Solo sette giorni fa gli abitanti di Livorno sono stati invitati a tenere le finestre chiuse, anticipata l’uscita degli alunni dalle scuole, attivato immediatamente il piano di emergenza. Una colonna di fumo nero, preceduta da alcuni forti boati, si è alzata in cielo intorno alle 14.30 di martedì 30 novembre. Si è trattato di alcune esplosioni nella raffineria Eni di Stagno, Collesalvetti (Livorno). Il rogo è divampato in un impianto dove viene prodotto l’olio lubrificante. Era in corso una manutenzione quando qualcosa sarebbe andato storto. Da qui è partita l’esplosione con poi la colonna di fumo annessa. Da quel giorno più nulla è dato a sapere e considerando il delicato l’argomento, il tutto risulta nella norma italica pro-petrolieri.

Noi di Cova Contro, fermamente convinti che i cittadini debbano essere informati su cosa abbiano respirato, verifichiamo quali informazioni ci possano provenire consultando i dati satellitari della costellazione Copernicus. In particolare le informazioni che possiamo verificare prontamente sono quelle che provengono, a titolo gratuito, dal satellite Sentinel-5P dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Tuttavia, va ben ricordato che le osservazioni effettuate dagli strumenti satellitari forniscono tipicamente misurazioni integrate verticalmente dell’intera atmosfera (o parti di essa/colonna d’aria per 12 km di altezza e 7 di lato) e quindi non sono direttamente paragonabili alle misurazioni delle stazioni di monitoraggio a terra.

L’incendio nella raffineria cosa ha provocato sulla città di Livorno? L’immagine GIF che segue mostra l’analisi diacronica animata (dal giorno 25 novembre al 1 dicembre 2021) dell’inquinamento della colonna d’aria da diossido di azoto (NO2) .

Conclusioni

L’immagine relativa al giorno dell’incendio, ossia il 30 novembre 2021, mostra inequivocabilmente la diffusa consistenza di presenza di diossido di azoto nella colonna d’aria con una estensione presunta di circa 500 kmq, una concentrazione che si colloca al massimo rilevabile dal satellite. Dove abbia terminato la sua corsa e cosa potrebbe produrre sulla salute pubblica lo scopriremo quando la competente Arpa applicherà gli idonei modelli di diffusione di inquinanti in atmosfera ed effettuerà i monitoraggi supplementari.