Scrivono i magistrati: ” «Un quadro sociale degradato in modo incisivo», con «interessi distorti di ampi settori della vita pubblica, dalla politica alla Chiesa, per i quali la prassi della raccomandazione sembra avere assunto il crisma della legalità a discapito del pubblico interesse per l’efficienza e l’imparzialità degli apparati amministrativi». Un «intreccio, anche culturale purtroppo, con contesti politici, sociali ed economici in cui è prassi lo scambio clientelare di favore» ed esiste una «connivenza» generalizzata «che ha coperto comportamenti di grave scompenso istituzionale o di vera e propria corruzione». ( Cit. Leo Amato, Il Quotidiano della Basilicata ).
Sono cattolico, di fatto non solo di pensiero o per moda come per molti dalle nostre parti, e questo impone la verità nell’agire, come nello scrivere. Monsignor Caiazzo lo abbiamo aspettato con tanta speranza, sembrava un alto prelato per lo meno “ambientalista”, ad oggi invece solo amara delusione, le diocesi lucane infatti non stanno di fatto attuando e diffondendo in alcun modo la ” Laudato Si’ “, l’enciclica del papa in Basilicata è caduta nel vuoto. Ho inseguito Caiazzo per un anno, alla fine ebbi un appuntamento tempo fa solo per interposta persona ( guarda un pò i soliti meccanismi ) e l’incontro con Caiazzo, benedizione a parte, fu non solo inutile ma inconcludente anzi il vescovo più volte mi ha fatto capire di essere stato informato pregiudizievolmente sul mio impegno sociale, e mi raccomandava maggiore “calma e pazienza”. Le proposte a lui fatte sono cadute nel vuote, a partire da una serie di eventi per promuovere sul territorio l’enciclica di Francesco, per declinarla verso i problemi lucani.
Dopo pochi mesi dall’incontro con Caiazzo, apprendo che il suo segretario, Don Angelo Gallitelli, mentre agli incontri con l’UNITALSI parlava di salvezza, peccato e purificazione oppure parlava a TRM del dogma dell’Immacolata Concezione, mendicava dal PD, e pare proprio da De Filippo, un posto per la sorella, ed ecco che i due prelati vengono citati nell’inchiesta sanitopoli, un miracolo autentico, lo sbugiardamento urbi et orbi dei farisei! Ne esce un quadro di ipocrisia e meschinità inaccettabili! Le chiese si svuotano come i seminari? La risposta non la vede solo l’ipocrita, cieco per convenienza. Il piattume e l’ignavia del clero lucano è da sempre metafora del lassismo locale, una mano morta che chiede da sempre alla politica per offrire in cambio altro. Del resto è la stessa chiesa che celebrava la messa natalizia davanti il COVA di Viggiano nel 2013, che prendeva contributi dalle compagnie petrolifere e dal PD per restaurare le chiese ( sotto allegate alcune delibere ) guarda caso a ridosso proprie delle scadenze elettorali.
Ma l’evento sulla legalità promosso a Scanzano il 5 ottobre è stato surreale per diversi aspetti: De Filippo parla di legalità nonostante le vergognose intercettazioni a suo carico nel petrolgate lucano, il suo alacre impegno nel raccomandare il figlio della Vicino presso ENI; Caiazzo citato nelle indagini e direttamente coinvolto, moralmente, il suo segretario nell’inchiesta sulla sanità, ove viene richiamato in causa lo stesso De Filippo proprio per accontentare le richieste clientelari del segretario di Caiazzo stesso; Pepe che nulla ha a che fare con le vicende locali se non con lo scempio dell’eolico a Tolve ed il pubblico presente, vero testimone dell’illegalità, relegato ad uditore privo della possibilità di partecipare attivamente. Questo il senso della legalità, questo il senso del pudore e della credibilità? Aguzzini, complici ed ignavi seduti affianco a parlare di questioni così delicate nelle quali loro stessi sono coinvolti anche come indagati o responsabili morali. Chi ha organizzato l’evento dovrebbe chiedere scusa per la sequela di gaffes ed ipocrite contraddizioni! Chi stava nel pubblico aveva molto più titolo e credibilità dei relatori ufficiali, scelti davvero ridicolmente. Io aspetto ancora dai vescovi lucani la dovuta trasparenza su tutte le donazioni ed i regali ricevuti dai monnezzari lucani e dalle compagnie petrolifere, di una chiesa che ancora non ha la forza di condannare e discriminare i criminali dai credenti, che non difende costantemente il creato e che accettava dagli inquinatori offerte per le feste patronali. Un ” parrocchialismo amorale ” quello della chiesa lucana ove ogni parrocchia pensa a sè o al massimo a sparlare della parrocchia altrui perdendo di vista ogni valore cristiano, ogni dottrina sociale, timorosi di agire, una fede che non educa ma asseconda contraddizioni e cattivi costumi, il peggio della democrazia ha contaminato la visione cristiana, ove i numeri e non i valori dettano legge, cristiani da salotto che non testimoniano la fede ma aspettano di accodarsi ad altri che nel frattempo fanno le guerre per loro: vai avanti tu che io ti benedico ma ti raggiungo dopo, con calma, magari quando viene un pò di gente in più, o magari qualche politico. Come dire a Gesù Cristo dopo duemila anni: vai avanti ancora da solo, fatti crocifiggere per tutti che io nel frattempo penso a come onorarti senza espormi troppo però.
Strana Scanzano, si rivela sempre luogo di eventi contraddittori: il sindaco Ripoli prima incazzato contro Pittella per la questione Itrec ed acqua potabile si è dopo addolcito con la caserma promessa, l’anno scorso con Libera, Bubbico parlava di mafia, ( come invitare Andreotti a parlare onestamente delle stragi di stato ), e quest’anno quest’ennesimo autogol, senza dimenticare il generale Di Palma che a Scanzano nel 2017 tranquillizzava tutti sulla balneabilità della costa metapontina. Dico a Don Polidoro di Scanzano che l’inferno c’è ed è la base di partenza per tutti noi nel momento in cui nasciamo in Basilicata, un paradiso abitato da tanti diavoli, ed alcuni di loro lui li ha fatti anche relazionare sull’essenza del paradiso! Quando vuole Don Antonio Polidoro, e se avrà il coraggio di farlo, noi di Cova Contro saremo felici di venire a relazionare sulla medesima tematica carte alla mano e non con la vuota prosopopea dei relatori del 5 ottobre, verso i quali siamo sempre pronti ad un pubblico contraddittorio, se Don Polidoro vorrà organizzarlo. Sotto allego qualche delibera provvidenziale arrivata da Potenza prima che Pittella prendesse il posto di De Filippo alla guida della “Regione diocesi” Basilicata.