Spartifave – Grumento, Pertusillo febbraio 2017

Con ordinanza n.2652 il Comune di Grumento ( comune nel quale abbiamo già trovato contaminazione da idrocarburi nelle acque del Pertusillo in località Spartifave – ndr ) vieta l’uso di acqua e suoli per qualsiasi impiego ( dal foraggio al pascolo alla coltivazione di funghi o di tartufi ) in contrada Campestrini e al lato della “fondo val d’agri – ss598” tra il Fosso del Lupo e la zona industriale per contaminazione da “idrocarburi, etilbenzene ed altro”. Il comune sottolinea che da incontri istituzionali si è ufficializzata la presenza di idrocarburi nella rete di scolo della locale area industriale e che attraversando il tratto stradale defluiscono in un vicino terreno agricolo.

Il comune in chiusura intima ad ENI ( quindi assoda già le responsabilità dell’inquinamento – ndr ) di provvedere urgentemente ai lavori di impermeabilizzazione ed emungimento al fine di tutelare il terminale ultimo che sarebbe il fiume Agri.

Che sia stato questo incontro istituzionale del 15, denominato nell’ordinanza “tavolo di crisi”, a costringere Pittella a deliberare la sospensione delle attività del COVA? Gli idrocarburi da noi ritrovati a contrada Spartifave distano meno di un chilometro dal Fosso del Lupo, quindi perchè la Regione ha trovato idrocarburi dappertutto ma non nel Pertusillo? Nella conferenza stampa di pochi giorni fa Pittella ed i dirigenti Arpab hanno detto una parte della verità: ossia fatta la MISE attorno al COVA quale è stata invece la reale dispersione del greggio fuori dalla MISE, con quale velocità e quantità il greggio si è spostato e verso dove e da quando? A questo nessuno ancora risponde, fatto sta che noi gli idrocarburi li abbiamo ritrovati tra meno di un chilometro e quasi 4,5 chilometri dal Fosso del Lupo, ossia a Spartifave e Masseria Crisci. E se arrivassero abbondanti piogge cosa accadrebbe? E come mai i verbali di questo “tavolo di crisi” non sono ancora pubblici? E come mai le associazioni non vengono invitate?

Nel pdf sotto allegato vi è anche la foto dell’area interdetta.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.