Qualche volta il WWF serve a qualcosa: in Basilicata durante la marcia flop organizzata da Pittella e Leone a Policoro, il WWF piazzò il suo striscione sul palco non per contestare Pittella ma per unirsi alla manifestazione contro le trivelle, tuttavia quando si tratta di colpire i pesci medio-piccoli il WWF Italia a volte fa bei lavori. Al netto dell’impegno del WWF, senza sarcasmo questa volta, vitale per la vittoria sul progetto del pirogassificatore di Bernalda, il WWF lucano non brilla per volontà guerriera. Tuttavia se non sul petrolio lucano, almeno sul polistirolo hanno fatto davvero un bel lavoro che si intitola: “L’uso del polistirene espanso in edilizia”.
WWF Italia scrive che il polisterene espanso è poco ecologico, ampiamente usato in edilizia, proprio come a Policoro per il nuovo plesso sanitario vicino Padre Minozzi; fa risparmiare energia nella gestione dell’edificio ma ne richiede molta in fase di produzione, è trattato con sostanze tossiche, è tossico a sua volta e di difficile smaltimento, insomma viene camuffato dai produttori come eco-friendly, ma per il WWF è l’esatto opposto.
Il WWF senza indugi riporta nel suo dossier che il polistirene (polistirolo) non è né sostenibile né ecologico, anzi, altamente tossico in caso di incendio, altamente biopersistente nell’ambiente, i produttori non ne tracciano la filiera, quindi non si conoscono con precisione gli additivi usati per la trasformazione finale e non deve essere esposto a fonti di calore. La tossicità è nota da tempo, per esempio lo stirolo è altamente volatile, reattivo e nocivo per l’uomo, lo stirene invece è classificato dalla IARC come possibile cancerogeno per l’uomo nonché interferente endocrino.
Il WWF attenziona e condanna il polistirene ad uso edile non solo per gli effetti ambientali – sanitari insiti nella sua produzione ma anche per i suoi effetti in ambienti “indoor”. Non solo il polistirene ha un cattivo rapporto con radiazioni solari e temperatura, ( gli edifici mostrano estrusioni che dopo esplodono ) ed infatti viene giudicato un buon isolante invernale ma non estivo.
Abbiamo girato, mezzo pec, all’ASM informazioni in tal senso, ossia: come sia possibile che l’autorità sanitaria pubblica ripieghi sull’utilizzo di materiali tossici e ecologicamente ormai insostenibili nonché con acclarate debolezze intrinseche piuttosto che su materiali più ecocompatibili e meno dannosi per la salute umana. E visto che questa nuova struttura dovrebbe far risparmiare all’ASM circa duecentomila euro annui, abbiamo anche chiesto di avere visione degli affitti pagati dall’ASM verso i privati nell’ultimo decennio nonché le motivazioni di avere per oltre un mese la struttura illuminata a giorno anche di notte: come direbbero i tranquilli e moderati Trenta – “fatto 30 abbiamo fatto 31”.