Fa riflettere la panoramica che esce da una superficiale disamina delle dichiarazioni patrimoniali dei consiglieri ed assessori regionali lucani. Ovviamente ogni annualità citata fa riferimento all’anno precedente, e questo documenta in parte le presumibili tattiche contabili dei nostri eletti, che siamo sicuri essere legali ed in buona fede ( almeno lo speriamo con un punta di domanda sottinteso ), attuate da chi predica sviluppo, legalità e trasparenza…forse per gli altri?

Vincenzo Robortella pare essere uscito fuori dal business petrolifero di Total, via la partecipazione nell’Outsourcing srl e tutte le ombre del petrolio, ha intestato solo uno scooter 250 nel 2016, mentre nel 2014 è a reddito zero e non ha neanche lo scooter.
Nicola Benedetto nel 2014 ha solo un’Audi A1 e due società: Palazzo Gattini srl e la Sama srl ( ignota di quest’ultima la sua classificazione ). Non compare il core business, la BBC, ed oltre al suo reddito complessivo di 408mila euro, non ha alcun immobile o terreno intestato, nè auto di lusso nè imbarcazioni. Nel 2016 si aggiunge la Ferrari, ceduta lo stesso anno fiscale, e compare il 5% della BBC, più un altro paio di passaggi societari nel settore energetico. Sempre zero case e zero terreni. Il reddito di Benedetto collassa nel 2016, e passa dagli oltre 400mila del 2014 a miseri 287mila ed i suoi redditi da impresa passano a lavoro autonomo.

Marcello Pittella nel 2014 non ha case, auto o terreni, solo il 95% dello studio medico associato Pittella di Lauria, cessato tra l’altro nel 2013 e 118mila euro di reddito. Nel 2016, anche se la dichiarazione non è datata, nonostante sia presidente di regione, guadagna solo 13mila euro in più rispetto al 2014, e oltre all’auto, non ha nulla di intestato tra società, beni immobili o altro. I pittelliani si confermano “francescani” ed anche il fido Polese passa dalla Nissan Micra del 2014, unico bene intestato, ad una Smart in più nel 2016, ed il reddito passa da 10mila ad oltre 80mila euro. Santarsiero non ha niente da segnalare eccetto gli introiti dell’Anci e come sindaco di Potenza. Nel 2016 è l’unico che aggiunge una casa ed un terreno nella dichiarazione.
Anche Gianni Rosa è nullatenente; del suo studio contabile non c’è traccia ma nel 2016 dichiara oltre 100mila euro di redditi. Vito Giuzio, imprenditore e membro di una famiglia attiva nel settore dei rifiuti e dell’energia, nel 2014 dichiara, forse è un errore, 42 euro di redditi nella dichiarazione patrimoniale, ma nella sua dichiarazione allegata sono 80mila circa. Nel 2016 spariscono tutte e 5 le sue partecipazioni societarie. Anche lui non ha case e terreni, o auto intestate.

Paolo Castelluccio, uno dei grossisti dell’ortofrutta nel Metapontino, nel 2014 non ha nulla di intestato se non 91mila euro di reddito, idem nel 2016. Zero immobili, terreni, auto di lusso ( nonostante l’ampio parco macchine a sua disposizione ) o società, dell’ingrosso ortofrutticolo non c’è traccia.
Aurelio Pace è nullatenente nel 2016 con oltre 100mila euro di reddito, Michele Napoli nonostante la lunga carriera forense, ha solo due auto intestate nel 2016, il dentista Bradascio almeno dichiara studio dentistico ed annessa società ed una moto nel 2016, Braia un reddito bassissimo per la categoria, 66mila euro e nient’altro nel 2016. Roberto Cifarelli nullatenente con 90mila di reddito nel 2016, l’Ass. Franconi oltre 100mila ma nullatenente, Mollica quasi 9 mila euro di missioni ( forse i lucani all’estero sono “un affare” ) ma nient’altro intestato, l’unico che dichiara una piccola quantità di azioni bancarie è paradossalmente il comunista Romaniello.

Ma “l’escapologo” che ci sorprende è Nicola Benedetto, perchè di lui abbiamo trovato on-line il suo curriculum con annessa dichiarazione patrimoniale ( allegato sotto ) che nel 2013 porta via una pagina intera tra: due case, due terreni, Ferrari, 500 Abarth, imbarcazione, 13 voci tra quote societarie ed incarichi nelle stesse, ma l’anno dopo rimangono tre voci su 17, un’apparente ecatombe finanziaria.
Il trend è condiviso tra consigliere ed assessori: redditi altissimi, media ben oltre gli 80 mila euro annui, e proprietà quasi zero, in una regione ove il costo della vita e degli immobili è tendenzialmente basso. Il bello è il mancato consenso quasi totale alla pubblicazione dei redditi dei parenti ed affini agli eletti: purtroppo le attuali norme nazionali ed internazionali permettono ciò con i ringraziamenti riservati di banche estere e paradisi fiscali. La cronaca è piena di parentopoli, prestanome in famiglia e riciclaggi vari, come il recente sequestro preventivo alla moglie di Scopelliti – in questi settori c’è ancora tantissimo da fare per eletti e funzionari pubblici, Donato Viggiano docet. Trovate la documentazione riportata nel pezzo, qui.