Dopo le nostre analisi del 2017, alcuni nostri punti di prelievo vennero interessati da ulteriori controlli ufficiali ad opera di Arpab-Metaponto, ASM ed AQL, azioni nelle quali non siamo mai stati coinvolti od informati pur auspicando analisi incrociate. I cittadini interessati da questi prelievi lamentarono soprattutto da parte di Acquedotto Lucano, un coinvolgimento di mezzi e personale così massiccio da sembrare quasi intimidatorio, oltre a metodiche di prelievo diverse dai nostri laboratori accreditati.

Arpab – ex Agrobios di Metaponto, ricercò nel 2017 in due campioni prevenienti uno dalla fontanina pubblica di via Sicilia a Marconia e l’altro dal ripartitore della rete potabile di Montalbano Jonico uscita Marconia-Bernalda alcuni parametri tra quelli denunciati da noi ed in più anche i PFOS, ossia alcuni composti perfluoroalchilici tristemente noti per la contaminazione di una estesa area del Veneto e di oltre 100mila persone. Mentre per tensioattivi e fosfati i valori furono negativi per Arpab ma positivi per noi, Arpab ebbe riscontro positivo per i PFOS, contaminanti tossici, antropici e persistenti.
Nelle foto allegate si legge che in entrambi i campioni del 2017, Arpab Metaponto rilevò tra i 0,00287 e 0,00344 mcg/l di soli PFOS ( non calcolati gli altri 8 composti affini ): quindi convertiti in nanogrammi, siamo tra i 2,87 e i 3,44, valori al di sotto dei limiti anche esteri ma che portano con sè una serie di dubbi pesanti.
Lontani si dalla soglia di legge italiana che comunque è tra le più alte per alcuni di questi composti ( a riguardo segnalo questo ottimo video riepilogativo dei Nadia Toffa sulla truffa dei limiti di legge ) soglia che sarebbe secondo numerosi studiosi comunque rischiosa per la salute. Arpab non ha mai divulgato le analisi che trovate qui in allegato, nè esteso i controlli agli altri composti simili ai PFOS, nè ha spiegato l’origine di questi composti che ricordiamo sono già apparsi nel Pertusillo con tenori allarmanti all’epoca, ma senza essere seguiti da un preciso piano di controllo, almeno ufficialmente. Il rischio non è solo intrinseco alle sostanze ma anche al loro cumularsi con cloro, metalli pesanti, idrocarburi, sottoprodotti della clorazione eccetera eccetera eccetera. Intanto se non fosse per l’iniziativa di pochissimi, purtroppo, tutti questi tasselli di verità rimarrebbero nascosti all’opinione pubblica.

Noi tali sostanze le ricercammo anche privatamente nel maggio 2017 nella medesima fontana di via Sicilia a Marconia, ricorrendo ad un laboratorio veneto accreditato e specializzato in questa analisi ma con una soglia di determinazione superiore ad Arpab, quindi onore ad Arpab questa volta che ha utilizzato una soglia di determinazione più bassa e precisa del nostro laboratorio privato riscontrando così una positività che ormai non è più solitaria ed episodica: quindi i PFos ormai sono una presenza anche in Basilicata e questa è una brutta notizia. Tuttavia perchè Arpab a questi dati non dà il giusto risalto?
Da dove vengono questi pfos? Sono gli stessi del Pertusillo ? Attraversano tranquillamente i processi di potabilizzazione? Sono una presenza costante o intermittente? Perchè le aziende sanitarie tacciono? La ricerca di questi composti non è molto costosa, allora perchè l’indagine non viene estesa? Perchè le autorità non dicono che questi composti artificiali non dovrebbero esserci nell’acqua potabile e fare seria prevenzione ora che i valori sono positivi ma ancora relativamente bassi?