COVA di Viggiano

Dopo mesi di pellegrinaggi siamo riusciti a trovare un allevatore a Viggiano che consapevolmente ci ha fornito a fini analitici 3 litri di latte bovino appena munto. L’allevamento è posto a pochissimi chilometri dal Centro Oli di Viggiano (Cova) e non lontano da altre aree pozzi. L’analisi è stata pagata interamente da un committente non lucano, che voleva usare le analisi all’interno delle recenti puntate di Nemo sulla Basilicata, e Cova Contro si è occupata di individuare l’allevatore, il laboratorio di analisi ed i parametri da ricercare sulla base del budget fornito ( 250 euro ) oltre ad occuparci del prelievo e della spedizione del campione. Non possiamo fornire le coordinate dell’allevamento per ovvie ragioni, vorremmo farlo ma puniremmo ingiustamente l’unico allevatore che spontaneamente ha deciso di aprire gli occhi a differenza di molti altri suoi colleghi, sui quali speriamo partano i controlli a tappeto perchè Cova Contro può stimolare ma non sostituirsi ad ASP, IZS ed ISS. Solo all’autorità giudiziaria daremo i dati precisi, ma indicando la provenienza del campione come riportato nell’analisi sotto allegata, Viggiano, speriamo di innescare con l’ennesima analisi positiva, un ragionamento serio e concreto sulla problematica degli impatti ambientali sugli alimenti.

COVA di Viggiano

Il latte è stato prelevato appena munto. Le analisi, sotto allegate, hanno evidenziato:

convertendo in microgrammi abbiamo: 9,4 di arsenico ( il limite per le acque sarebbe 10 ), cadmio a 2,9 ( in acqua sarebbe 5 ), cromo totale a 39, 3 mcg/kg, piombo a 0,0119 ( limite di legge a 0,0200 per il latte ), rame a 218 mcg/kg e zinco, quest’ultimo naturalmente abbondante per tale matrice. Gli idrocarburi pesanti rilevati ammontano a 11,48 mg/kg, convertiti in microgrammi ( unità di misura usate per misurare la loro presenza nell’acqua ) sarebbero oltre 11mila microgrammi per chilo. Rilevate tracce anche di altri idrocarburi, gli IPA, tra normati e non, refertati 4 nanogrammi/kg di benzoapirene ( limite a 1000 ), 1567 ng/kg di dibenzopirene, 1043 ng/kg di benzoantracene – crisene. Negativi gli altri parametri.

Ripetiamo la nostra chiave di lettura come un mantra ormai: abbiamo svolto la ricerca di una cinquantina di parametri a sfondo ambientale, dei quali solo due sono normati; analisi simile a queste purtroppo non le rinverrete mai su alcun sito istituzionale, perchè trattasi di ricerca che va oltre i controlli sanitari ordinari. La qualità di questo latte è compromessa, vi è una presenza simultanea e non regolamentata di metalli pesanti e diversi idrocarburi, tenendo conto che non abbiamo potuto ricercare centinaia di altri composti ( dai fitofarmaci agli xenobiotici fino ai policlorobifenili ). Premesso che nulla vieta o ha vietato a questo latte, campione conforme per legge nonostante tutto, di entrare in commercio chissà dove e ricavarci potenzialmente anche alimenti per neonati, a noi consumatori dovrebbero suonare numerosi campanelli d’allarme soprattutto in direzione di tutte quelle istituzioni, dalla Regione, all’ISS fino alla UE-EFSA, che da oltre un anno non ci rispondono alle numerose richieste di parere sulla tossicità dei vari idrocarburi pesanti e metalli trovati negli alimenti tra Corleto, Pisticci, Ferrandina ed ora Viggiano ( anche se anni or sono anche l’Agrobios nei suoi milionari “controlli fantasma” aveva trovato vari fenomeni di bioaccumulo di metalli ed idrocarburi in diversi alimenti provenienti dalle aree estrattive) nonchè, con tenori più bassi, anche in altri formaggi non lucani. Perchè non adottano un limite stringente sugli idrocarburi pesanti in rapporto alle tipologie di consumatore finale? Perchè sugli effetti sinergici nulla si muove?

Speriamo di poter continuare le nostre analisi sugli alimenti, ma per farlo abbiamo bisogno di ulteriori donazioni – iban per offerte detraibili: IT 69 M 03599 01899 050188530868, intestato ad Associazione Cova Contro.