Chi trova gli idrocarburi viene escluso: Cova Contro ignorata sia alla conferenza di Potenza che all’incontro di Metaponto
Grazie alle donazioni di decine di persone e comitati/associazioni, ad oggi l’unica realtà che ha pubblicato: foto, video, certificati d’analisi accreditati e fatture siamo noi di Cova Contro, ma questo non è bastato per essere coinvolti negli eventi che si sono consumati ieri, 3 marzo: il primo a Potenza, il secondo a Metaponto.
L’Arpab si lamenta oggi, per bocca della Dott.sa Pilat, che “non ci sono abbastanza piezometri all’esterno del Cova” – forse ci potevano pensare negli anni passati in fase autorizzativa ad avanzare con la Regione le dovute prescrizioni invece di intascare solo le royalties, a riprova del fatto che non sanno o non dicono come sono conformate le falde sotto il COVA ( stessa storia di Fenice, per la quale ancora non si conosce l’esatta conformazione della falde sotto l’impianto ad oltre un decennio dalle prime contaminazioni ufficiali);

Pittella ed altri hanno parlato dell’avvenuto “emungimento delle acque drenanti” senza specificare la composizione chimica delle stesse, se drenanti sia sinonimo o meno di smaltimento illecito, e senza far capire se esistano vie di migrazione sotterranea dal COVA al corpo invaso; infatti inevase le risposte alle domande sia di Stefano De Agostini della Rai che a quelle di Bolognetti. L’Arpab conferma in maniera riduttiva i nostri referti precedenti, però dice di non aver trovato idrocarburi nelle acque del Pertusillo. La Dott.sa Trabace dell’Agrobios, non dice quali idrocarburi hanno trovato in passato nei sedimenti del Pertusillo e dimentica di dire che Arpab non ha mai distinto ufficialmente gli idrocarburi petrogenici da quelli pirogenici. La Trabace dice erroneamente che il massimo di idrocarburi rinvenuti nell’invaso ammontava in passato a 50 mg/kg, invece in passato uno sforava la soglia proprio dei 50, per non parlare dei valori stellari degli altri metalli che arrivavano nel 2015 a decine di migliaia di mg/kg. Che strane quelle analisi Arpab che si fermano proprio a ridosso o subito dopo i limiti di legge!
In conferenza, Stefano De Agostini della RAI, chiede se falda o acque sotterranee fossero la stessa cosa e l’Arpab va un pò in tilt sulla domanda e chiede dopo, dove sia finita l’acqua di falda contaminata del COVA ma non arriva risposta precisa e poco dopo interviene Pittella, da tecnico non di parte, che spiega le slides sul Cova senza comunque rispondere precisamente e convintamente alle domande di De Agostini. Nessuno ricorda che gli idrocarburi sono già stati ritrovati in fiumi e torrenti della zona e che nel 2010 il Dott. Chiaravalle dell’IZS di Foggia disse che la potabilità del Pertusillo non era sempre certa.
Pittella dopo improvvisa e dice che “uno dei carotaggi di Eni ha voluto che diventasse piezometro” ma in base a quale studio idrogeologico non è chiaro. Pittella ammette comunque che la Regione non conosceva la rete di tubi sottostanti il COVA, e questo ravviserebbe un reato: ossia gli uffici regionali in sede di autorizzazione del COVA non conoscevano nè avevano chiesto contezza di questa rete di tubazioni pre-esistenti e della loro potenziale interferenza con il sito produttivo ENI? Il dubbio è lecito: qualcuno nella zona sapeva che questa rete poteva tornare utile per eventuali smaltimenti illeciti? Sotto un impianto sottoposto a direttiva Seveso non si conosce la presenza di corpi estranei? Se non sappiamo ciò che sta sepolto in superficie, quale controllo allora abbiamo in profondità? Pittella in seguito di conferenza spiega la MISE ( procedura di isolamento della falde contaminate obbligatoria per legge ) come una premura fatta per precauzione, infatti anche Iannicelli fa passare l’impegno doveroso di Arpab come quasi un alacre surplus di bontà e professionalità! Quindi una realtà capovolta, ove a nessuno viene in mente di chiedere se anche attorno ai pozzi produttivi ed alla relative condotte di collegamento al COVA esistano reti piezometriche in funzione, ed Arpab si vanta di ciò che per legge e buonsenso doveva fare, ossia il suo dovere.
