Circa due mesi fa abbiamo prelevato da una filiale lucana della Banca Popolare di Bari (Bpop) una brochure informativa della DPI, che consiglia l’investimento in diamanti.
La brochure è piena di bugie ed inganni, magistralmente smascherati da Report nella scorsa stagione, ed invece di proporre l’investimento con un prospetto informativo, in banca abbiamo trovato una brochure da gioielleria ove il diamante viene addirittura definito un bene rifugio quando così non è.
La magistratura ha perquisito diverse sedi bancarie sulla questione diamanti, la Consob si è attivata, idem l’Autorità per la concorrenza che ha multato, ma il risultato è che tali prodotti vengono ancora proposti in maniera ingannevole ai clienti. Sul sito della Bpop ad oggi, il prodotto viene ancora offerto come bene rifugio e godrebbe di valutazioni trasparenti; Report aveva in realtà documentato che tutto il mercato dei diamanti fosse poco trasparente, anzi “autocertificante”, che le banche in realtà erano solo intermediarie delle società private venditrici dei diamanti, che i prezzi e le modalità di eventuale rivendita del medesimo erano “autovalutate” con prezzi fuori-mercato a tal punto che rivendere i diamanti era non solo difficile ma addirittura i clienti non avevano garanzie sull’effettivo collocamento del bene qualora si fosse decisa la vendita. Prezzi gonfiati alla base, rendimenti autocertificati dai rivenditori, pessime condizioni di collocamento sul mercato del bene, un prodotto finanziario esente dai classici vincoli e controlli, venduto come bene rifugio. Il diamante non è un bene rifugio come l’oro ma un prodotto finanziario privo della dovuta informazione, ove l’unica arma efficace è il diritto di recesso entro due settimane dalla firma del contratto. Perchè la Banca Popolare di Bari si ostina a vendere i diamanti con termini ingannevoli?