Basta con gli agguati al diritto all’informazione.

di Giorgio Santoriello

Con la del. 174 del 29 marzo Edmondo Iannicelli, direttore Arpab di nomina politica,  modifica gli artt. 22 e 23 del regolamento di accesso agli atti, adottato dall’Arpab nel lontano 2001 e ad oggi obsoleto nonché dannoso. Iannicelli invece di aggiornare il regolamento del 2001 ai nuovi obblighi di trasparenza ed informazione, cosa fa? Lo peggiora, applicandone solo gli aspetti fiscali e non quelli principali sulla trasparenza, che dal 2001 ad oggi hanno visto l’adozione della Convenzione di Aarhus, le nuove norme europee in materia di informazione ambientale  e comunicazione del rischio nonché tutti ai successivi decreti italiani sulla trasparenza in materia di pubblica utilità.

Iannicelli, Lardino e Giordano ( gli ultimi due, direttori scientifico il primo ed amministravo il secondo ) tornino immediatamente sui loro passi, convochino un tavolo pubblico con cittadini ed associazioni, al fine di garantire da un lato il predominio del dovere della trasparenza e della chiara e completa informazione ambientale ed amministrativa, nonché scientifica, e dopo valutare economicamente l’impatto contabile dell’accesso agli atti sul bilancio Arpab. Un ente con un bilancio a 7 zeri non può comportarsi in questa maniera, è inaccettabile. Arpab indagata per non aver comunicato i dati su Fenice, e su molto altro, chiede ora anche il pagamento del disservizio?

Iannicelli provveda a garantire un sito internet degno di un’arpa, pubblichi tutti i dati on-line, assuma un data manager e vedrà che il costo di carta, inchiostro e cd non sarà più un problema ( ammesso che prima Iannicelli pubblichi l’ammontare sul bilancio Arpab dei costi sostenuti per gli accessi Arpab ); oppure chieda al gabinetto di Pittella, che a Schiassi garantiva il portafoglio aperto in caso d’emergenza, fondi extrabilancio per digitalizzare tutto il patrimonio documentale di Arpab, ammesso che all’Arpab sappiano trovare i loro documenti.

Pretendiamo una risposta risolutiva immediata: una forzatura contabile come questa può essere un punto di non ritorno nel tentativo di costruire quel rapporto di fiducia tra cittadini ed Arpab, che già non esiste, e che rischia di inasprirsi portando a vedere l’Arpab come un guardiano dell’inquinamento più che dell’ambiente. Questa delibera viola buon senso e leggi, venga completamente annullata, come Ianniccelli ha già fatto in questi mesi per numerose delibere.

Associazione CovaContro

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.

4 pensiero su “Iannicelli revochi immediatamente la delibera 174 o depositeremo gli atti in Procura ed in Europa.”
  1. Quando si tratta di ambiente si usa così, blindano i dati… Stessa cosa è successa al Parco degli appennini lucani dove, dal 15 febbraio 2016 l’Albo pretorio è stato ulteriormente limitato.

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