Dai prelievi del 20 novembre scorso, svolti nell’invaso di Senise a ridosso del muro diga, nell’area di manifestazione della macchia rossa nel mese di febbraio, è emerso

– per la matrice acqua superficiale: idrocarburi totali 26,6 mcg/l ( limite per acque classe A2, 200 mcg/l ), alluminio 53 mcg/l, ferro 57, nichel 1,4, manganese 6, boro 61, bario 35;

– nei terreni (prelevati lungo la sponda a ridosso del muro): presenti tutti i metalli pesanti tranne due specie. Il parametro idrocarburi pesanti misurato a 38,1 mg/kg ( con limite di riferimento per i suoli residenziali e non per gli invasi fissato a 50 mg/kg ).

prelievo accreditato acque superficiali Monte Cotugno – 20-11-18

Tutti i valori sono nei limiti di legge ma i limiti non sono tutto. Infatti i risultati sono spia di un quadro ambientale in via di costante degrado al netto del fatto che numerosi parametri, dai fitofarmaci ai tensioattivi, non sono stati misurabili nell’invaso in questa tornata, ma analisi paragonabili a queste, finanziate grazie ai cittadini di Senise e Policoro, non sono neanche mai state svolte dall’Arpab. Sia per la quantità di parametri che per la qualità della ricerca, nelle nostre analisi, sotto allegate, oltre al laboratorio ed al campionamento sono accreditate anche le metodiche di analisi di ogni singolo parametro, standard mai raggiunto da Arpab e neanche raggiungibile dalla stessa terminata la sua riforma! Abbiamo ricercato anche sostanze ufficialmente mai ricercate da Arpab, come i fenoli, il tallio e l’alluminio, anzi Arpab ad oggi non ha mai pubblicato analisi sui sedimenti dell’invaso ma solo sulle acque prelevate tra l’altro sempre e solo dalle sponde. I nostri campionamenti a differenza di quelli Arpab sono georeferenziabili e videoripresi. E’ da tre anni che sia noi che Arpab, rileviamo nell’invaso di Senise idrocarburi ed anomalie metalliche, come il cobalto misurato da Arpab nel settembre 2017 a 400 mcg/l o gli sforamenti da solfati da noi rilevati nel 2015, insieme sempre alla presenza di acque rossastre con coesistenza di nichel ed idrocarburi. E’ dal 2015 che sia Arpab che noi rileviamo idrocarburi nelle acque dell’invaso ma tutto rimane sempre senza cause. Purtroppo la legislazione italiana non ha ancora una normativa in materia di sedimenti per gli invasi ad uso potabile: una urgenza che rischia di far scendere la qualità della colonna d’acqua visto che gli invasi non sono mai stati dragati nonostante l’evidente accumulo anche di rifiuti ed alla luce di altri due fattori di rischio, ossia il sottodimensionamento dell’acqua contenibile nell’invaso rispetto alla sua reale capacità, quindi una massa diluente minore, e le variazioni climatiche che possono alterarne la flora e quindi la qualità, senza contare i fattori ambientali di rischio già noti, come discariche e depuratori presenti nei paraggi. Invieremo questi dati alle autorità preposte al fine di affrontare i limiti legislativi che non permettono ancora una corretta valutazione dello stato di salute dei nostri invasi ad uso potabile:

  • mancano limiti specifici per i sedimenti delle acque interne;
  • mancano limiti o soglie di rischio, ambientali e sanitarie, cumulative che tengano conto della presenza sinergica di diversi contaminanti;
  • mancano analisi ufficiali sulla qualità dei sedimenti sul fondale di Monte Cotugno, come per quasi tutti gli altri invasi, quindi nei punti di maggior accumulo, nonchè lo studio del degradamento della colonna d’acqua in presenza di numerosi inquinanti;
  • sistema di informazione in tempo reale delle comunità sullo stato di funzionamento dei depuratori che riversano indirettamente nell’invaso.
Monte Cotugno novembre 2015

Ad oggi Arpab non ha un vero piano di monitoraggio per la discarica di Santarcangelo, non conosciamo il reale impatto e la qualità di tutti gli scarichi e degli altri siti inquinati censiti a ridosso dell’invaso, non conosciamo lo stato di salute del Sinni e degli altri affluenti dell’invaso. Manca la maggior parte delle informazioni utili e mancano leggi, nonchè sanzioni, per gli enti che non condividono le informazioni ambientali o non regolamentano la qualità dei sedimenti negli invasi. Preoccupante potrebbe essere lo stato di qualità dei sedimenti nel “centro-invaso” visto l’abbondanza di inquinanti sulle sole sponde a ridosso del muro. Siamo in attesa delle analisi sui solventi ed i composti organici presenti eventualmente nelle acque della diga, esiti che condivideremo appena ci sarà consegnato il referto; ma, cosa grave, siamo in attesa ancora di tutte le risposte alle domande inevase poste ai vari enti sulle varie anomalie già riscontrate nei mesi/anni scorsi.