Vitale sbagliò i calcoli idraulici per strozzare il canale 7 ma nessuno demolisce la strozzatura.
Nel 2004 il caposervizio del consorzio di Policoro lamentava la non conformità del tubo costruito da Marinagri nel canale 7, accusando anche l’azienda di non aver coinvolto l’ufficio consortile locale durante l’avanzamento dei lavori.
Il Consorzio di Bonifica all’epoca chiese a Marinagri gli studi idraulici a sostegno dei loro lavori nel canale 7 e la società dei Vitale inviò una relazione dal titolo:”OPERA DI COLLEGAMENTO TRA RETE DI SMALTIMENTO ACQUE DI BONIFICA E CANALE CONSORTILE” scritta dall’ing. Marco Vitale, che definiva idonea l’opera di intubamento del Canale 7 per tempi di ritorno di 30 anni. Il Vitale, oggi DEC del comune di Policoro per la nettezza urbana e laureato a Berkeley in ingegneria ambientale (mentre il fratello è dirigente comunale assunto sotto il sindaco Lopatriello che a sua volta sarà anche membro del collegio sindacale di Marinagri-ndr), commise all’epoca un grave errore nel calcolo del tempo di corrivazione del canale 7.
Il tempo di corrivazione sarebbe la durata del viaggio che una goccia di pioggia compie tra il punto di caduta idraulicamente più lontano e la sezione di chiusura del bacino in esame, dato fondamentale per calcolare le portate di piena. Bene l’Ing. Vitale avrebbe in questo studio definito una portata di 8,674 mc/s per il fissato tempo di ritorno di 30 anni. In realtà tale portata (se fosse stato correttamente calcolato il tempo di corrivazione) è un valore per il fissato tempo di ritorno di 2 anni e non di 30 come scritto dall’ing. Vitale!
Entrando nel dettaglio Marco Vitale calcola attraverso delle formule di tipo semi empirico (formula di Turazza, di Ventura e di Pasini) un tempo di corrivazione in giorni, MENTRE LE FORMULE COSÌ COME RIPORTATE NELL’ELABORATO RESTITUISCONO UN VALORE IN ORE!
L’errore di Marco Vitale, figlio del fondatore e proprietario di Marinagri, è stato confermato dalla consulenza richiesta nel 2016 dal Comune di Policoro che riporta: “…che il sistema (canale 7 – ndr) entri in crisi con portate dell’ordine dei 9-10 m3/s in corrispondenza di Via San Giusto.” Tali portate di 9 mc/s hanno tempi di ritorno mediamente di 2 anni e non di 30 come supposto da Vitale nel suo studio di parte. Sempre nello studio di fattibilità si asserisce un’altra considerazione importantissima ovvero che se si rimuovesse il tombino esistente su Via San Giusto, si consentirebbe il transito pressappoco indisturbato delle portate di piena con periodo di ritorno pari a 30 anni.
Nel 2007 l’Agenzia del Demanio chiese chiarimenti richiamando una nota consortile del 2002, invitando il Consorzio a voler fornire, con ogni urgenza gli elaborati esecutivi dell’opera realizzata, completa dei calcoli idraulici e della documentazione fotografica del canale 7. Il Consorzio con una lettera a firma del Presidente rispondeva al Demanio che la documentazione necessaria a garantire il corretto dimensionamento idraulico delle opere già realizzate dalla stessa Ditta, era stata inviata “rassicurando definitivamente il Consorzio circa l’adeguatezza delle opere”!
Quindi il Consorzio prese per buona una relazione idraulica che, come si è visto, arriva a conclusioni fuorvianti, e non prende in considerazione le segnalazioni del proprio personale, che anche se non ha una formazione adeguata, ad occhio ha sempre valutato i problemi con conclusioni non lontane dai risultati delle simulazioni idrauliche digitali.
Dopo l’alluvione del 2013, intanto era passato un decennio di omissioni, anche il commissario del consorzio scrisse a Marinagri all’epoca evidenziando problemi di deflusso e di ricalcolo delle portate ma Marinagri rispose negando l’evidenza ed asserendo addirittura che:”… (il loro tubo nel canale 7 – ndr) abbia lavorato perfettamente … e che era presente addirittura un residuo di portata disponibile (con l’alluvione del 2013 -ndr) e rendendo un servigio alla comunità.” Pura follia ed evidente menzogna!