Nessuno dice se dal 23 gennaio, quel greggio fuoriuscito, sia finito nel Pertusillo, ma nonostante l’inconcludenza Iannicelli dice che si sono mossi “in modo inusuale” con un impegno di Arpab oltre gli schemi e le leggi, dimenticando di dire che il contraddittorio nelle indagini ambientali è doveroso in questi casi e non un eccesso di zelo, praticamente Iannicelli non conosce il codice ambientale.
Iannicelli ammette che i dirigenti di Eni non erano ben propensi all’impegno di Arpab, la Trabace da biologa stranamente non accenna al ruolo dell’azoto nella fioritura algale ad oggi ancora priva di responsabili e referti ufficiali, e guarda caso pochi campioni di Arpab per il Cova bastano per sancire la falda inquinata, invece noi di Cova Contro, con 5 analisi accreditate o ufficiali, non veniamo neanche citati nella conferenza. Più che una conferenza sembrava un incontro d’inizio stagione della polisportiva, ci si accavallava e si sovrapponeva o bofonchiava, la politica che spiegava le ragioni tecniche ed i tecnici che facevano politica evitando di enucleare nel dettaglio contesti e ed approfondimenti.
Se vogliamo leggere tra le righe, con la parola “drenaggio” volevano dire smaltimento di acque che in realtà erano rifiuti? Quando Pittella dice che ” la condotta sotto il Cova non esisteva” non esisteva secondi chi? Il fatto che non esistesse implicava che nessuno vi avesse accesso? Quando l’Arpab dice che “La concentrazione dei sedimenti non è aumentata” come fa a dirlo se in 20 anni hanno fatto due campagne circa? L’Arpab dice una baggianata che dimostra la loro cattiva fede o impreparazione: ossia che i sedimenti lacuali non sono normati !? Veramente Ue ed ISPRA per determinati contesti delicati e di transizione, come laghi e coste, ha dato da tempo delle linee guida che Arpab o non conosce o fa finta di non conoscere. Dalla conferenza si desume che le autorizzazioni regionali vengono concesse senza conoscere i contesti.
Invece a Metaponto…E’ da quando Iannicelli si è insediato che chiediamo un incontro con lui, è da mesi che gli chiediamo un tavolo di confronto pubblico con le associazioni, ma stranamente Iannicelli non ha mai risposto ad una delle nostre decine di mail, sempre irraggiungibile anche telefonicamente, mai venuto ad uno dei nostri convegni nonostante gli inviti eppure ci nomina pubblicamente usando senza diritto di replica i portali web pubblici di Arpab e Regione. Idem Achille Palma, sempre irreperibile e dal quale da anni aspettiamo dati sulla Val d’Agri e sulla Val Basento. Ci fa altresì piacere anche che l’eurodeputato campano, Pedicini, ignori gli attivisti lucani che hanno pagato e contribuito all’analisi chimica e microbiologica di 5 campioni del Pertusillo, uniche analisi che fino ad oggi attestano contaminazioni da azoto, fosfati ed idrocarburi, non coinvolgendo nell’incontro neanche l’Associazione Cova Contro, e tra l’altro senza avere uno streaming o una registrazione dell’incontro, e quindi tutto a porte chiuse.
Fino ad oggi, tristissimo primato, l’unico canale informativo ove esiste ed è scaricabile gratuitamente un referto microbiologico completo di foto al microscopio e firma su carta intestata è questo umile blog, l’unico canale ove trovate 4 analisi chimiche accreditate sul Pertusillo ( svolte nella chiazza marrone dell’invaso e non altrove ) è questo blog, ma nonostante tutto l’associazione Cova Contro sia secondo l’Arpab sia secondo la politica, non è degna di partecipare a questi tavoli. A questo punto ne siamo lieti, per noi è una medaglia alla trasparenza anche perchè l’incontro noi lo avremmo registrato e se non ci fosse stato concesso avremmo abbandonato il tavolo.
Il quadro è chiaro: il Sistema Basilicata non vuole accertare la reale fisionomia degli impatti e per questo è disposto a qualsiasi forma di avvicinamento mediatico, tranne con chi chiaramente li osteggia e denigra carte alla mano. Tutto sommato chi si prenderebbe la responsabilità di sospendere l’erogazione idrica del Pertusillo e lasciare i pugliesi senza acqua? Meglio lievemente avvelenati che morti di sete, tanto la magistratura se arriva alla verità lo farà a carriera dei responsabili conclusa. Se in Basilicata trovi gli idrocarburi nell’acqua e ne divulghi i risultati allora diventi persona sgradita.