E del terminale di Tecnoparco a Ferrandina invece “non bisognava parlarne”.

Nella delibera di consiglio comunale n.29, del 29 novembre 2014, il consiglio comunale di Pisticci si impegnava all’unanimità ad interrompere il traffico di reflui “esterni alla Val Basento” verso Tecnoparco, anche ricorrendo a provvedimenti monocratici interdittivi, e a velocizzare la bonifica del SIN Val Basento. Risultato? Prima, durante e a legislatura finita, i problemi sono rimasti ignoti ed irrisolti.

il terminale ferrandinese di Tecnoparco - TRAF - completamento immerso nel fiume Basento, nonostante la segnaletica "tubi interrati", luglio 2016
il terminale ferrandinese di Tecnoparco – TRAF – completamento immerso nel fiume Basento, nonostante la segnaletica “tubi interrati”, luglio 2016.

Nella suddetta delibera Di Trani faceva “allarmismo” come avrebbe detto a noi, o meglio terrorismo psicologico, infatti il sindaco di Pisticci scriveva che: “d’inverno le esondazioni del fiume portano gli inquinanti nei terreni agricoli con sicuri effetti sulla catena alimentare… e che il fiume Basento porta gli inquinanti anche a mare”. Prima della votazione finale, il consigliere Renato Rago fece un’osservazione scomoda e chiese di tener conto dello scarico di Tecnoparco a Pantanello, in agro di Ferrandina, condotta che avrebbe potuto vanificare il solo sforzo sul versante pisticcese. Di Trani sbottò, dicendo di parlare anche per conto dell’allora sindaco di Ferrandina, Saverio D’Amelio, rassicurando tutti che problemi non ce n’erano e la questione venne liquidata frettolosamente. Peccato per lui che Andrea Spartaco documentasse lo sfacelo ambientale tre anni prima, ed oggi lo scenario è anche peggiore come da noi ripreso poche settimane fa sempre a Pantanello di Ferrandina. 

La prova dell’in-pegno ambientale di Di Trani: due camion controllati in 5 anni. Forse è vero Di Trani ha combattuto per l’ambiente come nessuno prima di lui, infatti si è passati da zero controlli a 2, su un traffico pesante di oltre 100 camion al giorno. La traccia dell’in-pegno (chissà quali cambiali elettorali pendevano allo Scalo) dell’ex sindaco ma non ex-medico, la rinveniamo nell’ordinanza n.58 del 14 maggio 2015. L’ordinanza ci ricorda che il primo provvedimento comunale di interdizione dell’utilizzo delle acque di falda e fiume risale al 2006, quando Di Trani non c’era, ma il bello arriva a pag. 5 dell’ordinanza, ove in una tabella illeggibile, si intravede l’ennesima beffa, ossia che le due autobotti analizzate non erano neanche parcheggiate a Pisticci ma al terminale di Tecnoparco di Ferrandina! Ed in aggiunta a pag. 10 vengono confermati i timori per la pubblica incolumità sia dei residenti dello scalo che per i prodotti alimentari, e nonostante il blocco dei reflui (chissà quanto effettivo) ordinato per 30 gg, durante il fermo cosa ha fatto il Comune di Pisticci? Incontri e proclami.

Parafrasando Levi viene da pensare su Di Trani: se questo è un medico!

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.