rimangono numerosi gli interrogativi inevasi, su tutti: Il comma 5 dell’allegato 2-B – art.43/bis della Variante al Piano Paesistico richiede testualmente:” Per le eventuali trasformazioni che subiscono le spiagge a causa della realizzazione delle infrastrutture portuali la Regione, prima dell’inizio dei lavori, a garanzia dei ripristini dello stato dei luoghi, richiede alle società idonea polizza fideiussoria”. Per quale motivo ad oggi, nessuno tra cittadini, associazioni od eletti pur inoltrando regolare richiesta d’accesso agli atti, ha mai visionato suddette polizze? Come mai gli uffici regionali continuano a dire che suddette polizze non esistono se previste per legge? Perché l’ufficio regionale competente si rifiuta, in barba alle disposizioni di legge, di rilasciare risposta scritta? In caso di alterazioni ambientali o danni da esse derivanti chi pagherà?
E’ possibile accatastare le abitazioni di Marinagri come prima casa? Può una residenza con posto barca e vista porto, rientrante in un accordo di programma, edificata previo massiccio impatto ambientale, essere accatastata A2/A3? I finanziamenti CIPE per il turismo possono in ultimo creare prime case? Le volumetrie e la loro destinazione d’uso sono tutte conformi agli indirizzi legislativi? La questione è prettamente tecnica e scevra da pregiudizi di sorta, vuole basarsi sull’evidenza dei fatti e le omissioni delle Pubbliche Amministrazioni. La Città di Marinagri, come qualche impudente tycoon di provincia la chiama, non è comune autonomo, non ha alcuna giurisdizione né potestà per sbarrare strade, chiedere permessi all’ingresso od installare cartelli stradali. Marinagri è un progetto turistico la cui funzione si sta decontestualizzando rispetto al territorio circostante, e non essendo una città dell’utopia come qualcuno predica, si sta rivelando un cantiere interminabile che ha modificato il paesaggio, deprezzato le abitazioni medesime, attratto ingenti investimenti pubblici per essere, con i dovuti scongiuri, una futura cattedrale nel deserto. Servirebbe una discussione più ampia sulle politiche programmatiche degli ultimi anni e delle relative capacità attuative, di come le inefficienze del privato pregiudichino lo sperpero di risorse pubbliche o di come il pubblico non sia stato in grado di supportare /vigilare sul privato. Tuttavia il momento di difficoltà economica generale non deve menomare la dovuta trasparenza amministrativa, che ben più del denaro può essere sicura e positiva ripartenza per la ricrescita.
Giorgio Santoriello – Comitato SOS Costa Jonica
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