Sembra un dipinto di Jackson Pollock invece si tratta di una immagine del satellite ERS-1 (European Remote Sensing), che ritrae l’area del ravennate il 4 luglio del 1993. In quegli anni, purtroppo, le voci che si levavano per contrastare l’inquinamento delle matrici ambientali erano isolate e marginali. Nell’attuale contesto l’immagine deve essere vista attraverso una classificazione dei probabili composti superficiali:

In basso a sinistra i due quadrati azzurri con il numero 1 che descrive la “Pialassa della Baiona”, un’area naturale protetta situata nel comune di Ravenna. Il numero 2 descrive una porzione di mare antistante l’area naturale che, è corretto ricordare, fu definita tale con il DM del 13 luglio 1981 ed inserita nella lista delle zone umide di importanza internazionale – tutelate dalla Convenzione di Ramsar, e facente parte del Parco regionale del Delta del Po.

La classificazione evidenzia, con una buona probabilità, la presenza di chiazze biogeniche (biogenic slick ossia sostanze prodotte naturalmente dagli ecosistemi o dalle forme di vita e che possono avere una traccia radar simile ad altri sversamenti antropici) trascinate da un complesso campo di corrente superficiale; formazioni di macchie di petrolio (oil slick) e sversamenti di petrolio (oil spills). L’immagine che segue, ritraente i tre ingrandimenti indicati con le lettere A, B e C (Profile Plot), ne rappresenta le loro diversità spettrale.

In questi giorni l’area naturale di Pialassa, confinante con l’area industriale del Porto di Ravenna, definito da alcuni “Porto del terzo mondo” è oggetto di uno dei più gravi scandali ambientali accaduti a Ravenna negli ultimi anni. Una nave battente bandiera panamense, la Berkan B giace spezzata nel porto di Ravenna dal 2017 e dal 2019 un bando di gara per la rimozione già aggiudicato non trova attuazione mentre l’Autorità Portuale è stata rinviata a giudizio nel 2020 per inquinamento ambientale. Le numerose associazioni ambientali insorgono e l’assessore all’ambiente, la dott.ssa Elena Priolo, parla di una consulenza nella quale si certifica assenza di inquinamento nelle acque oltre le panne circostanti il relitto, e che, a quanto sembrerebbe, il parere tecnico sarebbe stato depositato dalla difesa a discolpa degli indagati. Cova Contro ha voluto attenzionare l’area, di seguito i risultati.

12 settembre 1993, il mare antistante Ravenna

La nave Berkan B, 108 metri per 17 di larghezza, apparve per la prima volta sulla cronaca locale il 27 agosto 2010. Per protesta i marinai di quel vecchio cargo che sostava in rada, abbandonato al suo destino dall’armatore (Bilgili Denizcilik Nakliyat Sanayi), che era debitore e insolvente verso Banche, si gettarono in mare con lo scopo di raggiungere la terra ferma, poiché rimasti anche senza viveri e acqua. Tutti tranne uno, Lusret Santilms, che non volle abbandonare la nave e il 7 luglio del 2011 venne ritrovato morto nella sua cabina. Il 2 Agosto 2010 veniva posta sotto sequestro conservativo, nel porto di Ravenna, la M/n Berkan B. Nei primi giorni di ottobre del 2017, durante le operazioni di smantellamento, la nave si aprì in due (forse per una errata manovra); liquidi oleosi fuoriuscirono inquinando l’area non lontana dalla Pialassa (zona di confine tra porto e riserva umida naturale).

Analisi visiva sincronica e diacronica della nave Berkan B – periodo 2017 – 2020.

Le immagini che seguono sono state acquisite dall’archivio ESA dei dati SAR dal satellite Sentinel-1 nei periodi a cavallo delle operazioni di smantellamento, ossia settembre e ottobre 2017; i profile plot mostrano quanto precedentemente descritto.

immagine del 9 marzo, nonostante l’inizio del lockdown pandemico l’inquinamento invece con conosci blocchi e prosegue

L’immagine che segue è recentissima (3 marzo 2021), l’ingrandimento del particolare evidenziato, che si trova in prossimità del Porto di Ravenna, restituisce quello che potrebbe essere definito, con un’ alta probabilità, come un classico esempio di lieve sversamento di sostanze oleose. Trattasi di una nave da crociera/petroliera che supera i 300 m di lunghezza.

GIF delle immagini SAR sull’area della Berkan
raccolti tra il 02/01 ed il 16/03/21

CONSIDERAZIONI

La Pialassa della Baiona è un’area naturale protetta situata nel Comune di Ravenna, ma confinante con l’area industriale del porto. L’area di confine, come si è visto nelle varie immagini, oltre a risultare destinata al deposito di relitti (se ne contano circa cinque) risulta anche essere un’area di dove si effettuano operazioni di smantellamento delle navi. E’ lecito pensare che, considerando che l’attività nell’area industriale del porto di Ravenna si susseguono da ben prima della creazione dell’area protetta e la profondità della rete dei canali è da 1 a 4 metri, la situazione sia da molto tempo da considerarsi come area soggetta a disastro ambientale. E’ notizia di questi giorni che, presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, si terrà il 15 aprile prossimo una giornata scientifica dedicata al problema dello smantellamento delle piattaforme in mare e allo smaltimento delle navi giunte a fine vita.

CONCLUSIONI

Le immagini di apertura che ritraggono l’area del ravennate nel 1993 certo non si prestano a semplici minimizzazioni del problema. Nell’ottobre del 2017, momento in cui sono iniziate le attività che hanno portato all’avvio dello smantellamento della Berkan B, come mostrano le immagini, si è rilevata una diversa risposta del segnale radar. Tale diversità potrebbe essere ascrivibile ad una modificazione dello strato superficiale attraverso la presenza di possibili sostanze oleose, visibili anche in diverse foto aeree.

I dati relativi al marzo del 2020 ed i primi mesi del 2021 restituiscono un quadro non certo confortante che, alla luce delle particolari e delicate scoperte, sconfessa le dichiarazioni delle autorità locali le quali non svolgono controlli nè a 360 gradi nè di tipo temporale/satellitare, l’effetto diluizione degli idrocarburi non significa assenza di inquinamento ma solo spostamento e modifica dello stesso. L’area al di là delle zone protette non solo è pesantemente impattata ma molti impatti non sono pubblicamente censiti, ed approfonditi, diverse chiazze e sversamenti hanno colpevoli che non si non vogliono nè cercare nè punire.

Foto di copertina presa da: https://www.facebook.com/watch/?v=244169306508755