Matera 2019 è solo un brand politico-affaristico, una “cultura da aperitivo”, attività commerciali ormai omologate nel capoluogo di provincia ( in centro esistono solo: cibarie, souvenir made in china mischiate all’artigianato locale, e tour operator ), prezzi alle stelle per i pochi lucani che vogliono iscriversi all’Unibas e viversi l’università, speculazioni su pseudo-brand, mentre dall’altro canto, quello della Cultura, manca un vero teatro, un contenitore per il patrimonio archivistico della città, un’esposizione per la balena preistorica chiusa ancora nelle casse di legno dal 2006, il torrente Gravina diventato fogna, una discarica a La Martella sotto sanzione UE, un cementificio che impatta come un inceneritore a ridosso del parco, ma tanto e molto di più lo si trova girando per la stupenda provincia e nelle sue aree archeologiche. A Metaponto, cuore archeologico del 2019, dalle immagini allegate, vedete una discarica di rifiuti vari ( terreni, materiale edile, rifiuti metallici, gomma ) nel perimetro del parco archeologico di Metaponto,

foto dall’alto dell’area di discarica nel parco archeologico di Metaponto

mentre altri reperti da anni sono ammassati in attesa di uno spazio espositivo degno, tra supporti arrugginiti ed abbandono

coperture di zone di scavo in materiale che sembra fibra d’amianto, e nei pressi i resti della combustione di rifiuti vegetali, nonchè aree di accumulo d’acqua nelle fosse di scavo

una sega circolare in disuso vicino ai reperti

l’area parcheggio delle Tavole Palatine, completamente incustodite, ove nonostante i fondi UE investiti negli ultimi anni, i rivestimenti appaiono già distrutti in diversi punti, mancano le videocamere di sorveglianza ma non i fili dell’impianto rimasti esposti , ed il locale dell’Antiquarium è di fatto vuoto ed abbandonato, quindi chiunque potrebbe ledere l’integrità del tempio di Hera

Non solo il nostro patrimonio archeologico è in parte incustodito, ma tanto altro di provenienza lucana non è neanche in regione, dalle Tavole di Heraclea che sono a Napoli, all’elmo del tiranno di Metaponto che da sempre non è a Metaponto ma negli USA, passando per il tripode di Metaponto a Berlino, o per i vasi del pittore di Pisticci disseminati in Italia ed altrove, o gli ori di Senise rimanendo nel solo contesto archeologico. Un tesoro fuori dalla sua terra natia, salvo per miracolo o ostaggio della nostra indifferenza?

veduta aerea del castro romano – Metaponto, in stato di non fruizione da sempre

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.