Non ci si può girare dall’altro lato e far finta che sia folklore od una eterna campagna elettorale, Umberto Eco aveva ragione sulle degenerazioni derivanti dell’abuso dei social. Prima l’Arpab comunicava troppo poco, di social non aveva nulla ora ha troppo, anzi la comunicazione dell’agenzia è personificata nei canali dell’attuale direttore che ha fuso in sè l’ente, che dovrebbe essere tecnico e terzo, eppure si paga personale con soldi pubblici per la comunicazione ma a dire tutto ed il contrario di tutto è sempre la stessa persona, non si comprende autorizzata da chi. A dir poco istrionico il nuovo direttore nominato dalla politica, varia da immagini di minori negli uffici pubblici alle maschere carnevalesche beffando il COVID, opinioni e citazioni su tutto da Maradona (che nel silenzio ha sostituito San Paolo uno dei fondatori della cristianità, nell’intitolazione dello stadio del Napoli ma per il cattolico direttore questo non era degno di un post) alle “inspiegabili” medaglie del generale Figliuolo a suo dire. Critiche al Papa, foto di tutto inclusi gli interventi concordati via whatsup con la Polizia Provinciale in tempo reale, quasi a rendere social accertamenti di polizia che dovrebbero restare nell’ambito della discrezione e non dello spettacolo. Sembra di vedere alla reggenza di Arpab (ove non comanda il direttore ma la giunta regionale) una Ferragni più attempata e goffa, il direttore strumentalizza tutto incluse le immagini delle messe tenute in Arpab...viva la laicità delle istituzioni. Ma per il direttore Arpab non c’è freno inibitore che tenga, a briglie sciolte non sa cosa sia la sobrietà, per lui tutto è social dalla vita privata ai non ragionamenti più pittoreschi. L’attuale direttore Arpab, da sempre militante di destra, la destra lucana quella borghese, elitaria e berlusconiana quando serve, dorotea sempre, nostalgica del ventennio quando è annoiata, ingrassata tra finte opposizioni ed inciuci con le multinazionali del petrolio, il direttore di Arpab parla davvero di tutto, anzi come scritto da Giovanni Fasanella saggista lucano di fama ed autore di “Colonia Italia” il direttore di Arpab:”…butta le parole nel frullatore…” ma non solo, le getta anche nella direzione opposta a quella giusta, arrivando a negare il cambiamento climatico causato dall’uomo in un post dell’anno scorso il futuro direttore scriveva:”…il riscaldamento globale è una cazzata…”. Sarebbe bello sapere se questa posizione sia condivisa da Arpab e dalla giunta regionale.
il cambiamento climatico è una cazzata parola di Arpab
A parlar tanto si rischiano magre figure soprattutto nella tuttologia. No vax, si triv, sessismo, negazionismo climatico, revisionismo storico, calcio e cucina, religione e filosofia con mascherina di Maradona durante i prelievi congiunti con la Polizia Provinciale. Il direttore però è permaloso nonchè un filino narcisista forse, ed evita accuratamente i confronti con chi lo mette in difficoltà: ha paura delle brutte figure ma non solo, perchè c’è una strategia in atto tra assessorato regionale all’ambiente e direzione Arpab per isolare Cova Contro anche dal resto delle associazioni, escludendola dagli incontri o evitando di rispondere alle nostre domande. A breve pubblicheremo un servizio su questo aspetto con annesse registrazioni video.
la divisa, in un caso sbeffeggiata, nel secondo esaltata…dove conviene insomma
Le chiacchiere del direttore nominato. Le ispezioni al COVA? Partite da novembre non un solo referto tecnico pubblicato. Il blocco di Tempa Rossa? Già programmato da Total ed Unmig tempo fa. La partecipazione? Non un solo rinnovo/rilascio AIA o VIA è stato fatto con la pubblica inchiesta. La trasparenza? Il sito Arpab è sempre lo stesso, pieno di comunicati stampi e proclami ma vuoto di dati tecnici. L’individuazione dei responsabili dell’inquinamento? In Trisaia non è stata ancora individuata la sorgente certa della contaminazione di falda come a Tempa Rossa, per tutte le sostanze oltre soglia. Meno male che l’unica cultura del neo direttore Arpab sono i pensieri che diventano azione perchè noi l’unica azione che abbiamo visto sono i post su Facebook.