A dicembre 2018 riceviamo da un nostro attivo sostenitore una segnalazione fotografica: sedimenti rossastri nei pressi della foce dell’Agri, sponda Scanzano. Decidiamo di usare per l’analisi di questi sedimenti anomali le rimanenze dei fondi raccolti su Policoro per le analisi dell’acqua potabile.
Cosa ha trovato l’Arpab e cosa abbiamo trovato noi. Arpab ha svolto due analisi, su acqua e sedimenti, sotto allegate, trovando nell’acqua del fiume ben 130 mcg/l di idrocarburi pesanti, 108 mcg/l di bario, 195 di boro e non ricercando nè tensioattivi, nè COD, nè azoto, nè BOD, nè ammoniaca, nè fosfati nè tanti altri parametri nonostante a poche centinaia di metri sbocchi il depuratore di Policoro. Arpab nei suoi sedimenti trova l’arsenico a 3,4 mg/kg ( limite improprio ma di riferimento a 20 ), il bario a 31 ( non normato ), il nichel a 12 ( limite a 120 ) ed idrocarburi pesanti indefiniti ma inferiori a 13 mg/kg, tuttavia Arpab non cerca almeno un altro centinaio di composti importanti.
E l’Arpab sbaglia ancora i riferimenti di legge. Infatti per l’analisi delle acque fluviali l’ente regionale dovrebbe tener conto del più recente DM 260 del 2010 che è andato a modificare ed aggiornare il testo unico ambientale al fine di dare anche una valutazione ecologica dello stato di salute del fiume, cosa che Arpab per i fiumi lucani probabilmente non svolge dal 2006: chi ha mai monitorato nel dettaglio la perdita di biodiversità nei fiumi lucani? Quante specie abbiamo perso, come sono cambiati gli ecosistemi fluviali? Le norme UE lo chiedono da anni ma l’Arpab è inadempiente anche in questo caso.
Per l’Arpab il rosso è sempre “rosso ferro”. Per Arpab la colorazione rossastra visibile nel video e nelle foto sarebbe causata dal ferro disciolto nonostante la presenza anche di altri metalli e di idrocarburi: danno un parere pur avendo svolto analisi incomplete e non accreditate ma “a naso” si sbilanciano in una diagnosi senza aver fatto tutti gli accertamenti del caso. Omettono infine di commentare i 130 mcg/l di idrocarburi da loro rivenuti in acqua…perchè questo vuoto?
Le foci e le coste sono aree di transizione, espressione che Arpab non usa mai, per le quali si auspica l’uso di soglie di legge più stringenti e controlli ambientali più precisi e puntuali, ove auspicabile per i sedimenti sarebbe anche il ricorso al DM 56/2009 oltre al DM 260/2010 per le acque superficiali. Andando a leggere i decreti per intero e comparandoli al referto Arpab il risultato è impietoso come al solito: vi sono decine e decine parametri che Arpab non ha mai ricercato dall’entrata in vigore dei decreti, dettami di legge che Arpab neanche cita in bibliografia. Arpab continua a scrivere certificati di analisi con unità di misure più alte rispetto a quelle previste per legge e non riporta i limiti normativi, come da sempre anche queste analisi sono irricevibili sia nel testo che nei numeri, dilettanti allo sbaraglio con lo stipendio ed il premio di produzione fisso.
Noi purtroppo con le nostre finanze abbiamo potuto analizzare solo i sedimenti, ricercando però circa 46 parametri contro i 25 di Arpab. Noi abbiamo ritrovato nei sedimenti, nello stesso punto di prelievo di Arpab, più del doppio dei loro idrocarburi, noi 27,145 mg/kg di idrocarburi pesanti ( limite improprio a 50 ) contro il loro indefinito <13, ma anomalia ancora più fastidiosa e perdurante da lustri è la mancata tipizzazione degli idrocarburi con Arpab che non ci dice ancora da dove provengano questi composti. Noi abbiamo ricercato e trovato anche il benzoapirene, cancerogeno certo, presente in tracce minime, composto che Arpab neanche ha provato a ricercare. La foce dell’Agri giova ricordarlo, è un sito naturalistico di pregio rientrante nella Rete Natura 2000 con tutte le altre foci metapontine ma questi valori non fanno pensare nè ad un sito protetto, nè ad un sito strettamente monitorato.