Oltre ai danni la beffa, perchè in più verrà chiesto di sanare il paradosso secondo cui il percorso finale di 2,5 km del canale sia gestito da privati suggerendo, come soluzione progettuale, un canale che recapiti a mare su terreni pubblici le acque del Canale 7, nonostante quei terreni del canale 7 fossero demaniali e concessi a Marinagri a patto che venissero rispettate poche prescrizioni, tra cui il rispetto delle portate di calcolo progettuale del canale. Quindi Marinagri vorrebbe terreni demaniali senza oneri, cambiando gli accordi iniziali a spese di chi? Ovvio della comunità, perchè il progetto di un nuovo scolmatore del canale 7 dovrebbe attraversare la pineta e sfociare sulla spiaggia, con milioni di euro pubblici ed ignorando per giunta la fine fatta dal vicino canale di Scanzano ove la foce, cementata, è da anni insabbiata dal mare il quale ha distrutto decine di metri di cemento e gabbionate poste negli anni alla foce del canale dell’idrovora di Terzo Madonna.
Il Consorzio si sta prestando alla truffa, infatti in data 16 giugno 2016 ha presentato, presso la Regione Basilicata all’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti, istanza di Screening e di valutazione di Incidenza Ambientale, relativa al “Progetto dei lavori di realizzazione di un canale scolmatore di piena presso l’idrovora di San Giusto in agro di Policoro (MT) – Foglio n. 5” che prevede, a partire dall’incrocio tra il Canale 7 e via San Giusto, il recapito a mare su terreni pubblici delle acque del canale 7, eccedenti le portate in ingresso nei terreni privati. Quindi dovremmo pagare con soldi pubblici l’abusivismo di Marinagri e l’omesso controllo del Consorzio di Bonifica devastando ulteriormente la pineta ed il litorale? Dulcis in fundo, i tecnici del consorzio per tale progetto che dovrebbe smaltire le acque rifiutate da Marinagri, hanno adottato le relazioni sbagliate e di parte di Marco Vitale, vecchie di 15 anni e confutate dagli studi successivi del 2016 nonchè dagli allarmi del Geom. Ciccarelli nel lontano 2004!
Ebbene i tecnici del Consorzio nei calcoli idraulici hanno ripreso la relazione del progettista di Marinagri, riportando i tempi di corrivazione sbagliati, stimando di nuovo una portata di 9,068 mc/s con un tempo fissato di ritorno di 500 anni! In realtà i 9,068 mc/s sono quelli che non riesce a smaltire il tombino fatto da Marinagri, infatti come riportato dallo studio di fattibilità del comune di Policoro la portata del canale è di 18 mc/s mentre il tombino ha una portata massima di circa 9 mc/s. L’intervento quindi dal valore di circa 1,6 milioni di euro (che in un recente consiglio regionale Roberto Cifarelli del PD avrebbe stimato in un importo assai maggiore – ndr) servirebbe sostanzialmente al ripristino della portata originaria di progetto pari a 18 mc/s, con un intervento in un’area di notevole interesse naturalistico.
L’effetto domino. Gli studi idraulici del Comune di Policoro hanno fatto sì che venissero ridefinite alcune aree limitrofe al canale 7 da edificabili ad esclusivo utilizzo di natura agricola, visto l’aumentato rischio alluvionale. Il Consorzio con Delibera N. 38 del 29-01-2019 ha proceduto allo sgravio relativamente alla contribuzione anno 2018, e risultano in corso ricorsi in commissione tributaria per gli anni precedenti: è molto probabile che i proprietari delle aree riclassificate procedano in futuro ad un risarcimento danni proprio per tale riclassificazione dovuta ad una rimodulazione del beneficio idraulico, con ulteriori spese per i risarcimenti, sempre a carico della collettività…tanto per cambiare.
Marinagri sta reiterando l’errore inconsapevolmente o deliberatamente? Opterei per la seconda, perchè sta perseverando di fatto nell’errore mostrando implicitamente una convenienza personale, e quindi un dolo, nel non voler dall’inizio smaltire la reale portata del canale 7 che avrebbe potuto impattare in alcuni periodi di piena, sulle opere private portuali? Conservo in tal senso testimonianza di un amministratore locale il quale si sentì dire dall’Ing. Vitale nel 2013: “…e dove me la metto io tutta quell’acqua“. La reale portata del canale 7 di quanto avrebbe aggravato i costi della indebitata Marinagri spa? Il Consorzio di Bonifica perchè, pur sapendo almeno dal 2004, ha sempre omesso una reale funzione di controllo e di denuncia alle autorità degli illeciti reiterati di Marinagri? La Regione Basilicata cosa farà? C’è da commissariare ad acta questa filiera di omessi controlli per avere un’ordinanza di demolizione di quel maledetto tubo?