Il 9 febbraio prima della presentazione pomeridiana del nostro libro, abbiamo come al solito svolto dei sopralluoghi presso aeree indicateci da alcuni cittadini del posto. In agro di Tolve ci siamo imbattuti in quello che sembra un complesso cantiere di bonifica, ovvero il pozzo Orsino 1.

Dalle immagini aeree si evince quelli che dovrebbero essere: cumuli di terreno contaminati e quindi coperti, più o meno, con teli isolanti e terreni forse in attesa di caratterizzazione o smaltimento. Anomali sono gli scavi di “simil vasche” costruite a ridosso della recinzione franata per giunta, un’area pesantemente modificata anzi che sembra teatro di un incidente.

Andando sul geoportale RSDI l’area del pozzo Orsino 1 sembra un cantiere di bonifica e lavori vari almeno dal 2011, infatti svolgendo una panoramica storica di immagini satellitari dal 1988 ad oggi, l’area pozzo sembra da sempre in continua evoluzione e modifica, perchè?

L’unico documento disponibile online è sull’anagrafe regionale dei siti contaminati, dal quale si evince che:

  • il sito è inquinato dal 2001, quindi probabile che la contaminazione sia ancora antecedente;
  • il pozzo sarebbe dismesso e non più attivo infatti la chiusura mineraria sarebbe del 2002;
  • il proprietario dell’area è il Comune di Tolve;
  • il responsabile dell’inquinamento è la SPI del gruppo Eni che ha ceduto la concessione a Gas Plus nel 2004, responsabile del progetto di bonifica;
  • la causa dell’inquinamento sarebbe il cattivo deposito di materie prime e prodotti di lavorazione;
  • la compagnia non sa se nelle vicinanze ci siano pozzi artesiani ovviamente la modulistica non riporta la presenza nei paraggi di attività agricole ed allevamenti;
  • nell’intero sito i suoli profondi e superficiali sono pesantemente contaminati da: idrocarburi pesanti oltre 130 volte la soglia di legge, piombo, cadmio, cromo esavalente e xileni, ovviamente manca l’indicazione della profondità massima di contaminazione rilevata;
  • nonostante in scheda dicano di non conoscere l’esistenza di pozzi idropotabili nei paraggi, sotto l’area pozzo la falda c’è ed è contaminata da piombo e solfati;
  • la scheda sotto allegata riporta una MISE per la falda nel 2005, quindi l’isolamento idraulico della contaminazione, ma non sappiamo se esistano controlli e pozzi di ispezione per sondare il funzionamento della MISE;
  • il piano di caratterizzazione sarebbe stato approvato dal Comune di Tolve nel 2003, il progetto definitivo di bonifica nel 2006;
  • 800 mq di suolo contaminato;
  • bonifica del sito ancora in corso e pompaggio dei liquidi inquinanti galleggianti svolto non si sa da chi, come e quando;
  • i suoli inquinati da smaltire sono 2130 mcubi;
  • la Gas Plus ha stimato costi di bonifica ambientale per 478mila euro.

    Ovviamente l’anagrafe regionale dei siti contaminati resta avara di dati, noi intanto interrogheremo gli enti preposti sui dati mancanti e l’A.G. per la palese omessa bonifica che nei tempi nulla ha da invidiare ai SIN lucani. Vedremo cosa farà il Comune di Tolve.